La storia di Sir Alex è la storia di un uomo qualunque divenuto simbolo del calcio inglese in tutto il mondo. Figlio della working-class della piovosa Glasgow, inizia ad allenare a metà anni Settanta gli arancioni dell'East Stirlingshire nella Scottish Premier League. I primi risultati del suo lavoro si vedono però due anni più tardi quando, alla guida del St. Mirren, riesce a vincere il campionato. Sir Alex è famoso per il suo carattere a dir poco spigoloso e, negli anni, sono stati parecchi gli "scontri" con alcuni suoi ex giocatori. Tra tutti quello con Tevez che, una volta passato al City, gli dedicò un imbarazzante cartellone esposto durante i festeggiamenti della vittoria della Premier 2011/2012. Il primo battibecco della sua carriera - con il presidente del St. Mirren - gli costa l'allontanamento dalla società e l'approdo all'Aberdeen. I tifosi lo ricordano ancora oggi come l'allenatore che, a cavallo degli anni '70-'80, riesce a cancellare per qualche tempo il dominio calcistico di Ranger e Celtic vincendo tre campionati e la Coppa Scozzese.

È proprio in questo periodo che l'Europa inizia ad accorgersi del suo carisma e e delle sue doti, soprattutto dopo l' inatteso successo per 2-1 contro il Real Madrid nella finale di Coppa delle Coppe. Tottenham, Barcellona e Rangers sono solo alcune delle squadre che bussano alla sua porta per cercare di portarlo sulle rispettive panchine. Ma è il Manchester United a spuntarla e nel 1986 Ferguson accetta l'offerta dei Red Devils per un unico e semplice motivo: gli viene data carta bianca. Fin da subito il suo obiettivo è quello di combattere la piaga dell'alcolismo, presente in quegli anni anche e soprattutto negli spogliatoi delle squadre di Premier, e di rifondare completamente la società e la rosa puntando molto sui giovani. I risultati però stentano ad arrivare e i tifosi rumoreggiano a causa di qualche cessione eccellente. La società però decide di aspettare, e fa bene perché nell'estate del 1990 arriva il primo trofeo dell'era Ferguson: la Coppa d'Inghilterra.

Il 1992 è un gran anno per lo United perché, grazie anche all'arrivo di Eric Cantona che con i Red Devils giocherà in totale 185 partite segnando 82 gol, Sir Alex riporta la squadra in cima alla classifica di Premier: la vittoria in campionato era attesa dal 1967. Da quel momento il Manchester non si ferma più e anche i più scettici iniziano a notare i frutti del sapiente lavoro portato avanti con le giovanili. A metà anni '90 inizia infatti a farsi largo un gruppo di giovani cresciuti nel vivaio voluto da Ferguson e per questo ribattezzato i "Fergie's Fledglings" - i pulcini di Fergie. David Beckahm, i fratelli Neville, Paul Scholes, Nicky Butt e Ryn Giggs, scoperti e coccolati da Sir Alex, domineranno il calcio internazionale fino ai nostri giorni. Anche grazie a loro, Ferguson riesce ad alzare la prima Champions League della sua carriera, quella del 1998-1999 contro il Bayern Monaco, che gli permetterà anche di essere nominato "Sir" dalla Regina Elisabetta e Comandante dell'Ordine dell'Impero Britannico. Lo stesso anno vince anche la Coppa Intercontinentale.

Grazie ai trofei vinti in questo periodo, diventa il manager di maggior successo della storia del calcio inglese e l'unico ad aver vinto tre volte di fila la Premier ('98-'99, '99-'00, '00-'01). Sicuro di vincere l'edizione della Champions 2001-2002 con finale all'Hampden Park di Glasgow, annuncia che a fine stagione lascerà il club. I risultati sperati però non arrivano, il Manchester viene eliminato dalla Champions e lo scozzese si sente in dovere di ritirare le sue dimissioni, scusandosi per aver contribuito con le sue parole di addio a destabilizzare l'ambiente. Cristiano Ronaldo e Wayne Rooney sono altre due giovani promesse fortemente volute dallo scozzese che diventano protagonisti nella conquista della seconda Champions a Mosca contro il Chelsea nel 2007-2008. Dopo la cocente sconfitta all'ultimo minuto contro i "cugini" del City nello scorso campionato, quest'anno il Manchester ristabilisce le gerarchie vincendo di nuovo la Premier, con ben quattro giornate di anticipo.

«The biggest challenge? Managing change» Sir A. Ferguson

La grandezza del Manchester di Ferguson è quella di essere riuscito ad alzare l'asticella della qualità della Premier League: nessun club inglese infatti aveva mai vinto la Coppa Intercontinentale - vinta dallo scozzese nel 1999 - o la Coppa del Mondo per Club - vinta nel 2008. Il suo Manchester detiene anche il record di vittorie nella Coppa d'Inghilterra, alzata al cielo ben 11 volte. Con Ferguson i Red Devils sono anche riusciti a scavalcare il Liverpool come numero di campionati vinti: prima del suo arrivo il Manchester aveva vinto il campionato nazionale solo 7 volte, adesso sono i Reds a dover inseguire.

Il club però non è diventato grande solo nel gioco e nei risultati. E' anche grazie a Ferguson se oggi Forbes valuta il Manchester 3 miliardi di dollari, il più importante marchio sportivo al mondo insieme al Real Madrid. Le maglie del club vengono vendute ovunque, da Shanghai a New York, e questo elemento è la cartina tornasole del reale valore della società. Dando un'occhiata a come è crollato a Wall Street il titolo del Manchester alla notizia dell'addio di Ferguson, ci si rende conto di quanto sia delicata la decisione sul suo successore. Il nome più accreditato in questo momento è quello di David Moyes - sì, un altro scozzese. Come Sir Alex, anche Moyes è figlio della working class di Glasgow, e tutti e due sono uniti da un profondo rispetto verso la cultura del lavoro. Comunque, anche se dalla prossima stagione non siederà tutte le domeniche in panchina masticando chewing gum e non seguirà gli allenamenti in prima persona, Ferguson continuerà a far parte della società e rappresenterà un punto di riferimento per tutti all'interno del club.