Ad un passo dalla FA Cup, con un piede e mezzo in Championship. Questo l'insolito ed immediato futuro del Wigan di Roberto Martinez, che sabato proverà il colpaccio a Wembley contro il City, ma che con la sconfitta di stasera mette qualcosa di più di un piede nella serie B inglese. E tutto per demeriti propri.
Lo Swansea non doveva essere il classico avversario insormontabile. Ai cigni gallesi, matematica a parte, sarebbero potuti andare bene persino 3 ko da qui alla fine del campionato. I Latics, con una vittoria, avrebbero invece agganciato il gruppo a quota 38 formato da Newcastle, Sunderland e Norwich. E si sarebbero giocati il tutto per tutto nelle ultime due partite. Un primo tempo imballato, anche per via della prudenza dei due undici in campo (5-4-1 del tecnico spagnolo, 4-5-1 per il danese). La miccia si accende a fine frazione: Vorm allontana coi pugni un cross dalla destra, Espinoza si coordina e lascia partire un sinistro bello ma non irresistibile, che vale ugualmente il vantaggio dei padroni di casa.
Nella ripresa il Wigan potrebbe provare a serrare le fila ed amministrare, ma passano solo 5 minuti e gli ospiti pareggiano. Il gol di Angel Rangel è un piccolo capolavoro balistico, a partire dal lancio millimetrico di Routledge, fino alla conclusione chirurgica di piatto destro del centrocampista spagnolo. I biancoblu però non hanno neanche il tempo di preoccuparsi: palla al centro, Caldwell trova una prateria nel centrocampo dello Swansea e serve McCarthy per il gol del 2-1.
Finita? Potrebbe, ma è qui che i padroni di casa iniziano a costruirsi da soli la ghigliottina e a chiamare il boia. Al 59' Caldwell trasforma infatti un comodo disimpegno in un assist a Hernandez, che ringrazia e serve Schechter, il cui sinistro dal limite non lascia scampo a Joel. Ultimata la costruzione del patibolo, i Latics ci infilano anche la testa dentro da soli. Al 76' un cross innocuo di Hernandez getta nel panico Maloney e McArthur, che si stampano l'uno contro l'altro e lasciano il pallone abbandonato nell'area piccola. Tindalli raccoglie, addomestica e ringrazia con il 2-3 definitivo, che getta il DW Stadium nello sconforto.
Mettere il primo trofeo della storia in bacheca o evitare i meandri della Championship dopo 8 anni di Premier League? Un bel dilemma in quel di Wigan. E la terribile impressione è che entrambi gli obiettivi siano - sportivamente parlando - così vicini eppure così inafferrabili.