Partite come Chelsea-Sunderland sono l'eccezione. Non che nello sport la fortuna non conti, altrochè: ma che conti così tanto fino a sparigliare il risultato finale grazie a una serie infinita di bizzarre carambole, ecco, questo accade piuttosto di rado. Oggi allo Stamford Bridge è andata proprio così: a decidere l'esito della gara è stata quell'entità misteriosa chiamata fortuna o sfortuna a seconda dei punti di vista. Stavolta è andata bene ai padroni di casa, giovati, oltre che dalla buona sorte, anche dalla pochezza del Sunderland: tra i Black Cats, oltre a Sessegnon, non c'è molto di più. Pare proprio quindi che per la band di Di Canio il rush finale di stagione non sarà esattamente una gita di piacere.

Di Canio, dicevamo. Questa settimana han parlato tutti di lui e il suo ego certo ne avrà gioito. Sulle sue idee politiche si discute da tempo, il suo curriculum di allenatore, invece, è tutto ancora da scrivere e la bibliografia è conseguentemente parecchio scarna . Certo alla guida dello Swindon Town ha fatto bene, riuscendo nell'impresa di promuovere il club biancorosso dalla League Two alle League One (e anche al gradino superiore non ha demeritato, peccato solo che l'aria di smobilitazione respirata nel suo vecchio club l'abbia logorato al punto da spingerlo all'esonero).

Detto questo, ora il compito che gli è stato affidato dal Sunderland è assai gravoso: riuscire a salvare i Gatti Neri. Impresa non facile, dicevamo sopra: la squadra (terz'ultima con il Wigan) è mediocre e la panchina piuttosto bollente: l'italiano, per dare l'idea di che aria tira da quelle parti, è il terzo allenatore dei Black Cats nel giro di un anno e mezzo (nel novembre del 2011 l'esonero di Bruce, pochi giorni fa quello di O'Neill): una media più vicina a quelle dei club italiani che a quelli inglesi, ma tant'è. La gara di oggi, comunque, ha confermato quanto la missione di Di Canio se non impossibile sia però piuttosto complicata.

La partita dunque. Dopo un primo tempo chiuso con il Sunderland in vantaggio grazie alla goffa autorete di Azpilicueta, che ha depositato nella propria rete un pallone spizzato in area da Kilgallon, ecco la rimonta del Chelsea: prima il pareggio grazie a un'altra autorete dello stesso Kilgallon, poi il vantaggio Blues grazie alla fortunosissima deviazione di Ivanovic, che ha cambiato la traiettoria di un tiro di Daviz Luiz spiazzando così il povero Mignolet. Una partita, peraltro piuttosto brutta, decisa quindi da tre episodi rocamboleschi: tanto agonismo, poche le azioni da gol degne di nota, un po' una costante nella Premier League di quest'anno, ma questa è un'altra storia. La storia di Di Canio al Sunderland è invece solo al primo capitolo: quello che si può dire è che al momento la buona sorte è in debito con lui.