Una gara-1 surreale, dominata dai Boston Celtics, ha visto i Cleveland Cavaliers soccombere per 108-83 al TD Garden nella Finale playoff della Eastern Conference NBA. Non una novità per LeBron James e compagni, spesso trovatisi nella situazione di dover rincorrere in serie importanti. Atteggiamento esplorativo dei Cavs, quasi a cercare di capire che tipo di avversario si stagliava davanti, che però è costato un 1-0 nell'eliminatoria in favore dei biancoverdi. 

D'altronde non è la prima volta che James si ritrova sotto in sfide di questo tipo: è capitato soprattutto alle Finals, contro Oklahoma City (2012), San Antonio (2013-2014), Golden State (2015-2016-2017), ma anche nel primo turno di questi playoffs, quando gli Indiana Pacers di Nate McMillan sbancarono a sorpresa la Quicken Loans Arena. Un'orribile versione dei Cavs, sui due lati del campo, è sembrata fin troppo brutta per essere vera, al punto che sono in tanti a prevedere, più che immaginare, una reazione violenta del Prescelto in gara-2: "A questo punto della serie il mio livello di preoccupazione è pari allo zero - dice lo stesso LeBron James dopo la partita, come riportato da Dave McMenamin di Espn - non sono mai andato al college, questa non è la March Madness. Miglioreremo durante la serie, ci sono diversi modi per farlo. Sono già stato sotto 1-0, anche 2-0, sono stato in svantaggio anche in questa postseason. Per quanto mi riguarda, non c'è nulla di cui preoccuparsi, non conta quanto male abbia giocato, con sette palle perse, quanto sia stato poco efficace al tiro. Il mio livello di fiducia entrando in una serie è sempre lo stesso, sia che si parta da 0-0 che da 0-1. Ora abbiamo un'altra opportunità di fare meglio come squadra martedì sera, vedremo cosa succederà". Cavs disastrosi sotto ogni punto di vista, ma in particolar modo nelle percentuali al tiro da tre punti in gara-1, 4/26 con le prime quattordici triple sbagliate: "Il tiro da tre punti fa parte del nostro DNA - aggiunge LeBron - è ciò che ci fa rendere al meglio delle nostre possibilità. Già a inizio partita abbiamo avuto tiri aperti che semplicemente non sono andati dentro. Se capiterà l'occasione, cercheremo di prenderci gli stessi tiri anche in gara-2. Il tiro da tre punti costituisce una parte importante del nostro gioco fin da quando abbiamo assemblato questa squadra quattro anni fa". 

"Penso che le triple continueranno a essere un fattore importante all'interno di questa serie, se continueremo a muovere bene la palla e a mettere in ritmo i nostri ragazzi. Chi ha seguito la mia carriera sa che gara-1 di una serie per me è una partita di sensazioni. Ora ho la percezione chiara di come i Celtics hanno giocato contro di me e di come invece io dovrò approcciare gara-2". Non può essere soddisfatto coach Tyronn Lue: "Non abbiamo giocato bene, ce ne rendiamo conto, dobbiamo fare di più. I nostri esterni hanno abbassato la guardia in difesa, non possiamo permettercelo". Più diretto Tristan Thompson: "Ci hanno sculacciato, subito e continuativamente", mentre prova a costruire una disamina più articolata Kyle Korver: "Brutta partita, brutta prima partita. Ci sono tante cose che possiamo fare meglio nella prossima. Non siamo stati duri in difesa, di certo non aggressivi come avremmo dovuto essere. Molto è dipeso anche dalla frustrazione derivata da ciò che è accaduto nella metà campo offensiva. Penso che sia stata una partita simile a gara-1 contro gli Indiana Pacers. In quel caso siamo scesi in campo e abbiamo perso di diciotto in casa. Quella è stata una brutta sconfitta, ma questa squadra si è già trovata in questa situazione in passato. Guarderemo i video della partita e cercheremo di fare meglio". Intanto J.R. Smith chiosa così: "Viviamo e moriamo con il tiro da tre punti". Sulla stessa lunghezza d'onda Kevin Love: "Sappiamo solo che dobbiamo giocare meglio la prossima gara. Non abbiamo giocato bene sui due lati del campo. I Celtics sono un'ottima squadra, hanno fatto estremamente bene durante questi playoffs, molti dei loro ragazzi sono saliti di colpi e giocato una pallacanestro efficace. Ma non entreremo in modalità panico: torneremo per fare meglio in difesa e lasciare che l'attacco venga da sè".