Dopo un inizio di carriera, tanto intenso quanto ricco di soddisfazioni in terra italiana, che gli è valso vari trofei e la nomea di uno dei più profondi conoscitori della pallacanestro europea in terra americana, Mike D’Antoni ha scelto l’NBA come successivo step per la propria carriera di allenatore, dove, nel corso degli anni si è ritagliato progressivamente un posto di elite tra gli head coach a stelle e strisce. Una volta allenatore dell’all-star game, due volte allenatore dell’anno, alla guida di compagini che hanno settato nuovi standard, soprattutto offensivi, nel primo decennio del secondo millennio e oltre, alla carriera di D’Antoni manca solo il titolo NBA per coronare definitivamente una carriera davvero notevole, cosa che tuttavia non sembra turbarlo.
Recentemente l’allenatore degli Houston Rockets, prima forza della lega per quel che concerne questa regular season, ha spezzato una lancia in favore della grande stagione che la sua squadra sta facendo, che rimarrebbe tale anche in caso di mancata conquista dell’anello: “Ho letto vari articoli in questi giorni che dicono che certamente James Harden dovrebbe essere l’MVP, che certamente lui e Chris Paul sono stati grandiosi, che hanno stabilito un nuovo record di franchigia per le vittorie, ma che alla fine verranno giudicati globalmente dall’eventuale vittoria dell’anello“. Queste le parole di D’Antoni prima di concludere con la provocazione: “Davvero? Questo diminuirebbe ciò che questi ragazzi hanno fatto?”.
Dichiarazioni arrivate a seguito della richiesta di paragonare il traguardo raggiunto in questa occasione, con i precedenti trofei conquistati nel bel paese e in campo europeo, alle quali D’Antoni ha aggiunto un vero e proprio omaggio a ciò che la squadra franchigia texana è stata capace di costruire: “Mi sono goduto ogni singolo giorno in spogliatoio con questa squadra, ogni singola vittoria, ogni singola trasferta dalla quale siamo tornati vittoriosi. Ora certamente ci piacerebbe coronare la stagione con il titolo, chiunque vorrebbe”. D’Antoni ha tenuto tuttavia ribadire che l’eventuale mancata conquista del titolo NBA non toglierebbe nulla alla grandezza della stagione di Harden e compagni: “Essa non diminuisce la grandezza di Steve Nash e quanto sia stato straordinario per i 3-4 anni con Phoenix. Semplicemente non lo accetto, non accetto che tutto dipenda dall’anello, perché ci sono giocatori incapaci che ne hanno vinti, solo per essere stati in squadra con dei grandi giocatori. Non accetto che dipenda tutto solo da questo”.
D’Antoni ha subito il peso dei giudizi titolo-dipendenti nella sua precedente esperienza come allenatore dei Phoenix Suns dal 2004 al 2008, dove il mancato successo finale ha oscurato una delle squadre più forti ed entusiasmanti del decennio scorso , fermatasi per due anni consecutivi alle finali di conference rispettivamente contro i San Antonio Spurs e i Dallas Mavericks. Discorso molto simile è quello che riguarda la stella della squadra, quel James Harden autore di varie stagioni memorabili negli ultimi anni, ma che deve ancora dimostrare, dal suo approdo a Houston, un rendimento altrettanto straordinario in post season, vistosi solo a fasi alterne nelle precedenti occasioni. Per l’allenatore quest’anno sarà cruciale la presenza di Chris Paul, arrivato in estate e subito entrato nei meccanismi di squadra, della cui presenza potrà giovare lo stesso Harden in varie situazioni: “Harden ha avuto meno minuti in campo rispetto allo scorso anno, e questo si è tradotto in un rendimento più costante che è valso dieci vittorie in più dello scorso anno. La presenza di Chris è stata decisiva, gli ha levato lo stress di dover sempre fare la grande giocata, soprattutto nelle partite importanti e probabilmente anche ai playoff”.
Uno sguardo fiducioso ed ambizioso per una post season che sta per iniziare, per Mike D’antoni, senza tuttavia trascurare ciò che di eccezionale è stato costruito in questa stagione dagli Houston Rockets, che si apprestano ad affrontare gli imminenti playoff come squadra numero uno, in termini di record dell’intera lega.