Due sconfitte consecutive dei Golden State Warriors sono un evento raro nella regular season NBA, ma che si può verificare se Steph Curry è fuori causa per infortunio e se gli avversari sono di livello, come i Portland Trail Blazers e i Minnesota Timberwolves, giustizieri dei Dubs negli ultimi tre giorni. Senza il due volte MPV, i campioni in carica hanno faticato a trovare il loro tradizionale ritmo sia in Oregon che in Minnesota, dopo aver battuto solo in rimonta i derelitti San Antonio Spurs alla Oracle Arena.
Curry non è solo un realizzatore, ma il giocatore chiave del sistema di Golden State, l'uomo su cui Steve Kerr ha costruito il suo attacco, ben prima dell'arrivo a Oakland di un altro fenomeno come Kevin Durant. Le triple da distanza siderale sono semplicemente la punta dell'iceberg del gioco del prodotto da Davidson, che costringe le difese avversarie a scelte estreme e controintuitive, oltre a fornire alla causa un apporto clamoroso in termini di punti, playmaking e impatto emotivo sulle partite. Una Golden State meno efficace del solito in difesa - aspetto su cui si dovrà lavorare per i playoffs - dovrebbe ora chiudere al secondo posto nel ranking della Western Conference, alle spalle dei caldissimi Houston Rockets di Mike D'Antoni. Ma il piazzamento finale in regular season non sembra preoccupare i Warriors, non certo quanto le condizioni di Curry, messo k.o. da una distorsione alla caviglia e atteso a breve a un recupero completo. Che Golden State non possa fare a meno di Steph, ma anche di altri veterani attualmente out, lo ha ammesso candidamente anche Kevin Durant, diventato la primissima opzione offensiva in assenza del numero trenta: "E' strano giocare senza Steph - le parole di KD dopo la sconfitta di Minneapolis, riportate da Nick Friedell di Espn - ci stanno mancando anche David West, Andre Iguodala e Jordan Bell. Ogni possesso è un po' avventuroso adesso". Al posto di Curry, nelle ultime due partite in quintetto è stato schierato Quinn Cook: "Quinn ha fatto avanti e indietro dalla G-League - dice Durant al riguardo - è qualcosa con cui dobbiamo fare i conti, per trovare un modo per uscirne e capire come giocare. E' anche divertente provare a farlo durante le partite. Stiamo giocando insieme, abbiamo perse due gare consecutive, ma l'energia in uscita dalla panchina è stata grandiosa. Il nostro coaching staff ha cercato di trovare qualcosa che potesse funzionare per il nostro attacco, che è predicato su Steph e Klay Thompson, sui loro tiri da tre punti, sulla transizione, sul campo più aperto".
"Senza Steph, a Quinn viene richiesto molto, ovviamente le dinamiche sono diverse. Sta facendo un buon lavoro ora che è stato chiamato in causa, sta giocando in maniera dura, sono orgoglioso di lui. Siamo un gruppo di veterani, che hanno un alto quoziente intellettivo cestistico, necessario per riuscire a giocare in questo sistema. Qui Steph è il sistema, ne fa parte da quando Steve Kerr è l'allenatore. David West sa come si gioca, ha vinto il titolo lo scorso anno con noi. Per Andre Iguodala vale lo stesso discorso di Steph. Sono giocatori intelligente, non vediamo l'ora di riaverli con noi, perchè cambiano in maniera netta la nostra squadra, consentendoci di giocare come vogliamo. Perchè il nostro è un sistema che ottimizza i punti di forza di ciascuno di noi: infatti quando qualcuno dei nostri punti di riferimento è fuori, è tutto un altro gioco. Ma sono orgoglioso, perchè tutti stanno facendo il massimo per uscirne, anche se c'è bisogno di lavorare. Ai playoffs c'è sempre un'altra intensità, e anche se avessimo vinto questa partita non avremmo certo brindato a champagne negli spogliatoi. Non possiamo abbassare la testa per una sconfitta, ma continuare a lavorare e a giocare". Sulla stessa lunghezza d'onda coach Steve Kerr: "Siamo solo in una fase difficile, ma sono molto orgoglioso di questi ragazzi. Hanno lottato stasera, solo che non avevamo abbastanza benzina nel serbatoio, ma sono soddisfatto dello sforzo. Nelle prossime due o tre settimane riavremo con noi alcuni giocatori, sono fiducioso riguardo ciò che ci attende". La medesima fiducia di Draymond Green: "E' dura quando ti mancano così tanti giocatori chiave, ma penso che tutti loro torneranno in tempo per farci ritrovare il ritmo di cui abbiamo bisogno".