Di pochi giorni fa sono le pesanti accuse portate avanti da LaVar Ball, padre di Lonzo ed eccentrico personaggio mediatico, secondo le quali coach Luke Walton avrebbe perso la fiducia dei propri giocatori oltre che il controllo dello spogliatoio. Esternazioni come sempre sopra le righe per LaVar, che ormai ci ha abituato ad uscite controverse e dallo stile quantomeno discutibile, ma in questo caso pare che il padre del playmaker dei Lakers abbia veramente esagerato, attaccando non solo l’allenatore di suo figlio, ma indirettamente l’intera organizzazione giallo viola che in più di un’occasione ha ribadito la sua completa fiducia al figlio di Bill Walton. Il proverbiale polverone mediatico causato dalle parole del fondatore del Big Baller Brand ha spinto persino il presidente dell’associazione allenatori e head coach dei Dallas Mavericks Rick Carlisle che ha definito le parole di Ball degli “Insulti ignoranti”.

fonte: nba.com

In merito a questa vicenda si è esposto anche Kyle Kuzma - dopo le dichiarazioni di ieri di Ingram e dello stesso coach - rookie e lieta sorpresa della stagione Lakers, che negli ultimi mesi si è affermato come uno dei punti cardine della squadra californiana, oltre che come uno dei migliori giovani prospetti dello scorso draft, nonostante sia stato scelto con la ventisettesima chiamata. “non credo che la situazione si aquesta - ha dichiarato Kuzma ai microfoni di ESPN - quando perdi delle partite, alla fine non è Luke (Walton) quello che scende in campo e tira 2 su 15 dal campo, perde palloni o sbaglia tiri liberi. Quelli siamo noi, non si può biasimare lo staff tecnico per tutto, è tutto condiviso, sicuramente, i giocatori sbagliano, i coach sbagliano, siamo tutti responsabili”. Successivamente la matricola da Utah ha fuorviato ogni dubbio sul suo rapporto con Walton: “Luke è un amico, adoro giocare per lui e sono sicuro che è lo stesso per molti di noi. Noi siamo dalla sua parte e so che anche il front office lo è”. Kuzma si è esperesso anche in merito al sempre più inevitabile compito, per un giocatore NBA, di misurarsi con il mondo social: “È una parte enorme della nostra vita e della nostra società. È un caos. Se ESPN pubblica qualcosa è solo per ottenere click, o almeno così sembra. Non puoi nasconderti ed è una cosa che le generazioni passate non hanno dovuto affrontare.  Proprio per questo quando sei all’interno di una serie di sconfitte, uoi tornare a casa e sentire quello che dice la gente, ma chi conta sono solo le persone dell’organizzazione Lakers”.

Le parole di LaVar Ball hanno causato un effetto domino che ha coinvolto anche il coach dei Golden State Warriors Steve Kerr, il quale ha avuto Walton come vice per due anni ad Oakland, che ha dichiarato: “Tutti stanno mangiando dalle sue mani, senza apparente ragione, se non che sta diventando come le Khardasian dell’NBA o qualcosa del genere e questo vende, ed è una verità nella politica, nell’intrattenimento e ora nello sport”. Kerr ha inoltre aggiunto che il fenomeno LaVar Ball è parte di una tendenza ben più grande a celebrare la banalità all’interno del social media: “la strada che abbiamo preso va oltre il riportare i risultati di una partita. Andiamo verso una il rendere sensazionale ogni notizia. Ma questa non è nemmeno notizia, è una cosa senza senso, ma se tu impacchetti ciò che è privo di senso con glitter e fiocchetti allora la gente lo guarderà”.

L’ennesimo caso controverso scaturito dalle parole del padre di Lonzo Ball, il quale ormai ci ha abituato a questo tipo di esternazioni al limite dell’assurdo, ma in questa occasione pare aver decisamente fatto il passo più lungo della gamba, risultando inopportuno oltre che offensivo.