Neanche il tempo di festeggiare la vittoria - di rabbia - contro i Golden State Warriors dell'ex Kevin Durant, che gli Oklahoma City Thunder si ritrovano alle prese con vecchi problemi. La sconfitta della notte alla Chesapeake Energy Arena contro i Detroit Pistons (principale sorpresa della Eastern Conference) ha confermato pregi e difetti di questo inizio di stagione della squadra di Billy Donovan. Bene nel primo quarto, quando la palla si muove con regolarità, malissimo negli isolamenti sotto pressione.
E da questo punto di vista diventa sostanzialmente irrilevante che sia stato Russell Westbrook a prendersi e a sbagliare l'ultimo tiro, perchè i Thunder devono imparare a gestire le situazioni di vantaggio, soprattutto in casa e contro avversari sulla carta non alla loro altezza. Si può piuttosto discutere sulla qualità del tiro decisivo, sul 98-99 a pochi secondi dal gong, una tripla forzatissima dell'MVP della scorsa regular season, con Avery Bradley addosso e senza tentare una rimessa diversa. "Era il tiro che volevo", le parole di Westbrook dopo la sconfitta, riportate da Royce Young di Espn. Parole che riecheggiano nelle dichiarazioni dell'allenatore, Billy Donovan: "Esattamente ciò che volevamo. Con tutti i grandi giocatori che abbiamo, dobbiamo dar loro la libertà di prendersi gli spazi e le posizioni che preferiscono, perchè a volte, quando da allenatore si ordina che tiro prendere, capita che si dica solo di andare al ferro o di fare dell'altro. Ciò che invece ho cercato di fare è stato di mettere rapidamente la palla nelle mani di Russell o di Paul George, in modo tale da consentire loro di tirare o attaccare. Arrivati a quel punto, mi fido dei miei ragazzi. Sono tutti ottimi giocatori offensivi. D'altronde è ben documentato il modo in cui lo scorso anno Russell ha risolto le partite sotto pressione". Un Westbrook che dice che "è necessario leggere cosa la difesa propone, per vedere cosa c'è a disposizione, chi c'è in area, chi è aperto per un tiro. Bisogna solo provare a creare le giuste spaziature e prendersi un buon tiro, non importa da dove". Tutto corretto, anche se non è esattamente ciò che è accaduto nel finale contro i Pistons, dove l'impressione era che la palla dovesse finire al numero zero per una tripla forzata.
I Thunder non hanno però perso la gara per un ultimo tiro finito su un ferro poco amico, e per aver dilapidato un vantaggio a lungo in doppia cifra, segnando solo 16 punti nel decisivo quarto quarto. I numeri, da questo punto di vista, sono impietosi: in questa stagione, Oklahoma City ha un record di una vittoria e ben nove sconfitte nell cosiddette clutch-time games, tirando con il 36.1% (24esimi in NBA), con un offensive rating di 96.5 (23esimi) e un defensive rating di 138.7 (ultimi). Con un parziale medio negativo di 42.2 punti per cento possessi in partite decise da scarto minimo. "Spesso abbiamo pagato una certa mancanza di solidità nel secondo tempo, arrivando con poche energie alle fine - ha proseguito Donovan - ma non penso che sia stato il caso della partita di stasera. I ragazzi hanno profuso uno sforzo incredibile, hanno giocato davvero duro. Ovviamente non tutto è andato alla perfezione, ma sono fiducioso, perchè credo che abbiamo eseguito sotto pressione nei momenti chiave. Vedo progressi in termini di solidità, so già che la gente ora dirà che abbiamo perso un'altra partita down the stretch, ma non mi interessa. Sono preoccupato solo dell'esecuzione, oggi abbiamo giocato nella giusta maniera quando la partita si è decisa". Se la convivenza di Westbrook, George e Anthony continuerà ad essere a lungo argomento di discussione, con i Thunder ancora alle prese con un record negativo, un 8-10 che spiega alcune delle loro difficoltà, un altro tema di attualità riguarda il rendimento delle riserve, da Raymond Felton a Jeramy Grant, passando per Alex Abrines, Patrick Patterson e John Huestis. Contro i Pistons, l'intera panchina di OKC ha segnato meno di Ish Smith, backup di Reggie Jackson, tredici punti contro quindici. La lunghezza del roster non è più quella delle scorse stagioni, causa ultime trade: il primo quintetto di Donovan è di livello assoluto (estremamente fisico e atletico), il secondo sembra invece l'opposto, quasi a rimarcare tutte le contraddizioni di questa fase di regular season di Westbrook e compagni.