Derby texano andato in scena all’ American Airlines Center di Dallas, dove i padroni di casa, i Mavericks, la peggior squadra della western conference (2-13), hanno ospitato i San Antonio Spurs (9-5). La squadra di Popovich, priva del duo composto da Tony Parker e Kawhi Leonard, continua ad imporsi ai vertici dell’ovest, secondi solo agli Houston Rockets e ai campioni in carica, i Golden State Warriors. Come spesso accade tuttavia, le rivalità assottigliano sempre le differenze tecniche che possono sembrare troppo ampie per essere colmate e l’NBA non fa eccezione da questo punto di vista, anzi ci regala spesso parecchie sorprese. Partita equilibrata, decisa nel finale e su pochi possessi nel corso della partita che hanno confermato i pronostici a favore dei nero argento, ma che ha visto i Mavs ben più combattivi e solidi del previsto.
Inizio di gara sui binari dell’equilibrio più completo, oltre che del basso punteggio e delle scarse percentuali, soprattutto dalla lunga distanza per entrambe le compagini. Inizio forte per Matheus e Barnes, ai quali gli speroni rispondono con il duo di lunghi composto da Pau Gasol e LaMarcus Aldridge che inizia ad imporre il proprio impatto offensivo dal post basso. Dennis Smith jr. accende il pubblico di casa sfruttando il mismatch contro Gasol e inchioda la bimane al ferro, ma gli Spurs tengono botta e grazie ai jumper dalla media di Paul, Gay e Murray guadagnano il vantaggio. Due penetrazioni consecutive di J.J. Barea, di cui una con fallo subito, mantengono a contatto i Mavs, per un primo quarto che si chiude sul 17-16 per gli ospiti.
Inizio di secondo quarto pirotecnico con Kebler che schiaccia in testa a Rudy Gay, ma gli Spurs hanno il merito di non scomporsi mai e grazie all’egregio sfruttamento dei blocchi da parte dei tiratori lucrano punti da dietro l’arco con buona continuità. Nowitzki e Barea rispondono alla bomba di Mills, Kebler schiaccia ancora su alto basso con WuderDirk per il vantaggio Mavs, immediatamente colmato dalla tripla ancora di Patty Mills in una fase della partita spettacolare e ricchissima di cambi di fronte. Interessante duello a distanza tra Nowitzki e Aldridge che entrambi con dei fade away, specialità della casa, mantengono viva una partita che fatica a trovare un padrone definitivo. Patty Mills è praticamente infallibile e con 5 punti consecutivi regala il vantaggio ai suoi sul 34- 31 a 5 minuti dal termine del primo tempo; temporaneo vantaggio colmato da Smith jr. che mantiene a galla i suoi, contro degli Spurs che tentano di dare la spallata definitiva alla partita. Piccolo alterco tra Mejiri e Aldridge che contribuisce solo ad accendere quest’ultimo, oltre che la partita, grazie anche alla chase down di Rudy Gay su contropiede dei Mavs, in un primo tempo che si conclude con gli Spurs avanti di cinque lunghezze (39-44).
Secondo tempo che vede Aldridge riprendere da dove aveva iniziato con il tap-in sul tiro di Pau Gasol e con l’alto-basso, sempre con il lungo catalano, con il gioco da tre punti annesso. Grande difficoltà per Dallas in questa fase della partita a contenere Aldridge che punisce anche dalla media distanza con il suo affidabilissimo jumpshot. Alla festa si iscrive pure Manu Ginobili con quattro punti consecutivi con Dallas che fatica a stare al passo dei nero argento e scivola a -11 sul reverse layup di Forbes. A risollevare le sorti dei Mavs ci pensa ancora Barea che con 5 punti consecutivi tiene a galla i suoi come può, supportato da una buona reazione difensiva della squadra e da Wesley Mathews e Denis Smith jr. che riportano i suoi a -3 sulla sirena del terzo quarto.
E' ancora la grande solidità degli Spurs a farsi preferire, con gli ospiti che coralmente rispondono al cambio di inerzia della partita macinando gioco come in pochissimi in questa lega riescono a fare, con il solito LaMarcus Aldridge a mostrare la via. Denis Smith jr. mantiene in partita Dallas grazie alle sue inesauribili energie, spezzando i raddoppi e punendo da dietro l’arco, ma San Antonio risponde sia in difesa che in attacco con Ginobili, chirurgico i n questa partita. Il solo apporto del rookie da North Carolina State non basta ad impensierire gli ospiti che amministrano la partita fino al suo termine, che li vede espugnare l’American Airlines Arena per 91-97.