Scelti rispettivamente alla numero tre e alla numero cinque del Draft NBA del 2015, Jahlil Okafor e Mario Hezonja stanno vivendo un momento difficile in maglia Philadelphia 76ers e Orlando Magic. Pochi minuti e campo visto raramente, con la fiducia delle due franchigie nei loro confronti in netto ribasso, al punto che a entrambi non verrà "esteso" il contratto da rookie, quello dopo le prime tre stagioni da professionisti.
Una sorpresa, dato il talento dei due ragazzi, ma anche una conferma delle recenti difficoltà di ambientamento nel basket NBA. A far più rumore sarà l'addio di Jahlil Okafor ai Philadelphia 76ers. Secondo quanto riportato da Philly Voice, poi confermato da Espn, il frontoffice dei Sixers ha deciso di non esercitare (ieri termine ultimo) la team option di 6.3 milioni nei confronti di Okafor, per la stagione 2018/2019. Okafor diventa così il terzo giocatore top three al Draft della storia NBA a non vedere il suo contratto rinnovato al termine del triennio da rookie, dopo Anthony Bennett e Hasheem Thabeet (rispettivamente prima e seconda scelta assoluta ai Draft del 2012 e del 2009). Destino amaro quello del prodotto dei Duke Blue Devils, che nel 2015 fu a lungo considerato tra gli addetti ai lavori una possibile prima chiamata (poi i Minnesota Timberwolves scelsero Karl-Anthony Towns e i Los Angeles Lakers D'Angelo Russell). L'avventura NBA di Okafor è stata sino a questo momento segnata da un primo anno estremamente complicato, in cui probleimi extracampo si sono sovrapposti a difficoltà oggettive nell'inserimento della Philadelphia del tanking e del rebuilding. Un carattere non facile, unito all'esplosione di altri lunghi di livello come Joel Embiid e Dario Saric (fino allo scorso anno a Phila c'era anche Nerlens Noel), ha sostanzialmente chiuso in anticipo l'avventura di Okafor in Pennsylvania, dopo diverse finestre di "mercato" in cui il frontoffice dei Sixers aveva cercato di scambiarlo. Ora Colangelo e soci puntano su Saric e Simmons, ai quali invece verrà applicata la team option per il terzo anno, ma anche su esterni giovani come Luwawu-Cabarrot e Justin Anderson (quest'ultimo verso la fine del suo triennio da matricola). Da luglio (ma forse prima, in caso di trade), Jahlil Okafor si rimetterà in gioco: diverse le squadre che cercheranno di regolarne il talento, a lui il compito di diventare un giocatore affidabile.
Situazione identica per Mario Hezonja, il croato giunto in NBA nel 2015, scelto alla numero cinque dagli Orlando Magic, con tantissime aspettative nei suoi confronti. Aspettative generate dallo stesso giocatore, che con la maglia del Barcellona aveva lasciato intravedere meraviglie in Europa, auto-candidandosi come nuovo fenomeno della pallacanestro NBA. Su di lui ha puntato per tre anni la franchigia della Florida, senza successo, anche se va detto che Hezonja ha visto il campo con pochissima continuità, nonostante a Orlando si siano alternati diversi allenatori nelle ultime stagioni. Small forward di talento, capace di tirare dall'arco come di creare giocate spettacolari, il croato non ha mai convinto per atteggiamento e attitudine. Ecco perchè i Magic hanno ora deciso di lasciarlo partire, non rinnovandogli il contratto in scadenza a giugno 2018, secondo quanto riportato da Adrian Wojnarowski di Espn (declinata un'opzione da 5.2 milioni di dollari per la prossima annata). Nel suo ruolo Orlando decide di puntare su altri giocatori, come Aaron Gordon, vicino alla definitiva esplosione, Jonathon Simmons, giunto in estate come free agent (in uscita dai San Antonio Spurs) e sul giovane Jonathan Isaac, scelto alla numero sei all'ultimo Draft. Da non sottovalutare il fattore relativo al cambio di frontoffice in casa Magic: Hezonja non è stato scelto dall'attuale management, ed è già stato al centro di ipotesi di trade negli ultimi mesi, in particolar modo con i Sacramento Kings. Chissà che proprio da uno scambio non riparta, stavolta con convinzione, l'avventura NBA del talento croato, classe 1995, esattamente come Jahlil Okafor.