Dobbiamo dirlo, perchè in fondo è così. Restare incollati alla tv per più di due ore, in piena notte a guardare per intero una partita dei Detroit Pistons, non è cosa semplice, poichè è un collettivo che non bada allo spettacolo, non annovera all'interno del roster superstar del calibro di James, Westbrook, Curry o Harden, e soprattutto fa della difesa il suo punto di forza. Nelle prime cinque uscite stagionali, la franchigia della Mo-Town è riuscita però ad esultare in tre circostanze, record dunque positivo che ha permesso agli uomini di Stan Van Gundy di lavorare con più rilassatezza, serenità, con quella classica 'mente sgombra' foriera nello sport quasi sempre di soddisfazioni.
Nella notte, Detroit ha superato con pieno merito anche i Clippers, allo Staples Center, e per chi ha definito la franchigia del Michigan solo un fuoco di paglia, ancora non ha tra le mani il giusto materiale per poter affermare il classico: "Avevo ragione io". In California, a casa di gente del calibro di Griffin, Jordan e perchè no, del nostro Gallinari, Detroit non è stata assalita da alcuna paura ed ha approcciato la sfida contro l'unica squadra della lega ancora imbattuta senza alcun timore reverenziale. Nessuna ansia da prestazione, la 'prova del nove' è stata superata con voti ben al di sopra della sufficienza.
Come detto, i Pistons non fanno dell'attacco il loro punto di forza, non disponendo di quel 'primo violino' in grado di garantire 30 o più punti a partita. Nessun giocatore ha superato a fine serata quota 15 punti, quelli segnati dalla point guard Reggie Jackson e dal pivot Andre Drummond, con quest'ultimo che ci ha aggiunto anche 17 rimbalzi, 3 stoppate e due recuperi, vincendo il duello a distanza con il centro dei Clippers DeAndre Jordan (tenuto a 7 punti in 34 minuti, con 14 rimbalzi). Hanno contribuito anche Langston Galloway (13 punti dalla panchina) ed Avery Bradley con 12. Ognuno ha apportato quel mattone necessario affinchè la costruzione della vittoria avesse solide fondamenta.
Come da prassi, però, a risultare decisiva è stata la difesa dei Pistons. Nella fase cruciale dell'incontro, ovvero l'ultimo quarto, la franchigia della Mo-Town ha costretto L.A. a sporcare le percentuali in attacco e tirare con un pessimo 24% dal campo, concedendogli di fatto solo la miseria di 6 canestri. Drummond e soci, dunque, per l'intero ultimo quarto hanno immesso una diga tra gli attaccanti dei Clippers ed il loro canestro, rendendo la vita durissima a questi ultimi che hanno dovuto abdicare. I 28 punti in attacco realizzati da Detroit, quindi, hanno fatto tutta la differenza del mondo, e sono bastati per cogliere il successo nella Città degli Angeli. Con la quarta W in sei gare, i Pistons sono volati al secondo posto nella Eastern Conference, appaiati ai Boston Celtics ed in scia dei sorprendenti Orlando Magic. È chiaro che gli equilibri sono ancora tutti da definire, ma questo inizio di regular season ha lasciato in eredità agli aficionados della squadra della Mo-Town più di un motivo per poter sorridere.