New Orleans Pelicans - Golden State Warriors 120-128
Non bastano, nemmeno stavolta, i settanta punti combinati ed equamente distribuiti del duo Cousins-Davis ai New Orleans Pelicans per superare la resistenza dei Golden State Warriors. Non basta nemmeno un inizio a spron battuto dei padroni di casa, intensi difensivamente e devastanti in attacco, soprattutto in transizione: i Pelicans giocano a fare i Warriors, riuscendo a serrare le maglie spalle a canestro e trovare punti facili in contropiede e a rimbalzo d'attacco. Energia triplice rispetto agli ospiti, che alla prima pausa si ritrovano sotto di tredici lunghezze (39-26). La sveglia per i Campioni in carica la suona Kevin Durant, in attacco con un paio di giocate delle sue ed in difesa con due stoppate che infondono fiducia ed energia alla squadra di Kerr. I Pelicans sembrano poter rispondere colpo su colpo soprattutto con Davis, ma è la serie di triple firmata dai tre Splash Brothers che riporta all'intervallo sotto di tre i viaggianti.
L'inerzia si sposta definitivamente dalla parte degli ospiti ad inizio ripresa, quando le iniziative individuali di Cousins non sono sufficienti a mettere una pezza alla pioggia di triple di Klay Thompson, il quale si infiamma ed infila una bomba dopo l'altra segnando l'allungo di Golden State (77-66 con undici punti in un amen). Davis prova a tenere a contatto i suoi e, grazie anche alle triple di Clark sembra riuscirci, ma i Pelicans non riescono più ad intaccare la leadership dei Warriors. Nonostante i tentativi delle twin towers sono Durant e West a mettere in ghiaccio la sfida. Alla sirena conclusiva i padroni di casa riescono a contenere il passivo, uscendo a testa alta dalla contesa.
Phoenix Suns - Los Angeles Lakers 130-132
Pochi tatticismi e tanto, tantissimo ritmo, talvolta fin troppo sfrenato in quel di Phoenix, dove non bastano Bledsoe, Booker e Warren ai padroni di casa per condurre in porto la prima vittoria stagionale. Passano invece in Arizona i Los Angeles Lakers di Lonzo Ball, finalmente decisivo, e Brandon Ingram: il playmaker gialloviola confeziona una prova di assoluto valore, sfiorando la tripla doppia per un solo assist. In avvio di gara è tuttavia Ingram ad essere maggiormente in palla: otto punti quasi di fila e Los Angeles avanti di una manciata di punti. Risponde Booker dalla parte opposta, con gli attacchi che si fanno preferire e non poco sulle difese. Entrambe le squadre mostrano enormi lacune, alle quali il talento individuale pone rimedio dalla parte opposta: Lonzo sale in cattedra anche dal punto di vista realizzativo, ma Warren e Bledsoe non stanno a guardare. L'equilibrio non si schioda fino all'intervallo, con Phoenix che nel secondo periodo trova l'abbrivio giusto per piazzare il break e chiudere avanti di tre alla sirena di metà gara.
In avvio di secondo tempo Bledsoe prova a far scappare definitivamente i suoi, ma la risposta dei Lakers è di personalità: le amnesie difensive dei Suns fanno il resto, ma Ingram e Lonzo si caricano la squadra sulle spalle piazzando il break che vale il più 8 (85-93). Di Warren e Booker i tentativi di rimonta dei padroni di casa, frustrati sul nascere da cinque punti di Ball che mandano in visibilio il pubblico. I Lakers sembrano in controllo della gara stabilmente, volano sul più 12 ma si siedono sugli allori troppo presto, lasciando a Bledsoe e Booker la possibilità di cucire interamente lo strappo. Il finale è punto a punto: Bledsoe accorcia ancora da tre, ma sono due giocate di Lonzo in penetrazione a mandare i titoli di coda. Vincono i Lakers.