Qualche giorno fa, probabilmente emozionato e ansioso, Joel Hans Embiid si presentava negli uffici principali di casa Philadelphia 76ers, per depositare la propria firma sul nuovo contratto. Un passo lungo quanto la sua gamba, che gli permette così di diventare il vero faro, la promessa, il perno di questa franchigia. Philadelphia ne aveva bisogno; arrancava di prestazioni ormai da troppi anni, mancava un progetto, una solidità. Forse ora sono giunti a qualcosa di simile, ad un sospiro da tirare per poter così dire: “ci siamo anche noi in questa lega!”. E niente di meglio per annunciarlo, che con un’estensione a cinque anni per il talentuoso centro camerunense. Cosa ancora più importante è che anche il giocatore si merita tale step: combattere con i problemi fisici era diventata routine, concentrarsi sulle partite cosa difficile. Ribaltare questo effetto negativo è fondamentale per Joel, riuscire a trovare una stabilità, un equilibrio che gli consenta di disputare più partite di regular season possibili. Perché le qualità le ha dimostrate a tutti, Joel Embiid non è solo un giocatore che sa leggere bene entrambe le fasi, ma sa spaziare in tante aree delle rispettive: tiri da tre, giocate dal post, tiro dalla media, penetrazione… e questo solo per fare alcuni esempi offensivi. Difensivamente parlando è un giocatore temibilissimo, un muro da scavalcare, che se messo in campo al massimo della forma ha visto scontrarcisi anche giocatori del calibro di LeBron James e James Harden, tanto per citarne due di rilevante spessore nella lega. I numeri del ventitreenne di Philadelphia parlano da soli: le sue medie rapportate su 36 minuti sono molto vicine a quelle del grande Wilt Chamberlain nel suo anno da rookie, semplicemente pazzesco!
Nella notte si è giocata la partita di preseason che ha visto il debutto di “The Process”, il soprannome di Embiid. La squadra ha concluso la partita egregiamente, schiacciando i poco abili Brooklyn Nets con un pesante 133 a 117, ma ciò che fa più scalpore e richiama gli appassionati di NBA ad alzare le antenne, è proprio la prestazione del camerunense, che ha chiuso la gara con 22 punti segnati, 7 rimbalzi collezionati e 3 assist a referto. Tutto ciò in diciotto minuti giocati. Un gioco mostrato surclassante, nessun giocatore poteva marcarlo sul campo. Domina Joel, che sia dal post, o che sia anche dalla lunga. Un’abilità e una sicurezza che solo un all-star possiede. Da sottolineare è anche la prestazione di Dario Saric che in ventiquattro minuti giocati segna 26 punti con 9 rimbalzi. Di certo non è da lasciare in disparte il giocatore croato, che nel corso del match si è sempre fatto trovare pronto, soprattutto da fuori, insaccando cinque delle otto triple tirate. Spesso assistito da un Ben Simmons ultra ricettivo nel cogliere i compagni lasciati liberi nelle isole da tre. Grande prova di squadra quindi per i Philadelphia 76ers, che dimostrano di essere pronti a competere in questa stagione di fuoco e forse di riuscire ad accaparrarsi un posto nei playoff targati 2018.
Allora cosa aspettarsi da Joel Embiid?
Le aspettative sul giocatore sono elevate, come lo sono le sue capacità d’altronde. È amato dal suo pubblico ed è stimato dai compagni, oltre che dalla società, ma ormai quasi tutti gli appassionati NBA stanno dalla sua parte e provano un po’ di empatia per il grande gigante buono. Il rischio è sempre quello che Embiid non riesca a fare una stagione costante per via degli infortuni: le condizioni fisiche, infatti, non sono mai state chiare e le precauzioni su di lui tantissime. La paura è tanta in società, più che altro per il semplice motivo che perdere il giocatore su cui punti vuol dire rischiare di far cedere un progetto. Se le condizioni di Joel Embiid dovessero essere buone quello che potrebbe fare andrebbe oltre le aspettative, è un giocatore devastante, non esiste limite per un atleta di questa portata, non solo fisica, ma anche emozionale. È un sentimento quello che lui si porta dietro in ogni partita che disputa, è tutta una città che scende con Joel sul parquet: è Philadelphia con lui. Potrebbe arrivare a vincere il “Defensive Player of theYear”, o il “Most Improved Player”, potrebbe addirittura giocare l’all star game con i più grandi, perché lui è uno dei più grandi a condizioni equilibrate. L’unica cosa da fare è fidarsi del processo, perché non ci deluderà, e insieme gridare: “Trust The Process!” al prossimo canestro che segnerà e a tutti quelli che seguiranno.