Che si possa parlare di rilancio in quel di L.A. non è poi così sbagliato, considerati i tanti investimenti (giusti o sbagliati, non sta a noi dirlo) fatti nel corso degli anni e le tante novità apportate sia sul piano tecnico che su quello dirigenziale. Ora, per i Los Angeles Clippers si può parlare senza alcun dubbio di una nuova era. Anche perchè per la prima volta dopo sette stagioni, ad aprire lo starting five della formazione losangelina non ci sarà Chris Paul. L'uomo che era approdato in California proprio per vincere, e che per lo stesso motivo ha deciso di andare via, forse indotto a cambiare aria da un progetto che di fatto non lo esaltava più, oltre che per la possibilità di ottenere un gran contratto di rendersi parte di un progetto all'apparenza più coinvolgente, come quello dei nuovi Houston Rockets. E in più se n'è andato anche J.J. Redick, approdato in quel di Philadelphia. Da cosa ripartiranno, allora, Doc Rivers e il suo staff per cercare di fare quanta più strada possibile soprattutto considerando una competitività che nella Western Conference continua a crescere di anno in anno, con volti nuovi e con superstar che decidono di spostarsi a giocare nelle franchigie degli USA occidentali?
L'EREDITA' DI CP3 - Partiamo proprio dal principale interrogativo che accompagnerà i nuovi Los Angeles Clippers, almeno nella prima parte della stagione in cui bisognerà stabilire le gerarchie: chi prenderà il posto di Chris Paul in cabina di regia? Per una questione di anzianità a livello NBA, verrebbe da dire che il sostituto del nuovo playmaker degli Houston Rockets sarà proprio uno dei volti nuovi arrivati dopo la trade, ovvero Patrick Beverley. Tuttavia, considerando la grande quantità di punti che dovrebbe arrivare proprio dai palloni manovrati dai piccoli, ecco che emerge in maniera sempre più imponente la candidatura di Milos Teodosic. L'esperto playmaker serbo ha deciso di farsi notare fin da subito, giocando delle buone partite in pre-season e cercando comunque di mettere in mostra il proprio potenziale in relazione al basket che si gioca Oltreoceano: difficilmente l'ex CSKA Mosca sarà un grande realizzatore, ma sicuramente sarà musa per i propri compagni. Ed ecco che allora Beverley potrebbe essere utilizzato da guardia, con buona pace di Austin Rivers che sperava di essere nello starting five sotto la guida del padre.
IL GALLO CI PROVA - Si è fatto anche un gran parlare, soprattutto nel nostro Paese, della decisione di Danilo Gallinari di lasciare i Denver Nuggets per aggregarsi ai nuovi Los Angeles Clippers. Non erano mancate le chances per il giocatore di Sant'Angelo Lodigiano di approdare magari in franchigie maggiormente candidate alla conquista dell'anello, ma alla fine è stato Doc Rivers, oltre ad una maggiore possibilità di partire in quintetto, a far prendere al giocatore azzurro la decisione di ripartire dalla California, restando dunque a Ovest. Sarà senza dubbio lui l'ala piccola titolare, con la possibilità sia di sfruttare il lavoro dei compagni (gli assist di Teodosic ma anche lo spazio creato dai lunghi), sia di lavorare proprio in funzione di gente come Griffin o Jordan. Oltre, magari, a poter giocare qualche minuto di qualità anche da numero 4 dinamico e con tante soluzioni a propria disposizione, sia in attacco che in difesa. Per il Gallo, dunque, l'approdo in casa Clippers potrebbe essere vista come l'occasione per affermarsi in una franchigia con ambizioni superiori.
LA FORZA BRUTA - Ormai da qualche stagione, quando si parla dei Los Angeles Clippers non si può non fare riferimento a Blake Griffin e DeAndre Jordan. L'ala forte che a L.A. ha giocato fin dal suo debutto nella lega, sembrava poter addirittura cambiare aria in un'operazione che avrebbe consentito alla franchigia di poter ripartire da Paul. Alla fine, però, il management dei Clippers ha deciso di lasciar partire il playmaker e di puntare ancora sul numero 32, il quale vuole ora prendersi il ruolo di uomo-franchigia, di leader carismatico oltre che tecnico, dopo aver lavorato ancora una volta in maniera intensa durante l'estate per limare qualche difetto sul piano stilistico e tecnico. Ha ben poco su cui lavorare, anche perchè sono decisamente limitate le richieste che gli vengono fatte, DeAndre Jordan, il quale spera che la partenza di Paul non lo escluda almeno in maniera parziale dai giochi offensivi dei Clippers. L'arrivo di Teodosic, un vero e proprio genio del parquet, potrebbe in un certo senso aiutarlo, ma c'è da dire che L.A. non può andare da nessuna parte senza il dominio sotto i due canestri del proprio pivot.
OCCHIO ALLA PANCA - E per una squadra che si è posta come obiettivo quello di prendere parte almeno alla semifinale della Western Conference, non possono mancare uscite importanti dalla panchina a disposizione di coach Doc Rivers. Abbiamo già parlato dei tre giocatori che si giocano due posti in quintetto, ovvero di Beverley, Teodosic e Austin Rivers: chiunque di questi tre esca dalla panchina, non si può non parlare di effetto immediato. Il primo con energia e difesa, il secondo con fosforo e fantasia, il terzo con l'atletismo e qualche tiro pesante in mano. Tutti saranno utili a prescindere dal proprio ruolo, partita dopo partita. E poi c'è Lou Williams, uno di quelli che sa fare la differenza anche in pochi minuti di presenza sul parquet. Coach Doc sa cosa aspettarsi da lui, non lo carica di responsabilità importanti e lo stesso ex giocatore dei Raptors è pronto a dare una mano. Così come Sam Dekker, arrivato da Houston nella celebre trade che ha portato CP3 tra le braccia di D'Antoni. L'ala giunta alla sua terza stagione nella lega, dopo aver fatto vedere qualcosa di importante uscendo dalla panchina dei Rockets, è pronto ad affermarsi come elemento di spicco del secondo quintetto del Clippers. Chiudiamo con Willie Reed e Wesley Johnson, giocatori ai quali Rivers potrebbe affidarsi in determinati momenti delle partite.