Ripartire dopo la delusione della scorsa annata, da quell'undicesimo posto ad Est che sa ancora di fallimento, da quel record nefasto caratterizzato da appena 36 vittorie a fronte di 46 sconfitte. Nel North Carolina c'è voglia di rivalsa, specie in Micheal Jordan, ex leggenda della palla a spicchia a stelle e strisce, ora proprietario della franchigia. Condurre in alto gli Charlotte Hornets, questo è il suo obiettivo, ma si sa, in NBA il percorso di crescita richiede tempo, ed anche qualche boccone amaro da buttar giù. Charlotte, lo scorso anno, è stata penalizzata dall'impatto avuto dai suoi migliori giocatori, i quali hanno tenuto un rendimento al di sotto delle aspettative, eccetto Kemba Walker(23,2 punti di media, il massimo in carriera al tiro, 44,4% dal campo e 39,9% da tre, numeri che gli sono valsi la prima chiamata ad un All-Star Game). Nicolas Batum e Michael Kid-Gilchrist, coppia osannata durante la scorsa off-season, non è però sbocciata agli ordini di coach Steve Clifford. Sufficienza stentata anche per Marco Belinelli, la cui esperienza dalle parti dello Spectrum Center non resterà di certo ben fissa nella memoria dei supporters dei 'calabroni'. Non a caso, è stato lasciato libero di accasarsi altrove.

Il front-office degli Hornets ha puntato sulla continuità. Un fattore positivo sarà certamente quello di aver mantenuto quasi intatta la spina dorsale della squadra, con Kemba Walker, point guard e faro della squadra, chiamato a rimboccarsi le maniche dopo una stagione nella quale ha raccolto tanto sotto l'aspetto personale, poco con il team. Al classe 1990 nativo di Bronx manca un nulla per diventare a tutti gli effetti una superstar della lega, e condurre la sua squadra in off-season potrebbe essere un ottimo viatico per ottenerne la definitiva certificazione. Primo violino in attacco, dovrà affinare la sua fase difensiva e dare manforte ai vari Kidd-Ghilchirst ed Howard sotto il proprio canestro. Dopo aver deciso che Ramon Sessions, Brian Roberts e Briante Weber non erano all’altezza di fare da backup proprio a Walker, si è deciso di puntare su Michael Carter-Williams, silurato dai Chicago Bulls dopo solo un anno di militanza in Illinois. Reduce da guai fisici ad un ginocchio, è un giocatore che deve ritrovarsi, ma può contare su grandi mezzi sia tecnici che fisici e la cura Clifford potrà assolutamente dare benefici. Terzo playmaker, Julyan Stone, ex Reyer Venezia. Parte nelle retrovie, lo vedremo in campo di rado.

Kemba avrà ancora accanto Nicolas Batum in uno dei backcourt più intriganti, assortiti dell’Est. Il francese incrocerà le dita, sperando di vivere una stagione senza infortuni, che negli ultimi mesi lo hanno tormentato. Occhio a Malink Monk, arrivato dal ricco Draft dello scorso giugno. Scorer puro, è una shooting guard molto talentuosa, con punti nelle mani, che per caratteristiche fisiche e tecniche potrebbe subito dire la sua tra i pro. Da capire quali siano le condizioni di salute del ragazzo scelto dagli Hornets all'undicesima chiamata. Un fastidioso infortunio alla caviglia, infatti, lo ha afflitto per tutta l'estate, non permettendogli di allenarsi con continuità e tra l'altro gli ha fatto saltare l'intera Summer League. Jeremy Lamb e l'altro rookie tutto da scoprire, Dwayne Bacon, si alterneranno nel ruolo di 'due', ma partono più indietro nelle gerarchie, almeno quelle iniziali.

Kemba Walker in azione. Fonte: Charlotte Hornets Twitter

Nello spot di ala piccola, ecco Micheal Kidd-Ghilchirst, anch'egli un profilo che non scherza affatto con gli infortuni. Il peggio però sembra alle spalle ed è pronto a vivere una stagione importante: c'è da capire, infatti, cosa voglia fare da grande, e dopo aver risolto in parte i suoi problemi caratteriali (timido, non riusciva praticamente mai a farsi intervistare) vorrà capire realmente il suo valore in campo, poichè a 24 anni non può essere più considerato un esordiente. E' pronto a portare fisicità e intensità sopratutto nella propria area. Poche le alternative nel ruolo, e poichè il classe 1993 non potrà disputare 48' minuti a sera, coach Clifford dovrà inventarsi qualcosa, essendo la coperta piuttosto corta. Per il training camp, Charlotte ha annunciato la firma di Luke Petrasek, rookie uscito da Columbia University. Difficile sapere se verrà confermato oppure no tra i 'quindici' che formeranno il roster definitivo. Chi ci sarà, ed è sicuro del posto, è invece Marvin Williams, deputato a ricoprire il ruolo di ala grande titolare. Giocatore versatile, conosce bene il suo ruolo da ricoprire, prende pochi tiri forzati ed e funzionale al gioco degli Hornets, che anche quest'anno catalizzeranno molte delle azioni offensive sul pick and roll tra Walker ed Howard.

Tanta, tantissima curiosità desta l'ingaggio di 'Superman'. Se fosse stato acquistato tre o quattro stagioni fa, sarebbe stato il fulcro principale della squadra, ora invece è semplicemente un grosso punto interrogativo. Si è deciso di puntare su una star, che seppur sia in marcata fase calante, garantisce ancora un buon quantitativo di punti e rimbalzi, oltre ad una presenza di un certo livello nel pitturato. Resta da capire con quale voglia approccerà questa sua nuova avventura professionale, l'ultima chance per chiudere dignitosamente una carriera partita alla grande, ma via via spentasi. Se dovesse integrarsi al meglio nel sistema di gioco che ha in mente Clifford, e quindi trovare la giusta coesione con i vari Walker, Batum, Lamb e Monk, Howard può dare ancora tanto nella lega e recitare il ruolo di 'secondo violino' offensivo dalle parti della Time Warner Cable Arena. Il pacchetto lunghi è dignitoso, in quanto annovera anche Franck Kaminsky e Cody Zeller. Entrambi in crescita, non hanno convinto a pieno il front-office della franchigia del North Carolina (essendo ancora un pò acerbi) che dunque non se l'è sentita di affidare solo a loro le chiavi del pitturato.

La presentazione di Dwight Howard. Fonte: NBA.com

Tutto sommato, il roster degli Hornets non è poi così male. Se dovessimo esprimere una sorta di previsione, sul ruolo che possano recitare ad Est, ci sbilanciamo, attestandola intorno all'ottava, nona posizione, dunque ai margini della zona playoff. E' chiaro che molto passa dalla stagione che saranno in grado di vivere i titolarissimi: Walker si dovrà confermare un All-Star, Batum e Kidd-Ghilchirst su livelli di eleganti comprimari, Howard dominante. Inoltre, il ruolo fondamentale verrò ricoperto dalla second unit: se Lamb, Monk, Bacon e Carter-Williams reggeranno le responsabilità che gli verranno addossate quando i titolari riposeranno? Sè si, allora Charlotte può dire la sua e combattere con il gruppone di squadre per cercare di fare nuovamente capolineo in post season. Se ciò quindi dovesse accadere, ecco spalancate le porte del TD Garden o della Quicken Loans Arena. Scegliere, in questi casi, conta poco.