Non è assolutamente un mistero che l’ex stella degli Indiana Pacers Paul George abbia, fin da bambino, nel cuore i colori giallo e viola dei Los Angeles Lakers. Il prodotto di Fresno State, nativo della contea di LA, si è sempre dichiarato un forte sostenitore della franchigia sedici volte campione NBA, nonostante per anni sia stato a tutti gli effetti il leader della squadra di Indianapolis e quindi avversario dei suddetti Lakers.
Poco prima dell’inizio dell’estate PG13 ha espressamente dichiarato alla dirigenza Pacers e ai media la sua volontà di cercare un'altra sistemazione durante la free agency dell’estate del 2018, periodo di scadenza del suo contratto, con la probabilissima intenzione di ritornare in California e vestire la canotta che ha sempre sognato di indossare. Queste dichiarazioni hanno fatto correre ai ripari la dirigenza di Indiana che ha subito cercato acquirenti per il quattro volte all-star durante il periodo estivo, in modo tale da non rischiare di perdere la propria stella senza nulla in cambio nella free agency 2018. Acquirenti trovati negli Oklahoma City Thunder che hanno scambiato per l’ala piccola californiana Victor Oladipo e Domatas Sabonis, due giocatori giovani e di livello, che tuttavia evidenziano la fretta e l'“obbligo” dei Pacers di intavolare una trade, essendo una contropartita alquanto ridotta per uno dei migliori two way player dell’intera NBA. I Thunder dal canto loro hanno deciso di correre il rischio di vedere la loro nuova acquisizione lasciare l’Oklahoma dopo una sola stagione appunto in direzione Los Angeles, nonostante trapeli un certo ottimismo.
Notizia delle ultime ore è quella che vedrebbe gli Indiana Pacers accusare i Los Angeles Lakers, squadra dei sogni di Paul George, di aver intavolato contatti illeciti, in gergo Tampering, con l’ala piccola, ancora sotto contratto con la franchigia gialloblu, in modo tale da convincerlo a optare per il ritorno in patria una volta svincolato. Le accuse, in particolare, sono state volte al presidente della franchigia Earvin Magic Johnson, particolarmente attivo in questi primi mesi del suo incarico e visto come una sorta di puparo dietro le quinte di questo fatto. Questo tipo di contatti, soprattutto non durante le finestre di mercato, sono assolutamente vietati da parte dell’NBA, pena pesanti sanzioni pecuniarie e non solo. I Lakers a seguito di questa accusa, ancora da verificare, ma a conti fatti verosimile se consideriamo lo svolgimento della vicenda, hanno pubblicamente dichiarato la loro innocenza: “Come il comunicato NBA ha definito, non possiamo divulgare le specifiche delle indagini in corso. Comunque possiamo confermare la nostra completa collaborazione con l’NBA nella speranza di chiarire la situazione il prima possibile”.
Nei prossimi giorni verranno svolte tutte le indagini del caso, alla luce delle quali verrà verificata la colpevolezza o meno della franchigia angelina, che se si rivelasse confermata darebbe addito a sanzioni pesantissime che potrebbero consistere, a seconda della gravità del reato, nella perdita di scelte ai prossimi draft, multe fino a 5 milioni di dollari, limitazioni sulla potenziale futura acquisizione di George e la sospensione degli ufficiali coinvolti nel reato.
Queste accuse di tampering sono sintomatiche di un processo che pare aver preso piede all’interno del sistema NBA, il quale sembra essere sempre più soggetto a questo tipo di manipolazioni attraverso contatti illeciti con atleti ancora sotto contratto. Comunque una colpevolezza, quella dei Lakers, che è ancora ben lontana dall’essere verificata, con il comprensibile tentativo dei Pacers di tutelarsi a fronte di una perdita così gravosa come quella della loro ex stella. Attenderemo conferme o smentite ufficiali da parte dell’NBA su questa spiacevole vicenda.