Dopo essere giunti a un passo dalle Finali della Eastern Conference, battuti in una serie serrata, a sette gare, dai Boston Celtics, i Washington Wizards vogliono ora effettuare l’ultimo salto di qualità, quello che conduce dalla solidità alla reale élite NBA. Operazione non facile, in una lega in cui stanno aumentando i cosiddetti superteams, squadre con più stelle in una sola squadra (dai Golden State Warriors campioni in carica agli attuali Cleveland Cavaliers, passando per gli Houston Rockets di James Harden e Chris Paul e per gli Oklahoma City Thunder di Russell Westbrook e Paul George). Nella capitale federale non manca in realtà una coppia da sogno, quella formata da Bradley Beal e John Wall, in uno dei backcourt più forti che ci siano in circolazione.

E proprio da Wall hanno intenzione di ripartire i Wizards, come confermato dall’estensione al massimo salariale concessa in questa offseason al giocatore da Duke. Quadriennale da 170 milioni di dollari, questi i termini dell’accordo tra Washington e la sua point guard titolare, per creare stabilità e proseguire nel lavoro portato avanti da coach Scott Brooks, ex Thunder. L’accordo tra Wall e i Wizards ha messo tutti d’accordo, quantomeno stando alle dichiarazioni degli ultimi giorni. Soddisfatto il giocatore, ora pagato come una stella di prima grandezza, felici anche i vertici dell’organizzazione, salendo fino al proprietario della franchigia, Ted Leonsis: “John è un talento eccezionale – le parole di Leonsis, riportate dall’agenzia di stampa Associated Press e poi da Espn – è una pietra angolare della nostra squadra. La sua leadership, unità a qualità tecniche uniche, ci rende una squadra da titolo, del calibro delle migliori della lega”. Dichiarazioni che hanno trovato eco in quelle del Team President Ernie Grunfeld: “John ha lavorato con costanza per migliorare il suo gioco ed espanderlo sempre più, fino a essersi sviluppato in un All-NBA player, che ha elevato il livello della nostra franchigia. Siamo entusiasti del fatto che abbia voluto continuare a guidarci dopo i primi anni della sua carriera. In prospettiva, sarà un giocatore che renderà sempre più stabile il suo status all’interno dei grandi della storia di questa squadra”. Un Wall che ha ricambiato l’accetto (e il compenso) ricevuto: “Firmare per l’unica squadra in cui ho giocato in carriera è stata per me una decisione facile. Comprendo il ruolo di leader di questa franchigia e continuerò a lavorare duro per migliorare il mio gioco e rendere la nostra squadra più forte. Sono entusiasta, voglio che la città sia orgogliosa di noi”.

Se Wall e Beal rappresentano i pilastri da cui ripartire sin dalla prossima stagione per arrivare il più avanti possibile nella Eastern Conference, il resto del roster di Washington non sembra però all’altezza della situazione, anche perché il frontoffice dei Wizards avrà pochi margini di manovra nei prossimi anni, dopo aver pareggiato l’offerta dei Brooklyn Nets per Otto Porter (quadriennale da 106 milioni di dollari) e garantito lo scorso anno un quinquennale da 128 milioni allo stesso Beal. Tre esterni di grande valore, non affiancati da giocatori di pari livello. E le scelte salariali di Washington hanno avuto ripercussioni anche sulla free agency tuttora in corso, con Bojan Bogdanovic volato via verso gli Indiana Pacers (dopo essere giunto in inverno dai Nets), e con i soli Mike Scott (ex Atlanta), Tim Frazier (point guard ex Portland e New Orleans) e Jodie Meeks (che ha salutato Orlando) in arrivo nel distretto federale. Sembra dunque essere ancora la lunghezza e la completezza del roster il principale punto debole di Washington che, oltre ai due titolari Markieff Morris e Marcin Gortat, non ha un supporting cast adeguato alle esigenze di una squadra che pretende di essere da titolo. Tra i panchinari Ian Mahinmi e Kelly Oubre Jr non hanno sinora fornito garanzie di un rendimento continuo, mentre Tomas Satoransky è destinato a soffrire la fisicità NBA, con Jason Smith buona seconda linea, ma non in grado di essere un backup di livello tra i lunghi. Ecco perché i Wizards puntano tutto su Wall e Beal, i gemelli che non si amano (quantomeno fuori dal campo), ma costretti a convivere e a completarsi a vicenda per il bene della squadra della capitale federale.