La stagione 2016/17 dei Miami Heat è andata in archivio con l'amara delusione derivante dal mancato raggiungimento dei playoff, causa il 9° posto finale conquistato dopo un'incredibile rimonta che ha portato la franchigia della Florida a vincere 30 delle 41 partite disputate nella seconda metà di stagione. Uno sforzo che non è bastato ad agguantare la post-season, nonostante la squadra di Spoelstra sia riuscita a chiudere il record in perfetta parità (41-41), ha dovuto cedere il passo ad Indiana e Chicago. La mancata qualificazione ha depresso non poco il pubblico dell'"America Airlines Arena", infatti dopo un'iniziale freddezza dovuta alle trenta sconfitte maturate nelle prime 41 partite di stagione, la Heat Nation si è scaldata vedendo la squadra lottare match dopo match per realizzare un sogno che solamente sei mesi fa sembrava inimmaginabile. Da questa delusione è partita l'estate dei Miami Heat.
Pat Riley al termine della passata regular season ha voluto tranquillizzare tutti dichiarando che avrebbe mantenuto integro il roster che si è reso protagonista di quella fantastica seconda parte di stagione. In realtà nei due mesi successivi le cose cambieranno non poco, salvo poi tornare quelle di partenza. Innanzitutto il mercato degli Heat si è dapprima concentrato sul rookie da pescare al Draft. Dopo una serie di voci che volevano Miami pronta a tradare tutti i suoi uomini migliori per pescare la scelta più alta possibile al Draft, la decisione è ricaduta su Bam Adebayo, pescato al n.14. Una scelta non casuale, ma ben ponderata come infatti dichiareranno sia Pat Riley che Micky Arison. Un elemento che va a completamento di un roster latente proprio nel front - court, infatti l'ala di Newark va a colmare la lacuna lasciata da Willie Reed, il quale ha preferito rifiutare la player - option a suo favore.
Il draft quindi ha regalato a Miami un giocatore che può tranquillamente alternarsi nel ruolo di pivot con Hassan Whiteside, così come può giocare al suo fianco fungendo in questo caso da ala forte. Infatti Adebayo non è dotato solamente di grande fisicità, ma anche di buona tecnica nel tiro dalla media distanza, come dimostrato anche durante la Summer League andata in scena a Las Vegas, dove l'ala di Newark si è messo in mostra viaggiando a 17.5 punti di media. Non solo, perchè il giocatore uscito dalla "Università del Kentucky", è stato ben coadiuvato da un altro elemento che si è reso protagonista nella seconda parte della scorsa stagione, ovvero Okaro White, che ha trascinato Miami fino ai quarti di finale con 19 punti di media. Il n.15 di Miami in realtà ha una storia particolare alle spalle, in quanto è proprio col suo avvento che gli Heat hanno cominciato la rimonta, che poi li ha portati al 9° posto.
Passato dunque il Draft, Pat Riley ha iniziato a considerare le possibilità di rinforzare un roster di per sè già di buona qualità. Dopo aver tentato invano di ingaggiare Gordon Hayward, andato poi a Boston, il front - office di Miami ha deciso di dirottare le proprie attenzioni su Kelly Olynyk, firmato a 50 milioni per quattro anni complessivi. Successivamente all'ingaggio dell'ex n.41 dei Celtics, il front - office degli Heat ha concentrato tutto il proprio salary cap sulle riconferme di James Johnson e Dion Waiters. Il prodotto di Cheyenne è stato il primo ad accettare l'offerta di Pat Riley rifirmando a 60 milioni per i prossimi quattro anni, seguito dalla guardia di Filadelfia, che ha rifirmato a 52 milioni per i prossimi quattro anni. Cifre che possono sembrare esorbitanti, ma che in realtà sono assolutamente adeguate al valore mostrato fino ad ora e che soprattutto non vanno ad intaccare eventuali operazioni future che il front - office degli Heat vorrà condurre.
Da questo punto di vista Riley non ha lasciato trasparire nulla. Per questo a Miami si vive in una fase d'incertezza, ovvero da una parte la riconferma del roster della passata stagione era l'obiettivo dichiarato già al termine della regular season 2016/17, ma nello stesso tempo si ha la consapevolezza che con questi elementi non si potrà andare troppo lontano considerando il divario ancora esistente con le big, sia della Eastern Conference, che soprattutto della Western Conference. La cosa certa è che questa squadra farà meglio della passata stagione con una qualificazione ai playoff pressochè scontata considerando il forte indebolimento a cui sono andate incontro le franchigie della costa orientale. Agli uomini di Spoelstra basterà rimanere costanti, mantenendo il livello intrapreso nella seconda parte della passata stagione. La domanda a questo punto da porsi è: basterà alla "Heat Nation" la qualificazione ai playoff con la consapevolezza di non poter competere nè per il titolo ad Est nè tantomeno per l'anello? Ovviamente no, ed è per questo che Riley non ha escluso rivoluzioni a partire dalla prossima stagione, con l'intenzione di riportare a Miami dove merita.
Nel frattempo tutte le attenzioni sono rivolte sul come affrontare la prossima stagione. Spoelstra insieme al suo staff sta lavorando fin dal finire della passata regular season con tutti i ragazzi del roster per cercare di alzare il tasso qualitativo della squadra. Confermato il back - court con Waiters che torna in cabina di regia a fianco di Dragic, il coach degli Heat si è concentrato soprattutto sui propri lunghi. Da questo punto di vista l'allenatore di Miami può contare su molte più varianti rispetto alla passata stagione. Infatti Whiteside, Adebayo, Olynyk, Hammons e Johnson gli garantiscono buone alternative, con le quali affrontare ogni situazione di partita. Considerando l'ecletticità di Adebayo ed Olynyk, James Johnson verrà probabilmente dirottato nel ruolo che più preferisce ovvero l'ala piccola, in modo da sostenere anche il gioco dal perimetro prodotto da Dragic (20.3 ppg) e Waiters, con l'altro Johnson, Tyler, pronto a far la differenza dalla panchina.
In merito al n.8 degli Heat, il front - office sta discutendo sulla possibilità di instaurare una eventuale trade per alleggerire il salary cap delle prossime stagioni, che vedranno Tyler Johnson guadagnare quasi 20 milioni. Una cifra spropositata considerando anche il valore mostrato fino ad ora dalla guardia del North Dakota. Per questo motivo Riley spera che il nativo di Grand Forks migliori le prestazioni viste nella passata stagione, nella quale il n.8 ha viaggiato a 13.7 punti di media. Altro giocatore chiamato a fare il salto di qualità è Josh Richardson, autore di soli 10.2 ppg nella regular season 2016/17. In tutto ciò ovviamente va considerato che entrambi i giocatori sono stati vittime di infortuni, che hanno fortemente limitato il loro minutaggio sul parquet. Da questo punto di vista lo staff medico sta lavorando per evitare che si ripetono situazioni simili anche nella prossima stagione.
Un giocatore di cui invece Pat Riley non si è voluto assolutamente privare, nonostante qualche offerta, è Justise Winslow. Il frontman degli Heat ripone tantissime speranze nel prodotto di Houston. Limitato eccessivamente dagli infortuni non ha avuto possibilità di mettersi in mostra, il n.20 ha aiutato la squadra registrando solamente 10.9 punti per partita. Una statistica destinata a migliorare considerando gli ampi margini di miglioramento a disposizione del giocatore da Duke. Difensore eccezionale, che ha sempre peccato nella qualità del tiro dalla media e lunga distanza. Una lacuna importante dato il ruolo ricoperto dal giocatore texano. Su di lui farà grande affidamento Spoelstra per poter puntare a quel famoso salto di qualità, che potrebbe permettere alla squadra di ambire ad un qualcosa che ad oggi sembra irragiungibile.
Non è finita qui, perchè oltre agli elementi di spicco il roster è composto anche dai cosiddetti "gregari", che trovano in Wayne Ellington, ma soprattutto Rodney McGruder i massimi esponenti. Ovviamente le due guardie non avranno lo stesso minutaggio dell'anno passato considerando la maggior profondità del roster, ma su di loro Spoelstra potrà come sempre fare pieno affidamento in qualsiasi momento della partita. Wayne e Rodney vanno letteralmente a completare il roster a disposizione del coach. Il prodotto di Wynnewood garantisce un'ottima uscita dai blocchi, che gli consente anche un ottimo rilascio nel tiro sia dalla media che dalla lunga distanza, mentre il n.17 degli Heat, come già ampiamente dimostrato nella passata regular - season, darà il suo enorme contributo in termini difensivi, accoppiandosi anche a giocatori con caratteristiche differenti dalle sue.
Concludiamo con la notizia più attesa da tutta la "Heat Nation", ovvero il rinnovo per un'altra stagione di Udonis Haslem, il capitano storico, la bandiera di questa squadra. Un esempio per chiunque, ma soprattutto per tutti i giocatori militanti a Miami. Il n.40 ha deciso di non appendere le scarpe al chiodo, in quanto coinvolto da questo fantastico gruppo che si è andato formando nella passata stagione. Il suo obiettivo è quello di volerlo trascinare verso traguardi sempre più ambiziosi e chissà che all'età di 37 anni, Haslem non riesca a togliersi un'ultima soddisfazione, ovvero quella di riportare Miami ai pieni alti della NBA con un "American Airlines Arena" pronta nuovamente ad esplodere di gioia.