Un fulmine squassa il cielo di Cleveland, Ohio. Kyrie Irving, componente dei Big Three dei Cavaliers, insieme a LeBron James e Kevin Love, avrebbe in questi giorni chiesto al proprietario Dan Gilbert di trovargli un'altra destinazione. E' quanto emerge da un report reso noto da Brian Windhorst di Espn, secondo cui la decisione di Irving di lasciare Cleveland sarebbe stata presa da una settimana, e recapitata direttamente ai vertici della franchigia.
Un'ulteriore scossa all'ambiente dei Cavs, già destabilizzati dall'addio del general manager David Griffin e dai presunti mal di pancia di LeBron James. Proprio il Prescelto rappresenterebbe una delle ragioni della richiesta di Irving di lasciare Cleveland, per andare a giocare in una squadra in cui poter essere al centro del progetto tecnico, e non solo secondo violino di LBJ. E' quanto rivela Windhorst, secondo cui l'agente di Irving, Jeff Wechsler, non avrebbe confermato nè smentito la richiesta di trade fatta dal suo assistito direttamente a Dan Gilbert. "Io e Kyrie abbiamo incontrato chi guida la franchigia per discutere diversi scenari relativi al suo futuro con Cleveland - le parole di Wechsler, riportate da Adrian Wojnarowski di Espn - ma tutto ciò di cui abbiamo parlato rimane tra noi e i Cavs. Vogliamo essere rispettosi nei confronti della franchigia, mantenendo il massimo riserbo sulla vicenda". Una vicenda divenuta però ora di dominio pubblico, dopo pochi giorni dal suo dispiegarsi, con lo stesso LeBron James a conoscenza delle intenzioni del suo compagno di squadra, deluso e sorpreso al tempo stesso. Se le indiscrezioni delle ultime ore dovessero essere confermate, i Cavs potrebbero dunque accontentare la prima scelta assoluta al Draft del 2011, cercando di imbastire una trade per Irving, giocatore sotto contratto fino al 2020 (60 milioni di dollari per i prossimi tre anni, player option nel 2019), All-Star affermatosi in NBA stagione dopo stagione. Tra le destinazioni preferite da Kyrie, i San Antonio Spurs, poi a seguire i Minnesota Timberwolves, i New York Knicks e i Miami Heat.
Rimangono comunque in parte ancora ignote le ulteriori motivazioni di una richiesta del genere, considerato il rapporto che nelle ultime tre stagioni si era instaurato tra Irving e James. Da elemento fondamentale nello scacchiere dei Cavs a uomo con la valigia in mano, è questo il nuovo scenario del giocatore che ha deciso le NBA Finals 2016, con il famoso tiro da tre punti che ruppe la parità a quota 89 a un centinaio di secondi dalla fine di gara-7 contro i Golden State Warriors. Il malessere di Kyrie si inserisce in un contesto più ampio, che ha visto lo stesso LeBron rimanere deluso da alcune scelte operate dal proprietario Dan Gilbert (in primis, il mancato rinnovo di contratto del general manager David Griffin) e da un certo immobilismo del frontoffice (guidato ora da Koby Altman) durante le fasi più calde della free agency NBA, dovuto soprattutto allo sforamento del salary cap, con tanto di tassa di lusso da dover versare ogni anno. Se fino a oggi la principale preoccupazione dei tifosi di Cleveland riguardava il futuro, con scadenza 2018, di James, ora le luci dei riflettori si spostano di colpo su Irving e sulla trade che potrebbe a breve vederlo coinvolto. Una trade che i Cavs dovrebbero gestire al meglio, trattandosi di cedere uno dei migliori giocatori dell'intera lega, per rimanere competitivi ai massimi livelli anche senza la loro point guard titolare. Si spiegano forse così i contatti degli ultimi giorni con Derrick Rose, free agent in uscita dai New York Knicks, a cui, sempre secondo Wojnarowski, sarebbe stato offerto un contratto della durata di una sola stagione.