Una delle operazioni che più ha riempito le pagine cartacee e virtuali di questo periodo è sicuramente l’approdo di Gordon Hayward ai Boston Celtics, e l’intensa quanto frenetica trafila che il free agent ha dovuto affrontare prima di prendere la fatidica decisione, essendo di fatto conteso da tre squadre ovvero i Celtics, i Miami Heat e gli Utah Jazz, squadra rimasta orfana dello swing man dopo sette stagioni. Grandi sono le attese, come grande è l’entusiasmo che ha accompagnato Hayward in maglia bianco verde, ma altrettanto forte è la delusione della franchigia di Salt Lake City, che aveva creduto fino in fondo alla possibilità di trattenere il suo all-star.
Riguardo a questa decisione è stato intervistato anche Rudy Gobert, partner in crime di Hayward nelle ultime stagioni a Utah e diventato, per forza di cose, il nuovo leader della squadra, che ha speso belle parole nei confronti dell’ex compagno, lasciando spazio però a qualche critica: “Non si può essere arrabbiati con una persona che vuole giocare per un’ altra squadra - ha dichiarato Gobert durante una partita di summer league dei giovani Jazz - È solo il modo in cui ha gestito la cosa a non essermi piaciuto. Allo stesso tempo sono contento per lui, spero che lì sia contento e che trovi quello che cerca”.
Gobert fa riferimento al modo in cui i Jazz e il loro frontoffice sono stati estraniati dalla decisione di Hayward per le sei ore che hanno preceduto l’annuncio ufficiale (da parte di ESPN) del trasferimento. Hayward avrebbe preso e reso pubblica la decisione di lasciare Salt Lake City all’insaputa di dirigenza e compagni di squadra, lasciandoli sostanzialmente spiazzati. “Ai suoi compagni, a tutti i ragazzi che hanno giocato con lui in questi anni, che hanno fatto sacrifici per lui e per la squadra, non per avvisare, ma per essere sicuro che come squadra saremmo stati in grado di continuare anche senza di lui. Secondo me non è stato il miglior modo di gestire la cosa, ma ci ho già passato sopra e sono concentrato sulla squadra”. Ricordiamo che Gobert, assieme al neo acquisto Ricky Rubio, Joe Ingles e Rodney Hood, si era recato qualche ora prima della decisione a San Diego, alla casa di Hayward, per provare a convincere il ragazzo dell’Indiana a rimanere in maglia Jazz.
Gobert, diventato a tutti gli effetti l’alfa della squadra, dopo la partenza anche di George Hill, ha espresso pareri positivi della propria squadra per la stagione imminente, sia per quanto riguarda l’acquisizione di Rubio, che per i giovani provenienti dal draft, primo fra tutti Donovan Mitchell, che sta facendo molto bene in questa summer league: “quando vedo i giovani ragazzi e Ricky unirsi alla nostra squadra, sono eccitato all’idea. Potremmo anche migliorare rispetto alla scorsa stagione, chi lo sa? Credo che potremo migliorare costantemente di anno in anno, è questo l’obbiettivo, per arrivare a vincere un titolo in un futuro non lontano. Guardando la summer league e questi ragazzi sono molto ottimista. Ovviamente abbiamo perso un pezzo importante con Gordon, ma restiamo un’ottima squadra e lo dimostreremo!”.
Trapela ottimismo dalle parole del centro francese, che quest’anno è stato sia finalista del premio per il difensore dell’anno che nel secondo quintetto all-NBA. Gli Utah Jazz approderanno alla prossima stagione con un Gordon Hayward in meno e un Ricky Rubio in più, con la garanzia Rudy Gobert e con il supporting cast rimasto più o meno intatto e con la speranza di maturazione dei propri giovani. Vedremo se sapranno dar seguito alla straordinaria scorsa stagione, anche privati della loro stella più luminosa.