La decisione di lasciare gli Indiana Pacers ha subito reso Paul George uno dei giocatori più appetibili sul mercato. Dopo aver comunicato al presidente Kevin Pritchard di non avere intenzione di rinnovare il suo contratto con la franchigia di Indianapolis, in scadenza a giugno 2018, PG13 è divenuto infatti immediatamente l'obiettivo a breve termine di diverse squadre NBA. Tra queste, secondo quanto riportato da Dave McMenamin di Espn, i Cleveland Cavaliers.
I vicecampioni in carica, reduci dalla sconfitta per 4-1 alle NBA Finals contro i Golden State Warriors, avrebbero infatti già contattato i Pacers nella serata di ieri, per sondare il terreno e comprendere i margini di manovra per l'allestimento di una trade. Già, perchè a questo punto Indiana sembra voler provare a ottenere qualcosa in cambio dall'addio del suo giocatore più rappresentativo. E i Cavs sono stati tra i primi a bussare alla porta del nuovo presidente Kevin Pritchard, dando così seguito alle indiscrezioni lanciate ormai da un paio di settimane sullo stesso George, che costituirebbe la risposta ideale a Kevin Durant, acquisito come free agent la scorsa estate dai Golden State Warriors del general manager Bob Myers. I primi approcci di Cleveland con i Pacers sono però dettati dalla cautela: sulle rive del lago Erie sanno perfettamente che al momento la volontà del giocatore è quella di vestire il gialloviola e di tornare a Los Angeles, sponda Lakers, nel Sud della California. Due le opzioni attualmente sul tappeto per un approdo di George alla corte di Magic Johnson e Luke Walton: attendere la scadenza del contratto, nel 2018, oppure essere coinvolto in una trade. Alternativa che per ora non sembrerebbe essere contemplata dai Lakers che, secondo quanto riportato da Ramona Shelburne di Espn, non sarebbero disposti a scambiare adesso uno o due dei loro giovani più rappresentativi (Julius Randle e/o D'Angelo Russell), bensì vorrebbero attendere la prossima estate, per poter firmare George da free agent. Lakers che in questi giorni sono alle prese con la questione Draft: la loro seconda moneta alla lottery del Barclays Center potrebbe essere spesa per Lonzo Ball da UCLA, ma dalle parti di El Segundo fanno sapere che nessuna decisione in merito è stata ancora presa.
Mentre i gialloviola temporeggiano, in attesa del 2018, gli Indiana Pacers al contrario accelerano, onde evitare di perdere a zero un patrimonio tecnico come quello rappresentato da Paul George, leader della squadra e uomo franchigia. Ecco perchè ieri sera i Cavs hanno provato a capirne di più, avviando i contatti con il frontoffice di Indianapolis. A Cleveland sono consapevoli che solo due giocatori del loro roster potrebbero essere graditi alla dirigenza dei Pacers: Kyrie Irving e Kevin Love. Ma mentre per il primo c'è il veto totale di LeBron James, per il secondo potrebbe aprirsi qualche spiraglio durante l'estate, anche se Indiana vorrebbe chiudere la trattativa in tempi brevissimi, addirittura prima del Draft, per poter pianificare al meglio il futuro. Ma anche qualora un ipotetico scambio George-Love dovesse andare in porto, al momento prospettiva improbabile, i Cavs avrebbero il problema di prolungare il contratto di PG13, come detto in scadenza 2018. E George avrebbe già lasciato intendere di non voler proseguire a Cleveland senza rassicurazioni su una permanenza di LeBron James, attualmente tutt'altro che scontata (anche per il Prescelto si parla di possibile addio tra un anno, destinazione Los Angeles, magari sponda Clippers). Tutto molto prematuro dunque, specie se si considera che i Cavaliers sono a loro volta alle prese con una grana tutta interna al loro frontoffice. Il general manager David Griffin è infatti in scadenza al 30 giugno di quest'anno, con la franchigia dell'Ohio priva di una vera e propria guida, situazione che sta causando inquietudine a Cleveland, e definita "folle" da un anonimo componente dell'organigramma dei freschi vicecampioni NBA.