Dopo le dichiarazioni dei giorni scorsi da parte di Paul George ("Sono un Pacer, intendo giocare ancora un anno per Indiana, non siamo così lontani dalla vetta della Eastern Conference occupata dai Cleveland Cavaliers"), ecco arrivare la doccia gelata per la franchigia di Indianapolis. Secondo quanto riportato pochi minuti fa da Adrian Wojnarowski per The Vertical, PG13 avrebbe infatti reso noto al suo frontoffice (in primis al presidente Kevin Pritchard) la sua volontà di lasciare Indiana al termine della stagione 2017-2018.

Paul George. Fonte: Michael Conroy/Associated Press

Il contratto di George scadrà infatti tra un anno, e la star dei Pacers non sembra aver alcuna intenzione di rinnovarlo. Non per raggiungere LeBron James a Cleveland, bensì per coronare il sogno di una carriera, giocare per i Los Angeles Lakers (il ragazzo è originario di Palmdale, nel Sud della California). Il ventisettenne giocatore di Team USA, lo scorso anno oro olimpico a Rio de Janeiro, ha dunque chiarito di ritenere conclusa la sua avventura a Indianapolis, comunicando ai vertici della franchigia la volontà di uscire dal contratto tra dodici mesi. Al suo agente, Aaron Mintz, è stato invece demandato il compito di trattare con Pritchard per il buon esito di una trade con i gialloviola, che anticiperebbe così di un anno lo sbarco in California di George, e al tempo stesso consentirebbe a Indiana di ottenere giocatori in cambio della loro superstar. Il tutto - sempre secondo quanto riportato da The Vertical - nell'ottica di permettere la ricostruzione dei Pacers, squadra in cui PG13 ha sempre militato e in cui è cresciuto passo dopo passo. Evidente l'intento di avviare una transizione a Indiana, dando alla dirigenza il tempo necessario per decidere il da farsi. Ma, che sia tra uno o dodici mesi, Paul George vuole fortemente i gialloviola, come già comunicato da tempo a Magic Johnson, presidente dei Lakers, e Rob Pelinka, general manager. In scadenza 2018, George potrà firmare l'anno prossimo un quadriennale da 130 milioni, divenendo così l'uomo simbolo del nuovo corso della franchigia con sede a El Segundo. 

Paul George. Fonte: Joe Robbins/Getty Images 

L'addio di Paul George costituirebbe dunque l'ultimo passo dello smembramento di una squadra che ha lottato per l'accesso alle NBA Finals nel 2013 e nel 2014. Di quella compagine, nessun componente del quintetto è rimasto a Indianapolis, eccezion fatta proprio per lo stesso PG. Via Roy Hibbert, David West, Lance Stephenson e George Hill, salutato coach Frank Vogel, con il recente e doloroso addio di Larry Bird come presidente, i Pacers dovranno a questo punto provare a limitare i danni, imbastendo uno scambio che consenta loro di acquisire giocatori giovani e di prospettiva. Ecco il motivo per il quale già da oggi si fa il nome di Julius Randle (e magari, tra qualche settimana, di D'Angelo Russell), come nuovo innesto per la squadra attualmente allenata da Nate McMillan. Presto in realtà per andare così avanti con la fantasia, quando ancora non è chiaro se George saluterà Indianapolis da free agent o invece nell'ambito di uno scambio diversamente articolato. Quel che è certo è che il ragazzo, tornato ad altissimi livelli dopo aver subito un terribile infortunio al ginocchio nel 2014 (proprio con Team USA), non si considera più parte integrante del futuro della sua franchigia di appartenenza. A Kevin Pritchard il compito di iniziare il rebuilding a Indianapolis, operazione mai davvero iniziata in casa Pacers. Negli ultimi anni infatti, dopo aver provato a modificare, senza stravolgere, il roster dei tempi di Frank Vogel, Indiana ha continuato a galleggiare nell'anonimato NBA, raggiungendo anche i playoffs nella stagione appena conclusa (eliminata al primo turno con uno sweep da Cleveland), senza tuttavia riuscire a rimanere competitiva ai vertici della Eastern Conference.