Dallo svolgimento della draft lottery i nomi Markelle Fultz e Boston Celtics accostati hanno riempito le bocche e le pagine di tutto il mondo cestistico. L’ex point guard dei Washington Huskies, è, ormai da mesi, considerato in modo quasi unanime il miglior talento per quanto riguarda questa classe dell’NBA draft che conta complessivamente molti prospetti che, secondo gli scout, potrebbero già fin da subito fare la differenza tra i professionisti.
I Boston Celtics negli ultimi anni hanno mostrato a tutto il mondo NBA il significato della parola ricostruzione, smantellando nel 2013 la squadra capace di vincere un titolo e di raggiungere una finale (persa solo in gara 7 contro i Lakers di Bryant e Gasol), assicurandosi scelte altissime e le prestazioni di giocatori che, sotto la sapiente guida di Brad Stevens, hanno saputo elevare il proprio gioco offensivo e difensivo, raggiungendo in questa stagione il primo posto in regular season ad est e la finale di conference persa contro i Cleveland Cavaliers. Situazione ideale verrebbe da pensare, frutto di scelte coraggiose, fuori dagli schemi e rischiose che però hanno reso possibile un vero e proprio miracolo manageriale ed hanno portato una squadra privata di tutte le sue stelle a rigiocarsi un posto tra le prime della classe in meno di quattro anni, con a disposizione una prima scelta assoluta per arricchire ulteriormente un roster già di ottimo livello.
Ancora una volta Danny Ainge, General Manager dei Boston Celtics, vero autore della ricostruzione degli ultimi anni, decide tuttavia di scombinare le carte in tavola: In queste ultime ore si è fissato un accordo, che dovrebbe diventare ufficiale nella giornata di lunedì, che vedrebbe ceduta la prima scelta ai Philadelphia 76ers, fortemente interessati a Fultz, in cambio della loro terza scelta assoluta più altre due first round pick per i prossimi anni.
Mossa alla Red Auerbach se ce n’è una, considerando la propensione del leggendario allenatore (il più vincente della franchigia) e general manager dei Celtics, a compiere trade tanto geniali quanto rischiose, sulle quali i leprecauni hanno costruito il loro successo negli anni 80.
Questa scelta societaria apre la strada a molti scenari interessanti, che tuttavia potrebbero essere sintetizzati in due possibili vie: i Celtics potrebbero attendere lo svolgersi delle cose, draftando comunque un giocatore di livello come potrà essere Josh Jackson, ala talentuosa da Kansas, piuttosto che Jayson Tatum da Duke, che andrà a rinforzare il roster a disposizione di coach Stevens e trattenendo le future scelte per andare a pescare ulteriori grandi talenti negli anni a venire. L'Ipotesi che però si fa sempre più probabile col passare del tempo è quella che vede i Boston Celtics privarsi di alcune delle scelte dei prossimi draft per arrivare a un giocatore di livello assoluto, già affermato ed adattabile al sistema , che potrebbe avvicinare la franchigia del Massachusetts al livello dei Cavaliers di Lebron james, ancora stabilmente padroni della Eastern Conference. Questa Ipotesi viene avvalorata dalle parole di Ainge che recentemente ha dichiarato di essere contento di avere a disposizione così tante scelte al draft(complessivamente 7 nei prossimi tre anni) poiché le scelte sono sempre utilizzabili per delle trade, i giocatori no. Forti di questa sovrabbondanza di first round pick e di molto spazio salariale da riempire, ai Celtics sono stati accostati nomi altisonanti, come Jimmy Butler o Paul George, che li renderebbero una forte candidata ad insidiare i primi posti nei prossimi anni, Cavs e Warriors permettendo.
Scelta coraggiosa quella di Ainge di privarsi di un talento cristallino come Fultz per un possibile assetto da vera contender, ma solo il tempo e il rendimento del giovane playmaker a Philadelphia potrà suggerirci se questa si rivelerà la prima decisione sbagliata di una linea societaria che al momento, negli ultimi quattro anni, ha strappato a tutto il mondo cestistico solo applausi ed encomi.