LeBron James e Draymond Green non si sono mai amati e, probabilmente, mai lo faranno. Continua la lunga serie di stilettate tra i due protagonisti delle Finals NBA, che dopo i battibecchi della passata stagione non smettono di pungolarsi l'un l'altro a distanza di poche ore. Lontano il rispetto con il quale l'ala dei Cleveland Cavaliers rivolgeva un caloroso e sincero complimento a Kevin Durant, sotto forma di abbraccio al termine di gara 5 delle Finals NBA e di parole al miele che continua a pronunciare: "E' un giocatore che ha un talento smisurato, è unico nella sua specie. E' alto quasi 2 metri e 10, tratta la palla in maniera unica, ha delle doti atletiche spaventose, altresì tecniche e tira dappertutto. E' davvero un talento che la lega ha visto raramente". 

Lontanissimo il rapporto fuori dal campo che i due ventitré, rispettivamente dei Cavs e dei Golden State Warriors, continuano ad avere, una guerra fredda, freddissima, gelida, che non sembra placarsi nemmeno al termine delle Finals appena concluse. 

Il nocciolo della questione, stavolta, non riguarda qualcosa accaduto in campo, bensì verte sulla formazione e sulla costruzione del roster dei Golden State Warriors, a detta di molti una super squadra praticamente impossibile da battere. La nascita dei cosiddetti superteams divide l'America ma non solo, con i protagonisti della diatriba che continuano a battibeccare sulla genesi della questione, con Green a lanciare il sasso nello stagno sottolineando il concetto espresso da Durant nel giorno della parata trionfale dei Warriors ad Oakland: "E' James che ha iniziato a creare i superteam, non noi" ("You started the superteam, bro!"). Apriti cielo. 

Pronta è giunta nelle scorse ore la risposta di LeBron sull'accaduto, dapprima lucida e quasi razionale, poi alquanto seccata, con la stilettata che ha fatto da chiosa: "Nel 2003 i Lakers misero assieme una squadra che aveva al suo interno Karl Malone, Gary Payton, O'Neal and Kobe Bryant; nel 1996, nell'anno del ritiro di Jordan, i Rockets firmarono Charles Barkley, Hakeem Olajuwon and Clyde Drexler, tutti nella stessa squadra. Non credo sia stato io a dare il via alle danze, in definitiva, se è quello che Green intendeva dire. Tuttavia, è interessante che nel giorno dei festeggiamenti per il loro titolo, lui pensi a me e il mio nome gli ronzi nella testa. Mi piace".