Sarà anche solo pallacanestro, come giustamente ricordato da LeBron James, ma gara-3 delle NBA Finals 2017 rischia di rappresentare un punto di non ritorno per i Cleveland Cavaliers. Ma allo stesso tempo una grande occasione. Sotto 2-0 contro i Golden State Warriors, battuti in due circostanze nella Baia, i campioni in carica scenderanno in campo stanotte sul parquet amico della Quicken Loans Arena, per provare a sovvertire andamento e pronostici di una serie che in molti già attribuiscono ai californiani.
Non ci saranno cambiamenti nel quintetto di partenza di coach Tyronn Lue, intenzionato a riproporre dall'inizio il discusso J.R. Smith, con Iman Shumpert pronto a subentrare dalla panchina. Sarà con ogni probabilità una Cleveland d'assalto quella di gara-3, che giocherà la più classica delle desperation games, con quel senso di urgenza che caratterizza partite da dentro o fuori. Perchè è chiaro a tutti, in primis ai Cavaliers, che l'abisso del 3-0 sarebbe difficile da risalire, mentre un 2-1 potrebbe instillare nella mente di Golden State il tarlo del dubbio, rievocare i fantasmi della rimonta dello scorso anno, insomma aprire scenari completamente diversi. E il primo cambiamento di scenario sarà dato dal fattore campo: alla Quicken Loans Arena aumenta generalmente il tasso di aggressività dei Cavs, soprattutto dal punto di vista difensivo, senza parlare dell'approccio "barbaro" alle sfide che ha in casa LeBron James. Anche i membri del supporting cast (i vari Shumpert, Thompson, Frye, Korver, Williams e Jefferson) sono chiamati a una risposta affermativa sul parquet amico di The Q. Il resto lo farà il tifo assordante dei tifosi di Cleveland, pronti ad incitare i propri beniamini e a ostacolare gli ospiti. Ma, oltre al fattore ambientale, ci sono aspetti tecnici da tenere in considerazione. I Cavaliers dovranno necessariamente coinvolgere di più Kyrie Irving, magari allontanando dalla palla per qualche possesso in più lo stesso James, con l'obiettivo di avere il Prescelto più fresco e riposato in vista del rush finale. Dopo gli aggiustamenti di gara-2, i campioni in carica proseguiranno nel loro tentativo di migliorare la transizione difensiva, mentre a difesa schierata potrebbero optare per cambi sistematici e definitivamente radicali. Importante anche la percentuale del tiro da tre punti, fase del gioco in cui i Cavs hanno a lungo primeggiato in questa stagione, per non parlare della questione ritmo: attaccare presto e bene, ma senza concitazione, in un equilibrio sottile e complicato da mantenere.
Dall'altra parte risuona il monito di Steve Kerr, coach dei Golden State Warriors, che ha avvisato i suoi dopo gara-2: "Abbiamo vinto grazie ad eccezionali giocate individuali, ma la nostra ultima prestazione non basterà a Cleveland, dove servirà invece giocare con maggiore organizzazione e in maniera molto più intelligente". Difficile immaginare a dei Warriors capaci di salire ulteriormente di colpi, ma è indubbio che le venti palle perse del secondo episodio della serie siano uno degli aspetti su cui lo staff tecnico dei Dubs abbia maggiormente lavorato dopo il trasferimento in Ohio. In gara-2, complici anche i problemi di falli di Draymond Green, Golden State ha varato a lungo un quintetto estremo, con Kevin Durant da centro nominale. Evenienza resa necessaria dagli eventi, che si potrebbe ripetere anche stanotte. Ma, quintetto leggero o leggerissimo, Golden State si augura di replicare quanto di buono fatto sinora in difesa: dal lavoro perimetrale di Klay Thompson e Andre Iguodala, alla concentrazione di Curry, alle chiusure al ferro di Green e Durant. Proprio questi ultimi sembrano ancora una volta gli uomini chiave dei Warriors versione Finals 2017. L'atteggiamento, al momento mai troppo oltre le righe, del prodotto da Michigan State ha indicato la strada ai californiani, mentre il gioco da two way player di KD sta facendo la differenza, come ammesso dallo stesso LeBron. Durant in difesa, come marcatore primario e protettore del ferro, Durant in attacco, come componente dell'orchestra di Kerr e solista in caso di necessità. Con Steph Curry e Klay Thompson ben all'interno di questa serie - i numeri al tiro sono per certi versi relativi - la principale preoccupazione di Golden State sarà quelle di mantenere la concentrazione, continuare a giocare a ritmi folli e sperare nel costante contributo degli uomini in uscita dalla panchina. Vero rischio, per i Dubs, un senso di parziale appagamento per quanto già ottenuto: è ciò che LeBron e compagni attendono con impazienza, per riagguantare la preda e rimetterla nel mirino.