L'aver perso in malo modo gara 1 non preclude in alcun modo ai Cleveland Cavaliers la rincorsa all'anello. I campioni in carica sono ancora in corsa, certo, ma occorrerà, già a partire da gara 2 - in programma questa notte ancora all'Oracle Arena, palla a due ore 02:00 - un cambio di marcia, e non ripetere gli stessi errori che hanno inchiodato i Cavs durante la sfida inaugurale della serie. Coach Lue ha avuto a disposizione qualche giorno per provare ad apportare quegli accorgimenti necessari per evitare che gli errori di gara 1 si ripresentino, e dunque evitare di subire un'altra pesante batosta, che potrebbe già mettere spalle al muro la squadra dell'Ohio. L'obiettivo dichiarato dalla franchigia, ancor prima che le Finals iniziassero, era quello di riuscire ad ottenere almeno un successo ad Oakland, nei primi due atti della serie. La prima chance è stata sprecata, ora il secondo episodio della trilogia non è da fallire. Cosa serve a Cleveland per arginare gli Warriors, questo fantasmagorico complesso che ad occhio nudo sembra non avere difetti? Ecco di seguito qualche 'adjustment' che l'head coach dei Cavs, Tyronn Lue, dovrà apportare nel modo di giocare della sua squadra per tentare di limitare lo strapotere del 'Super Team'.
DIFESA, DIFESA, DIFESA - E' dura adattarsi al modo di giocare di Golden State. Soprattutto, è dura difendere contro una squadra costituita da attaccanti di assoluto livello, da veri e propri esteti del gioco. La difesa del perimetro, non è bastata ai Cavs, che hanno dovuto pagare, come contraltare, le autostrade che hanno giocoforza lasciato agli avversari (riguardare le sei schiacciate di Kevin Durant, record ai playoff dai tempi di Shaquille O' Neal, per capire meglio come sia andata). In più, bisogna avere sempre alta la concentrazione, e difendere con grande intensità anche lontano da canestro, cercando di limitare al minimo i tagli offensivi degli Warriors. Altro aspetto rimarchevole, è la protezione del ferro. Concedere molti rimbalzi offensivi agli avversari, come accaduto in gara 1, significa concedere molti più possessi a Golden State, nella fattispecie, ben 20 in gara 1, ciò ovviamente significa sconfitta assicurata. Dovrà crescere il rendimento di Tristan Thompson sotto le plance, perchè il tabellino della gara inaugurale lascia intendere le difficoltà incontrate dal pivot. Solo 4 rimbalzi, e neanche un punto fatturato, poichè spesso raddoppiato dai suoi dirimpettai, anche in fase di taglia-fuori.
TURNOVERS - Occhio alle palle perse. Cleveland dovrà assolutamente limitarne il numero, se vuole avere chance di uscire vittoriosa dalla Baia in gara 2. Incappare in sanguinosi turnovers, significa automaticamente innescare il contropiede, letale, degli Warriors, che vanno a nozze quando sono liberi di esprimersi in 'campo aperto'. Ormai è noto a tutti che la transizione difensiva è il vero tallone d'Achille di LeBron James e soci, e dunque limitare le palle perse potrebbe esporre in modo minore i Cavaliers a questo loro difetto strutturale. Sarà fondamentale essere più precisi in fase di circolazione di palla e non ricascare nei fitti e pericolosi tentacoli della difesa dei Dubs. Incappare nuovamente, in almeno 20 turnovers, sarebbe un fardello troppo pesante per Cleveland per pensare minimamente di poter pareggiare la serie e ripresentarsi alla Quicken Loans Arena sull'1-1.
PACE FACTOR - I Cavaliers non dovranno conformarsi al ritmo di gara dei loro avversari, in quanto, se cercheranno di adattarsi alla 'danza' degli Warriors, difficilmente riusciranno ad ottenere risultati gratificanti. L'obiettivo, per Tyronn Lue, sarà quello di abbassare i ritmi della gara, e dunque diminuire il numero dei possessi della stessa. Sarà un equilibrio difficile da raggiungere, in quanto la prerogativa del gioco di Golden State è proprio il ritmo forsennato che imprime in ogni singola azione. Correre da una parte all'altra del campo, senza sosta, sarà deleterio, e seppur Kyrie Irving e LeBron James siano attaccanti con i fiocchi, è davvero un compito arduo, disagevole, contentere la rapida transizione di mostri del calibro di Steph Curry, Klay Thompson e Kevin Durant. Dunque, abbassare il ritmo gara, e la frequenza dei possessi, sarà un fattore da perseguire in gara 2 dai viaggianti, che potrebbero trarre grossi benefici dal rendere la contesa, una battaglia 'a metà campo'.
LA RINASCITA DEL SUPPORTING CAST - Pensare di poter violare l'Oracle Arena avendo dal quartetto Deron Williams, Kyle Korver, Iman Shumpert e Tristan Thompson la miseria di soli 5 punti, è davvero impensabile. Troppo poco per impensierire una squadra quasi perfetta come Golden State. Se Cleveland vuol tornare ad essere competitiva e giocarsi le sue chance di poter rimettere le mani sul Larry O'Brien Trophy, è il caso che i rincalzi diano un segno di vita e salgano di colpi. Fronteggiare l'armata Warriors, con i soli Big Three, è un suicidio bello e buono. Questi ultimi, hanno retto solo alla prima ondata dei californiani, nei primi 12' minuti, dopodichè ne Irving, ne James, sono riusciti a trovare le contromisure ai padroni di casa. Il solo Richard Jefferson, partendo dalla panchina, ha offerto un leggero contributo in entrambi le fasi di gioco, seppur il suo apporto è giunto quando il risultato era già abbastanza compromesso.