12-0, il bilancio di una postseason impressionante. Ma anche 3-1, il vantaggio perso lo scorso anno alle NBA Finals contro i Cleveland Cavaliers. I campioni della Western Conference, i Golden State Warriors, approcciano dunque tra stati d'animo diversi lo starting della serie contro i Cavs, al via stanotte alla Oracle Arena di Oakland. Tra voglia di riscatto, paura di fallire, consapevolezza dei propri mezzi e il dubbio relativo alle condizioni di salute dell'head coach, Steve Kerr. Impossibile eludere il caso Kerr. Il capo allenatore dei californiani è considerato "questionable" per gara-1 contro Cleveland. Difficile fare un pronostico sulla sua presenza a bordo campo per la prima dei suoi ragazzi contro LeBron James e compagni

Mike Brown e Steve Kerr. Fonte: Ezra Shaw/Getty Images

Secondo quanto riportato oggi da Ramona Shelburne di Espn, l'ex general manager dei Phoenix Suns starebbe valutando la possibilità di tornare ad allenare proprio nella sfida d'apertura delle Finals, dopo aver registrato segnali di miglioramento delle sue condizioni fisiche, minate dalla fuoriuscita di liquido spinale, conseguenza di un intervento chirurgico alla schiena subito nell'estate del 2015. A parlare nella conferenza stampa della vigilia c'era però il suo vice, Mike Brown, che non ha escluso la possibilità di un ritorno di Kerr, chiarendo tuttavia di essere pronto a continuare a svolgere il ruolo assegnatogli durante tutti i playoffs: "Anche quando non siamo fisicamente insieme, io e Steve ci sentiamo al telefono almeno due volte al giorno. Ultimamente è stato con noi negli spogliatoi durante le partite, parlando alla squadra prima della palla a due e discutendo della miglior strategia con lo staff nell'intervallo. Il suo ruolo rimane fondamentale, continua a parlare ai giocatori, sia al rientro negli spogliatoi che alla fine delle partite. Potrebbe tornare, ma lo farà solo se sarà convinto di farlo al meglio delle sue possibilità". I dubbi sulle condizioni di Kerr si sommano ai ricordi negativi delle Finals dello scorso anno, quando Golden State si fece rimontare dai Cavs. Quante volte quel "Warriors blew a 3-1 lead" deve essere riecheggiato nella mente dei giocatori? Non ne fa mistero Steph Curry: "I precedenti in Finale ci servono da stimolo - le sue parole, riportate da USA Today - abbiamo grandi ricordi del 2015, e ricordi orribili del 2016. Sono entrambe lezioni che ci possono essere d'aiuto entrando in questa serie. Non ho intenzione di tornare a provare ciò che ho provato lo scorso anno: farò tutto il possibile per essere aggressivo in ogni partita, proprio in questa prospettiva. La squadra è unita, ci copriamo le spalle a vicenda, ma in campo dovremo dimostrare cosa sappiamo fare. Dobbiamo essere consapevoli di quanto è importante vincere, di quanto fondamentale sia ogni possesso. Siamo concentrati anche sui dettagli, soprattutto perchè giochiamo contro una squadra che ci conosce. Chi avrà la miglior pallacanestro di familiarità vincerà questa serie". 

Steph Curry e Kevin Durant. Fonte: Ronald Martinez/Getty Images

Non ha bisogno di caricarsi ulteriormente Draymond Green, protagonista in negativo delle scorse Finals, quando si fece squalificare in gara-4, facendo prendere alla serie una piega inattesa. Nelle ultime ore l'orso ballerino da Michigan State è impegnato in un duello verbale con Kevin Love, suo omologo in maglia Cavs. Tra trash talking e frecciate da botta e risposta, Green prova a tornare sugli aspetti tecnici del confronto con il Beach Boy californiano, ora di stanza a Cleveland e alla miglior stagione della sua carriera accanto a LeBron: "Per difendere al meglio contro Love - le parole di Green, riportate da Baxter Holmes di Espn - cercherò di utilizzare la mia rapidità e di trarne vantaggio. Sarà importante provare a toglierlo dalle posizioni in cui si sente maggiormente a suo agio e fargli fare giocate che magari non vorrebbe fare. Sinora ha giocato alla grande in questi playoffs, quindi non sarà facile contro di lui. Bisognerà rimanergli vicino e provare a limitarlo il più possibile, perchè quando lui funziona, i Cavs sono una squadra infinitamente migliore. Ecco perchè il mio compito sarà quello di toglierlo dalla partita. E' difficile, non succede spesso che le altre squadre riescano a fermarlo, ma non è impossibile. Ci proveremo, nella consapevolezza che sarà tutt'altro che facile". Un Love che non sembra spaventato dalla prospettiva di affrontare nuovamente un giocatore così aggressivo (secondo alcuni sporco) come Green: "E' lui a segnare il territorio per Golden State, ed è anche un trash talker, un provocatore verbale. In più, siamo alle Finals, con le due migliori squadre della lega a confronto. Sarà divertente essere parte di questo grande evento e di questo spettacolo". Green contro Love, solo uno degli accoppiamenti (con possibili cambi in corso d'opera), che le Finals offriranno agli appassionati, al termine di un'attesa spasmodica causata dalla totale assenza di incertezza che ha caratterizzato il resto dei playoffs.