Siamo a metà maggio, esattamente dove i Cleveland Cavs e LeBron James volevano essere: in finale a Est, con una regular season giocata a corrente alternata (51 vittorie) e i primi due turni di playoff superati con altrettanti sweep. Dall’altra parte, a provare a sbarrargli la strada ci saranno i Boston Celtics, reduci dalla rimonta dallo 0-2 con Chicago (entrambe le sconfitte sono state casalinghe) e dalla serie con Washington, risolta solamente alla settima gara. 

Cleveland non gioca una partita da dieci giorni, elemento da considerare soprattutto all’inizio di gara-1, dove potrebbe esserci un po’ di “ruggine” dovuta all’inattività. Boston, invece, non si è fermata praticamente mai, avendo disputato ben 13 partite nell’arco di un mese, l’ultima 48 ore fa contro i Wizards. I C’s, testa di serie numero uno dell’Est (53 W in stagione regolare), potranno iniziare questa serie al TD Garden, anche se questo di sicuro non spaventerà i campioni NBA, come dimostrato nella sfida di inizio aprile

I bianco-verdi dovranno capire come provare a limitare il talento offensivo smisurato dei loro avversari, guidati dal Prescelto in maniera magistrale, specialmente quando possono giocare a campo aperto. In queste situazioni, infatti, è quasi sempre LeBron a condurre la transizione offensiva, pescando spesso almeno un tiratore libero, oltre che di sicuro affidamento, dai 7,25 m (in questi playoff Cleveland sta tirando con il 43,4% da tre punti, nessuna squadra ha fatto meglio).

Per i Celtics sarà dunque importante cercare di limitare queste situazioni, cercando di far giocare i propri avversari a difesa schierata. Qui, infatti, i ragazzi di Lue sono più statici, affidandosi soprattutto al talento di Irving in uno contro uno e alle visioni di James, capace di pescare un taglio dal post-alto, ma anche un giocatore in uscita dai blocchi, come ad esempio Korver. Affinché questo accada, però, Boston dovrà assolutamente tentare di prendere più rimbalzi difensivi, visto che in questo senso è il team peggiore della post-season, con solo il 70,2% dei palloni catturati sotto il proprio tabellone. D’altra parte, è proprio a rimbalzo offensivo che Cleveland ha una garanzia in Tristan Thompson, che in media ne cattura 4.9, consentendo alla sua squadra di mettere a referto 11.1 punti derivanti da seconde opportunità. Sarà interessante vedere la quantità di tiri e di punti che i Celtics riusciranno a concedere a Cleveland dal mid-range, dove LeBron e compagni producono solamente il 12.2% dei loro punti. Per farlo sarà decisiva la difesa perimetrale e la rim protection – in tal senso a Stevens occorrerà un rendimento di alto livello da parte di Amir Johnson – ma ancora di più la transizione difensiva di cui sopra.

Quasi sicuramente entrambe le squadre cercheranno di “proteggere” le loro point guard cambiando le single coverage, con Thomas che dovrebbe essere preso da Smith (oltre che Shumpert) e Irving da Bradley, Smart o Brown. Per coach Stevens sarà fondamentale sfruttare i problemi difensivi dei Cavs, i quali sono migliorati da questo punto di vista, ma che non hanno ancora mostrato di poter mantenere un livello di concentrazione alto per tutti i 48 minuti. Uno degli imperativi sarà cercare di attaccare Irving sul pick and roll, utilizzando questo tipo di gioco soprattutto con Horford, che da rollante viene coinvolto in queste circostanze il 27,2% delle volte da rollante, producendo 1.48 punti di media. Ma ancora più importante per i Celtics sarà avere una buona circolazione di palla, anche in considerazione del fatto che la difesa avversaria farà di tutto perché IT non si liberi del pallone. Sarà importante che Thomas legga sempre bene le scelte difensive di Cleveland, potendo punire un raddoppio o un aiuto e recupero tardivo con un “semplice” ribaltamento. 

I numeri uno del seeding dovranno dunque confermare quanto fatto vedere finora nei playoff, in cui sono i migliori come numero di passaggi (309.8), punti assistiti (67.8) e anche per quelli segnati in catch and shoot, ovvero quando si segna subito dopo aver ricevuto la palla (34.2).

Come sempre, sarà decisivo l’apporto della panchina, che ai C’s regala 17.6 punti di media a partita e in gara-7 contro Washington ha fatto la differenza, con l’incredibile quarto periodo di Olynyk e l’energia di Smart che hanno spaccato la partita negli ultimi minuti. Tuttavia, anche Cleveland ha dimostrato di poter ottenere moltissimo dalla sua second unit: in particolare, quando Lue mette in campo James insieme a Deron Williams, Kyle Korver, Kevin Love e Channing Frye (avendo così 5 potenziali tiratori), l’attacco dei Cavs produce 168.6 punti su 100 possessi, tirando con il 50% e avendo un plus/minus di 34.9. Analogamente, sarà curioso vedere quanto Stevens vorrà affidarsi ad una lineup con Thomas, Smart, Brown, Olynyk e Horford. Questi cinque potrebbero consentire ai C’s di avere un maggior controllo delle plance e una produzione offensiva, come dimostrano gli 82 rimbalzi conquistati su 100 possessi e il 225.4 di offensive rating fatti registrare quando questi giocatori sono stati schierati contemporaneamente contro Washington.

Chiaramente questi numeri sono dovuti anche allo scarso impiego di questo assetto (solamente in una sfida), ma sicuramente lo staff di Stevens avrà analizzato dettagli ancora più particolareggiati di questo e lo farà ancora di più in corso d’opera. Adesso la palla passa ai giocatori.

Articolo di Gabriele Ferrara