L'evidente tendenza, nella serie playoff tra Utah Jazz e Los Angeles Clippers, è stata la capacità, fino ad ora, di sopravvivere agli infortuni dei loro giocatori chiave, e come hanno reagito alle loro assenze forzate. I mormoni hanno sopravvissuto alla grande all'infortunio di Rudy Gobert in gara 1, ed hanno trionfato con pieno merito allo Staples Center. I losangelini hanno fatto lo stesso in gara 3, a Salt-Lake City, espugnando la Vivint Smart Home Arena orfani di Blake Griffin, out fino al termine della stagione a causa di un infortunio all'alluce. La storia si è ripetuta anche in gara 4, questa notte, quando i Jazz hanno silenziato le velleità di successo dei rivali, non potendo contare sulle prestazione del loro All-Star, Gordon Hayward, messo k.o da una sgradevole, importuna intossicazione alimentare. Il 'White Mamba' è rimasto in campo poco più di 9' minuti, prima di alzare bandiera bianca ed uscire di scena, accomodandosi in panchina, di fianco all'head coach Quinn Snyder. Per lui solo 3 punti e 2 rimbalzi in una serata in cui in tanti si aspettavano la sua conferma, ad altissimi livelli, dopo il quarantello rifilato in faccia agli avversari in gara 3.
Perso Hayward, Utah si è aggrappata a Joe Johnson, già decisivo in gara 1 con il suo buzzer-beater che diede la vittoria ai suoi allo Staples Center. Ha confermato, Iso Joe, di vivere una sorta di seconda giovinezza, risultando essere, al termine dei 48' minuti di gara, il miglior realizzatore dei Jazz. Importante il suo contributo, 28 punti, con un ottimo 12 su 17 dal campo. In attacco ha colpito con il 70.6 %, il migliore per distacco rispetto a tutti gli altri giocatori impegnati sul parquet. E' stato decisivo nell'ultimo quarto, realizzando 11 punti ma soprattutto segnando o assistendo 22 degli ultimi 25 punti realizzati da Utah. L'ala piccola nativa di Little Rock sta vivendo una serie playoff da incorniciare: la sua percentuale totale al tiro sfiora il 57% (29 tentativi mandati a bersaglio su 51 tentati), rispetto al 38% totale dei suoi compagni. Anche coach Doc Rivers, nel dopo gara, ha sottolineato l'importanza di Johnson per i Jazz: "Sta giocando su livelli altissimi, a tratti è immarcabile. Per noi è un colpo duro, dobbiamo arginarlo".
Utah ha superato i Los Angeles Clippers grazie anche all'apporto della second unit, oltre al rendimento del ritrovato Rudy Gobert, riapparso, riaffiorato in campo in bello stile ed autore di una doppia doppia da 15 punti e 13 rimbalzi con 6 su 6 dal campo. La sua presenza sotto i tabelloni ha arginato lo strapotere fisico di DeAndre Jordan, devastante in assenza del pivot francese nelle prime 3 gare. Hodd e Favors, rispettivamente con 18 e 17 punti marchiati a fuoco, hanno completato l'opera. La reale differenza, tra le due squadre, si è avuta nella zona pitturata, con i Jazz che hanno superato i Clippers 58-36. Fondamentale in questo senso l'apporto del ristabilito Gobert, difatti in sua assenza i losangelini avevano dominato sotto i tabelloni in gara 2 e gara 3, lasciando le briciole agli avversari (+42 il conto in favore di Paul e soci). I Clippers non hanno, inoltre, approfittato delle opportunità 'gentilmente' concessegli dagli avversari: Utah ha commesso ben 12 turnovers, alcuni piuttosto sanguinosi in frangenti delicati di gara, ma gli uomini di Rivers non hanno saputo forzarli, convertendo le perse rivali in soli 4 punti. Viceversa, i Clips hanno commesso appena 9 turnovers, ma i mormoni sono stati abili a trasformarli in 17 punti. Questo l'andamento della serie, molta importanza stanno avendo i 'gregari', coloro che a turno hanno dovuto rimpiazzare gli infortunati Gobert, Griffin ed Howard. E' 2 a 2, la serie si sposta nuovamente in California, con Utah che molto probabilmente recupererà Gordon Hayward, mentre i Clips saranno ancora senza Blake Griffin, una macumba, sui losangelini, che non accenna minimamente a placarsi.