La sfida degli incroci, ma solo relativamente pericolosi. Sei anni dopo lo storico upset del 2011, i San Antonio Spurs trovano sulla loro strada verso il sogno del sesto anello i Memphis Grizzlies. Il primo turno dei Playoffs Nba per l'edizione 2017 mischia tradizioni positive, negative, rapporti familiari e, soprattutto, longevità. I texani sono infatti alla ventesima partecipazione consecutiva alla post-season (manco a dirlo, corrente record di lega), mentre la franchigia del Tennessee è a quota sette, meglio di tutte le altre pretendenti all'anello della Western Conference, ovviamente Speroni esclusi.

L'ultima di Regular season. In Overtime la spunteranno gli Spurs.

Storie incrociate? - Lo spettro che si aggira nelle quiete stanze di Spurs-ello è travestito da serie di first round del sopracitato 2011. La primavera portò alla squadra di coach Popovich la terza etichetta consecutiva di "finita", dopo gli schiaffi presi da Phoenix l'anno precedente e da Dallas quello prima. Manco a dirlo, la fenice neroargento è poi risorta, con i destini di cui tutti siamo a conoscenza. Gli ultimi due incroci tra le compagini sono datati 2013 e 2016, entrambi conclusi con lo stesso esito: Sweep. Doppio 4-0 per cancellare l'onta di quel malaugurato 2-4 che sorprese tutti e lanciò Memphis, che da quell'anno non ha più mancato mai la partecipazione ai Playoffs.

2011. Espressioni. | Fonte immagine: TotalProSports

Il nuovo Marc - L'appuntamento di quest'anno potrebbe per larghi tratti ricalcare l'andamento di una stagione fa, almeno sulla carta: ventidue punti di scarto medio, una sola gara (la 3) giocata con un minimo di equilibrio, uno strapotere di San Antonio, franchigia assolutamente superiore. C'è però un dettaglio da tenere in considerazione, ovvero l'assenza di Conley e Marc Gasol, i lungodegenti della passata stagione nonché anima della franchigia. Inoltre, sotto la gestione di Coach Fizdale, Memphis è differente rispetto agli altri anni, come dimostra soprattutto la statistica sui tir da tre tentati in rapporto al totale dei tiri: dal 22.2% al 31.7%. Specchio di questa grande differenza è soprattutto Marc Gasol, passato in una stagione dal tentare 3 triple nell'intera stagione al tirarne 3.8 di media a notte.

A sinistra, la shotchart della stagione scorsa di Marc Gasol (52 gare giocate). A destra, quella dell'attuale (74 gare giocate). La differente tonalità di blu indica il raffronto con la media di lega: più è scura, più è superiore alla media.

Meno minuti a Dedmon - Per San Antonio, forse, questa enorme differenza dei Grizzlies rispetto all'anno scorso rappresenta un vantaggio non indifferente, poiché la difesa perimetrale non è mai stata un problema per coach Popovich. Lo sarebbe invece stato chiedere 30 minuti a notte di qualità a Dewayne Dedmon, unico lungo in grado di difendere adeguatamente nelle vicinanze del ferro e, quindi, di contenere la vecchia versione di Marc Gasol. Ciò non significa certamente che per lo spagnolo non vada tenuto più di un occhio di riguardo, ma è sicuramente un qualcosa che in generale agevola San Antonio, soprattutto perché è molto probabile che l'idea di Popovich sia quella di concedere spazio al 33 Grizs e togliere ogni possibilità ai compagni, a costo di far accumulare cifre folli al baricentro dell'attacco.

Gli appuntamenti fissati sul calendario.

Sulla fonte di gioco - La difesa perimetrale è invece un problema nettamente minore per San Antonio, essendo consolidata e avendo più di un giocatore in grado di coprire gli scarichi e leggere divinamente le linee di passaggio. Bloccare la fonte di gioco potrebbe essere fondamentale per i texani, per questo è probabile che l'uomo designato per Mike Conley sia Danny Green più di Tony Parker, anche per non far sfiancare il francese in difesa, avendo gli Spurs estremo bisogno della sua lucidità e freschezza in attacco.

Fiato e alternative - Il dispendio fisico è infatti uno dei principali fattori che potrebbero condizionare la cavalcata ai playoffs di San Antonio, per questo è probabile che Popovich voglia ingranare da subito le marce più alte, cercando di sbrigare la pratica il prima possibile e aggirando le difficoltà facendo ricorso alle buone alternative che affollano la panchina. Tra di essi potrebbe rientrare Davis Bertans, il cui ampio raggio di tiro e ruolo da quattro tattico potrebbero creare più di un grattacapo al JaMychal Green della situazione.

Leonard e Tony Allen. | Fonte immagine: WOAI

I duelli - La serie sarebbe potuta rivelarsi un interessantissimo banco di prova offensivo per Kawhi Leonard, al quale probabilmente Fizdale avrebbe affibbiato in una asfissiante single coverage lo specialista Tony Allen. Il condizionale si manterrà tale, perchè l'ex Celtics è stato ufficialmente dichiarato out per la serie, a causa di uno stiramento al polpaccio destro. Senza il proprio miglior difensore, Memphis potrebbe spostare la porporia idea l'ipotesi di raddoppio sistematico, la quale potrebbe però regalare a San Antonio tiri aperti, in caso di rotazioni difensive non perfette. Altrimenti, sarebbe molto probabilmente James Ennis (anche lui, per la verità, in forte dubbio) l'uomo deputato a contentenere il #2. Non è comunque quello tra il prodotto di San Diego State e rispettivo difensore il duello decisivo su cui potrebbe girare la serie, è difficile - se non impossibile - ridurre l'intero matchup a due singoli, ma è altrettanto innegabile che tanti occhi saranno addosso ai fratelli Marc e Pau Gasol, l'uno contro l'altro non solo a livello di faccia-a-faccia tra le due franchigie, ma anche nelle singole marcature nel pitturato.

Assenti e presenti - Il fratello grande parte in ogni caso con tutti i favori del pronostico, vista la stagione comunque complicata che Memphis sta vivendo: nel post All-Star Game, il record è un 9-15 che non brilla e non può lasciare fiducia. Su ciò incide indubbiamente l'assenza prolungata di Chandler Parsons, uomo idealmente perfetto per Fizdale, il quale non ha mai potuto contare sull'ex Dallas al meglio della forma. Parsons è fuori per la serie, si rivedrà nella stagione prossima, e ciò accorcia di conseguenza anche la panchina stessa. Certo, nei playoffs le rotazioni subiscono un drastico taglio, ma partire da sfavorita e non poter contare su alternative di livello ed esperienza non è un'iniezione di fiducia. San Antonio, invece, può pensare con ottimismo al primo turno, magari provando a chiudere in anticipo i conti e prendersi qualche giorno di riposo sulle concorrenti. Il bilancio della Regular Season dice 2-2, col fattore campo a dominare. Inutile, però, ripetersi: i playoffs sono sempre i playoffs...