Pazienza. Spesso, nei periodi bui della nostra vita, tra difficoltà ed ostacoli, le persone a noi vicine ci consolano dicendo di avere pazienza. Pazienza, e le cose miglioreranno, andranno meglio, tutto si risolverà. Ecco, senza scomodare dolori e dispiaceri di tutt'altra misura, anche da tifosi di qualsiasi sport può capitare di dover avere pazienza, spesso anche oltre i limiti della sopportazione. Basti pensare alla città di Cleveland, che prima del trionfo di LeBron James e compagni lo scorso anno ha dovuto patire un digiuno da titoli lungo 46 stagioni che ha coinvolto fondamentalmente tutti gli sport.
La virtù della pazienza la stanno coltivando anche i supporters dei Philadelphia 76ers. La franchigia della Pennsylvania si è resa protagonista di diverse stagioni di puro tanking: dopo una decade a fare dentro-e-fuori dai Playoffs (mai superate le semifinali di conference) i Sixers hanno iniziato un processo di ricostruzione. Una serie di stagioni assolutamente insoddisfacenti, in continuo calo dal 2012/13 (record di 34-48) passando per il 19-63 dell'anno successivo, al 18-64 del 2015 ed al 10-72 della scorsa stagione, ad un passo dal "record" negativo di sole nove partite vinte su ottantadue giocate, stabilito tra l'altro sempre dai Sixers nel 72/73.
Alle tante delusioni masticate sul campo, per i tifosi di Phila c'è stato da fare i conti anche con la sfortuna: dal 2013 in poi, le scelte al primo giro del Draft, per un motivo o per l'altro, non sono praticamente mai riuscite a debuttare subito, vittime dei più disparati infortuni. È il caso di Nerlens Noel (2013, numero 6, debutterà nella stagione successiva), Joel Embiid (2014, numero 3, fuori per le prime due stagioni), e di Ben Simmons, prima scelta assoluta all'ultimo draft, il cui debutto è stato rimandato alla prossima stagione. L'unico a "scamparla" è stato Jahlil Okafor, terza scelta assoluta nel 2015, che in compenso ha avuto diversi problemi di natura disciplinare, tra multe per eccesso di velocità e risse con detrattori e tifosi avversari che hanno comportato una sospensione di un pao di partite da parte della sua franchigia.
Insomma, tanti sogni che quasi mai sono diventati realtà, costringendo appassionati e tifosi della città dell'amore fraterno a parecchie notti di gastrite. Eppure, la musica sembra cambiare. Oltre a registrare finalmente un'aggiustamento a rialzo nel conto delle vittorie (quota 28) ed ad aver lasciato l'"onore" dell'ultimo posto in conference ai Brooklyn Nets, in generale l'atmosfera dalle parti del Wells Fargo Center è diversa. Su tutte, la nota positiva della stagione appena passata è stata l'esplosione dei due rookies: in primis, Joel Embiid. Oltre ad essere una star sui social ed un personaggio con pochissimi eguali nel mondo dell'Associazione, il camerunense ha stupito tutti volando a 20.2 punti, 7.8 rimbalzi e 2.5 stoppate a partita nonostante, per preservare la sua integrità fisica dopo i problemi al piede, lo staff di Philly abbia limitato il suo minutaggio appena oltre i 25 minuti a partita. Purtroppo, l'impossibilità di giocare in back-to-back (sempre per precauzione) e qualche problema fisico, tra cui l'infortunio al menisco sinistro che lo ha costretto a chiudere anzitempo la stagione prima di marzo, hanno limitato il suo impiego a 31 partite. The Process, però, ha guidato i suoi ad un gennaio da sogno: 10 vittorie in 13 partite nel giro di 25 giorni. Da lì, però, qualcosa si è rotto: appunto, i problemi di Embiid, ma anche il prolungarsi dei tempi di recupero di Simmons, oltre alla trade che ha portato Nerlens Noel a Dallas (risolvendo finalmente la diatriba sui tre centri incompatibili tra loro). Tutto insieme, non ha permesso alla miccia di raggiungere l'innesco per far esplodere una stagione che sembrava avere tutte le premesse per chiudersi col sorriso, e che invece è terminata con nove sconfitte nelle ultime dieci. Altri fattori positivi però permettono al neo-General Manager Bryan Colangelo di ben sperare: per esempio, il decollo di Dario Saric, che dopo un paio di mesi di adattamento ha messo in mostra tutto il suo immenso talento, calandosi alla perfezione nel ruolo di stretch-four sempre più diffuso nel basket moderno. Non solo ottimi movimenti in post, ma anche un range di tiro molto ampio, la capacità di passare ed una visione di gioco fuori dal comune rendono il croato uno dei prospetti più interessanti per il futuro prossimo a livello globale, oltre che il candidato numero 1 (assieme a Malcolm Brogdon) al titolo di Rookie Of The Year.
In sintesi, dalle parti di Philadelphia la strada da compiere è ancora lunga, ma finalmente sembra iniziata la risalita: finalmente - con colpevole ritardo, a dire la verità -, il front-office è riuscito a sistemare la situazione dei tre lunghi che aveva creato più di un problema. L'ultimo in ordine di tempo è stato quello di Nerlens Noel che, chiedendo un minutaggio più alto all'interno delle rotazioni di questa stagione, aveva ottenuto una sostanziale esclusione dalle scelte di coach Brett Brown. Verso la prossima stagione, invece, il parco lunghi sembra assolutamente ben assortito: se Okafor ed Embiid non hanno ancora trovato la giusta chimica per giocare assieme, sarebbero perfetti per alternarsi nello spot di 5, salvaguardando anche la propria integrità fisica, e lasciando a Saric tutto lo spazio per fare il Saric. Dietro, attendendo l'impatto col mondo dei professionisti di Simmons (che dal canto suo porta sulle spalle una mole di aspettative enorme), Covington dà le sue garanzie come tiratore, mentre Stauskas e TJ McConnell possono fornire ottimi ricambi dalla panchina al backcourt. Inoltre, c'è ancora uno slot da riempire in vista della stagione 2017/18: nello scambio con i Dallas Mavericks, infatti, è arrivata in Pennsylvania una prima scelta al prossimo draft, che verosimilmente porterà alla corte di Brown una guardia di talento con l'obiettivo di completare il ricambio generazionale. Insomma, una squadra giovane che sembrerebbe aver risolto i suoi problemi interni, con un roster (si spera) equilibrato, un allenatore saldo sulla panchina ed una dirigenza finalmente con ruoli ben definiti. Dopo tanti anni di attesa, nella città dell'amore potrebbe essere arrivato il momento di vedere la luce. Il resto degli Stati Uniti è avvisato.