Una partita bella a metà quella tra gli Houston Rockets e gli Oklahoma City Thunder, che al Toyota Center danno spettacolo nei primi due quarti, prima che l’equilibrio venga spezzato dai padroni di casa.

Partendo dalla palla a due, i ritmi sono folli come da pronostico. Il sistema di Houston prevede tanta corsa che, ai Thunder, non dispiace affatto. Harden e Westbrook partono così subito forti, senza però trovare il primo canestro di serata. Ci pensa allora Eric Gordon a rompere il ghiaccio, portando in vantaggio suoi. Da questo momento in poi, saranno sempre avanti. Okc, nonostante corra tanto, fa fatica a trovare il canestro mentre i texani piazzano un primo parziale di 7 punti a 0 che indirizza subito nei binari giusti il match. Donovan è “costretto” al time out che in qualche modo sveglia i suoi, i quali trovano i primi due punti del match con Taj Gibson. Dall’altra parte, comincia meravigliosamente Trevor Ariza, che piazza un paio di triple che mandano in doppia cifra di vantaggio i suoi. A metà quarto, i Rockets sembrano già in controllo della partita ma, a rimettere le cose a posto, ci pensa Westbrook. Partito piano, il numero 0 dei Thunder si accende improvvisamente, dimezzando da solo di fatto lo svantaggio della squadra. Alla sirena, il punteggio recita così 37-31 per i padroni di casa.

Col definitivo ingresso in partita di Westbrook, Harden capisce che è il momento di accelerare la pratica e, fin dall’inizio del secondo quarto, macina, più che punti, assist su assist. Il già citato Ariza, Gordon ed un insospettabile Dekker ricevono vere e proprie caramelle dalle mani dal “Barba”, e lo ripagano segnando con una continuità disarmante da oltre l’arco. OKC, che non gioca per niente male ma che è inerme dinnanzi a tanta efficacia, prova a star dietro agli avversari con il solito Westbrook e con un paio di buone giocate di Kanter ma, alla fine del secondo periodo, Houston si ritrova già con la partita in mano e il tabellone che dice 79-59.

La prestazione monstre da oltre l’arco dei Rockets ci si aspetta termini con l’intervallo lungo. E invece, di rientro dagli spogliatoi, gli uomini di D’Antoni continuano a martellare il canestro di Oklahoma come se non ci fosse un domani. Dalla panchina, Lou Williams entra e piazza, praticamente prima del terzo quarto, otto triple su altrettanti tentativi, massacrando definitivamente i Thunder. Harden rimane silenzioso, distribuendo più assistenze che segnando qualche canestro. Oklahoma trova nel solo Westbrook una bocca di fuoco, ma lo stesso numero 0 può davvero poco contro una squadra che gioca e tira meravigliosamente. A chiudere definitivamente il match ci pensa poi James Harden, che sulla sirena del terzo quarto piazza la tripla del 113-88.

Gli ultimi 12 minuti da giocare perdono così qualsiasi forma di interesse. Westbrook raggiunge prima della metà dell’ultimo quarto la sua trentaseiesima tripla doppia e, sebbene proprio sul finire di parziale riesca anche a far rientrare i suoi fino al -9, alla fine risulta del tutto inutile. Col cambio infatti Nene per Capela, i Thunder non hanno più nemmeno la possibilità del fallo sistematico e, come se non bastasse, il brasiliano mette a segno cinque punti in fila che chiudono definitivamente ogni tipo di velleità.

Termina così una partita assolutamente dominata dai Rockets, che hanno messo in luce tutto il loro potenziale segnando ben 20 triple su 39 tentativi. Un risultato pazzesco che premia il sistema dell’ex giocatore dell’Olimpia Milano, la cui candidatura a Coach of the Year si fa sempre più forte.