E' dall'opening night della regular season Nba che gli appassionati di pallacanestro professionistica a stelle e strisce attendono il secondo atto della sfida tra Golden State Warriors e San Antonio Spurs, dopo che il primo si era concluso con un netto successo dei neroargento alla Oracle Arena. Stanotte (ore 2.30 italiane, diretta su Sky Sport) andrà in scena il secondo episodio delle gare di stagione regolare tra le due migliori squadre della Western Conference: 52-13 il record dei californiani, 50-14 quello dei texani. Ma l'atteso confronto sarà caratterizzato da defezioni importanti, dovute a infortuni e scelte tecniche. 

Kawhi Leonard. Fonte:  Ronald Cortes/Getty Images

In casa Spurs sarà fuori Kawhi Leonard, uno dei più autorevoli candidati al premio di MVP della regular season, impossibilitato a scendere in campo per un colpo in testa subito durante la gara, persa da San Antonio, alla Chesapeake Energy Arena di Oklahoma City solo due giorni fa. Per Leonard è stato infatti attivato il protocollo standard relativo ai casi di concussion (trauma cranico), dalle maglie molte strette, che costringerà dunque Gregg Popovich a promuovere in quintetto uno tra Kyle Anderson e Jonathon Simmons. Favorito il secondo, perchè il prodotto da UCLA ha a sua volta riportato una distorsione al ginocchio nella gara di mercoledì contro i Sacramento Kings. Probabile invece il ritorno sul parquet dell'AT&T Center di Tony Parker, il playmaker franco-belga assente contro i Thunder, e quello dell'argentino Manu Ginobili, a riposo per il back to back contro Russell Westbrook e soci. E' però in casa Golden State che si registrano le assenze più pesanti. Oltre a quella di Kevin Durant, k.o. per una lesione al legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro (ne avrà almeno per altre tre settimane), ecco infatti i forfait di Stephen Curry, Klay Thompson e Draymond Green, preservati da coach Steve Kerr in un momento molto delicato della regular season dei Dubs: "Arriveremo a San Antonio alle tre del mattino - le parole di Kerr riportate da Chris Haynes di Espn - e questi ragazzi stanno giocando tanti minuti in questo periodo. Ho intenzione di dar loro tre giorni di riposo prima della prossima gara casalinga, per avere poi un'intera settimana a Oakland, in modo tale da ricaricare le batterie. Si tratta di una mia scelta, ed è la cosa giusta da fare, se guardiamo alla stagione nel suo complesso e ai minuti che Steph, Draymond e Klay stanno giocando in assenza di Durant".

Steph Curry. Fonte: AP Photo/Marcio Jose Sanchez

Difficile ora cercare di immaginare quale sarà lo starting five dei Warriors a San Antonio. Sarà della partita il veterano Andre Iguodala, protagonista di un una battuta che ha suscitato polemiche al termine della gara persa da Golden State a Minneapolis contro i Timberwolves di Tom Thibodeau. "No, io non riposerò - le parole dell'MVP delle NBA Finals 2015 - faccio ciò che dice il capo". Espressione letta da alcuni come un attacco indiretto al suo allenatore, interpretazione però subito smentita dall'interessato, che ha ribadito di avere un rapporto eccellente con Kerr. Con Pachulia da centro, potrebbero dunque partire James Michael McAdoo o Kevon Looney da numero quattro, con Matt Barnes in ala piccola, il rookie Patrick McCaw e il veterano Shaun Livingston (che ha riposato stanotte al Target Center) nel backcourt. In uscita dalla panchina lo stesso Iguodala, JaVale McGee, Ian Clark e David West, per una gara che ha risvolti importanti per quanto riguarda il ranking della Western Conference. Come accennato, gli Spurs inseguono infatti la prima posizione a una partita e mezza di distanza: arrivare a metà aprile davanti ai californiani vorrebbe dire assicurarsi il vantaggio del fattore campo per tutta la durata dei playoffs, e soprattutto evitare le mine vaganti Memphis Grizzlies e Oklahoma City Thunder, al momento in lotta per la sesta e settima posizione, per pescare invece al primo turno una squadra tra Denver, Portland, Dallas (e magari anche Minnesota). Tutte questioni di cui si parla parecchio, ma che a conti fatti potrebbero invece lasciare il tempo che trovano: già lo scorso anno ci si attendeva una finale di Conference tra Warriors e Spurs, quando invece i neroargento furono eliminati al secondo turno dagli Oklahoma City Thunder