Tra i giovani che si stanno mettendo in luce ai Nuggets, il nome di Nikola Jokic merita un'attenzione particolare. La sensazione di trovarsi di fronte un talento, un futuro campionissimo, sta diventando sempre più realtà. Un gigante di 208 centimetri per 113 chilogrammi, un colosso, ma dal carattere mansueto che non farebbe male neanche ad una "formica safari". Da Sombor a Denver, senza mezze misure. Nato e cresciuto nelle piccola e fredda cittadina serba al confine con l'Ungheria, "The Joker" ha iniziato tardi a giocare a basket, a 14 anni, perchè prima ha praticato solo ed eclusivamente l'ippica. Il talento era tanto, ed il ragazzo, appena preso confidenza con la palla a spicchi, ha bruciato le tappe, da Sombor a Novi Sad, fino a Belgrado.
Ha poi successivamente tentato l'avventura americana e gli è andata di lusso. Il trampolino di lancio è rappresentato dall'Nba Draft 2014, in cui Jokic è stato scelto dai Denver Nuggets con la pick numero 41, nel più generale degli anonimati. Arrivato in Colorado come quarto lungo delle rotazioni, in due anni ha scalato le gerarchie e quest'anno il centrone serbo è al centro del progetto Nuggets, con il suo rendimento che è in costante crescita. In più di un'occasione, soprattutto da quando Danilo Gallinari è passato a risiedere nell'infermeria di Denver, il talento serbo ha assunto il ruolo di primo violino offensivo, associando questa sua nuova dimensione alla solita prestanza fisica e dominanza a rimbalzo.
I numeri non mentono mai. In 48 partite finora disputate, il 15 dei Nuggets annovera cifre interessanti: 16.3 punti, 8.9 rimbalzi e 4.4 assist di media a partita, oltre all'immensa mole di lavoro sporco che si sobbarca in ogni match, ma che non rientra nelle statistiche della Lega.
Una crescita esponenziale, ricca di prelibate esibizioni, l'ultima in ordine di tempo quella sciorinata questa notte al Pepsi Center con cui Jokic ed i suoi Denver Nuggets hanno surclassato prepotentemente i Golden State Warriors. Ben 132 i punti realizzati dall'attacco atomico della franchigia del Colorado, di cui 17 fatturati dal pivot serbo a cui ha aggiunto lo stellare career-high per numero di rimbalzi (21) ed assist (12). Tripla doppia, una meraviglia. La seconda della sua carriera (entrambe refertate in questa stagione), a coronamento dell'ennesima pregevole performance stagionale in cui si è definitivamente affermato come giocatore simbolo, vero e proprio "maschio alfa" della squadra allenata dall'head coach Michael Malone.
È Denver il centro del suo mondo, e dopo le prime due stagioni in cui si è fatto conoscere per le sue buone doti di realizzatore e passatore, ora ha un "mandato" più laborioso, improbo, da portare a termine. Quello di offrire ai suoi Nuggets la continuità necessaria affinchè si possa ritornare a provare, sotto i cieli del Colorado, l'ebbrezza dei playoff. Ad maiora, Supernova Jokic.