Milwaukee Bucks - Miami Heat 88-106
E' bastato un primo quarto a dir poco travolgente (15-28) ai Miami Heat per mettere in discesa la pratica Milwaukee Bucks. Al BMO Harris Bradley Center la sfida, che si preannunciava bella ed equilibrata, è invece un monologo della squadra più in forma della intera NBA, arrivata con questo successo alla dodicesima affermazione consecutiva. Numeri da paura per gli Heat, che iniziano, tra le altre cose, a difendere da vera squadra, togliendo ritmo e punti forti all'attacco di Kidd.
L'inizio dei padroni di casa è da brividi, in negativo, con i soli punti segnati da Jabari Parker che sono una magra consolazione a fronte dei 17 confezionati dall'attacco di Miami (Dragic, ma anche McGruder e Ellington dalla distanza). Ottenuto un cospicuo bottino, gli ospiti lo conservano con cura e lungimiranza, gestendo a piacimento i ritmi della contesa. I tredici punti di vantaggio della prima sirena vengono gestiti tranquillamente da Reed e da un ottimo Johnson, che consentono alla second unit di Miami di tenere a bada i tentativi di rimonta di Teletovic e Monroe. La fisicità di Hassan Whiteside si fa valere contro i pochi muscoli di Parker e Henson, poco adatti a contenere il pick & roll avversario, soprattutto sul tagliante. All'intervallo, gli Heat controllano sul più 11.
In avvio di ripresa i Bucks provano a rientrare in partita, ma non trovano quasi mai ritmo e fiducia nelle conclusioni dalla distanza, altresì in contropiede. Ne approfitta McGruder, che con sette punti di fila prova a lanciare il primo tentativo di allungo definitivo, rintuzzato però dai canestri di Antetokounmpo ed Henson. E' Johnson, con cinque punti nel minuto finale del terzo quarto, con Ellington, a firmare invece l'abbrivio che consente a Miami di allungare sul 63-81 e di fatto archiviare la pratica. I tentativi, futili, di rimonta Bucks vengono stoppati sul nascere dai Johnson e dalla tripla di Ellington, che sul -12 stronca le velleità di rimonta dei padroni di casa.
Memphis Grizzlies - Phoenix Suns 110-91
Non c'è praticamente mai partita al FedEx Forum di Memphis, dove ai Grizzlies di Marc Gasol e Mike Conley basta davvero pochissimo nel primo quarto per andare via nel punteggio e mettere in ghiaccio la sfida contro i derelitti Phoenix Suns.
La squadra ospite resiste cinque minuti, fino all'11-8, prima di essere travolta dai canestri di Green e Parsons, dalla distanza, ma soprattutto dall'intensità selvaggia della difesa di casa. Ennis e Daniels entrano da subito in partita e contribuiscono ad ampliare il vantaggio dei Grizzlies rendendo vani i pochi canestri dei Suns, che tirano con percentuali pessime da oltre l'arco e non solo. Dalla parte opposta, invece, nonostante le assenze di Carter e Randolph, Memphis gioca sul velluto, riuscendo tra le altre cose a costruire tiri perfetti sul perimetro, che Conley, Green e Daniels mandano a bersaglio con discreta continuità (quasi 60% a fine gara). Phoenix resiste nel secondo quarto, quando i padroni di casa tirano leggermente il freno a mano, soprattutto spalle a canestro: Knight trascina i suoi ad un minimo di rimonta, che arriva però fino al -7. Il ritorno in campo di Gasol respinge con veemenza i tentativi di rimonta ospiti, che all'intervallo inseguono di otto grazie a Booker e Warren.
In avvio di ripresa Booker e Bledsoe provano a tenere i Suns a contatto ed in partita, ma è nella parte centrale del quarto che i Grizzlies archiviano la pratica: Gasol si carica l'attacco sulle spalle e, con l'aiuto del solito Conley, piazzano il break che riporta Memphis avanti di una dozzina abbondante di punti. La difesa di casa limita le percentuali dei frombolieri di Phoenix, mentre le triple di Conley prima e Daniels successivamente scavano il solco definitivo alla gara (71-53). Tucker prova a rimettere in carreggiata i suoi, ma è sempre il play di casa a rimandare al mittente le richieste di rientrare in partita. Ennis mette sedici lunghezze tra le squadre ad inizio quarto periodo, prima dell'ultimo sforzo firmato Bledsoe che riporta Phoenix sul -10 (78-88). Il 9-2 firmato nei secondi successivi da Gasol e Douglas fa partire i titoli di coda alla gara, con i Suns che si lasciano andare fino alla sirena conclusiva.