Sono passati due mesi dall'inizio della stagione NBA 2016-2017. "The best has yet to come", direbbero oltreoceano, ma intanto i Golden State Warriors hanno già messo le cose in chiaro: il primo posto della Western Conference, a meno di clamorose sorprese, sarà loro per il terzo anno consecutivo. Seguono gli Spurs e i Clippers, mentre Houston e Memphis si stanno confermando grandi. Divario importante tra le prime sette e le altre, con la maggior parte di queste che hanno più di una chance di contendersi un posto ai playoff, ma andiamo con ordine.
GOLDEN STATE WARRIORS (27-4). Mai vista una squadra piena di talento e ben orchestrata come questa. Egoismi ridotti al lumicino, più di due canestri su tre sono assistiti, Durant è diventato un difensore di ottimo livello e tira senza forzare troppo. L'ex stella di OKC si sta integrando molto bene con gli Splash Brothers, mentre McGee sta migliorando notevolmente ed è sempre più parte di questo progetto. Se il defensive rating rimane quello di adesso (100.4, soltanto Memphis fa meglio), batterli sarà impossibile per chiunque, ma la strada è ancora molto lunga.
SAN ANTONIO SPURS (24-6). La notte in cui è stata ritirata la maglia di Tim Duncan è già un momento leggendario della storia dello sport. Eppure sul campo i texani stanno dimostrando di essere quelli di sempre: Leonard sta guidando i suoi compagni verso un'altra stagione che li vedrà protagonisti. Secondi nella Lega nel rendimento oltre l'arco (40,2%), se gli Spurs dovessero riuscire a progredire nell'intensità difensiva in termini di continuità, gli uomini di Steve Kerr dovranno fare i conti con loro.
LOS ANGELES CLIPPERS (22-9). Blake Griffin resterà ai box per un mese dopo l'intervento in artroscopia al ginocchio sinistro. Senza di lui, i Clips non si sono persi per strada, con la vittoria contro San Antonio che è lì a dimostrarlo. Al netto di quella che è forse la miglior panchina della Association e di un Redick al top della forma, i loro limiti di ball movement e nella metà campo difensiva sembrano insormontabili per puntare all'anello, ma nel basket mai dire mai.
HOUSTON ROCKETS (22-9). "James Harden at his very best", basterebbe questo per spiegare come il "Barba" sia all'altezza di Westbrook per concorrere al titolo di MVP. Dopo aver imparato a mettere la sua conoscenza del gioco al servizio dei compagni, questi ultimi stanno rispondendo in maniera più che positiva. L'intesa con Capela è ottima, la qualità dei tiri dal perimetro altrettanto. Eric Gordon potrebbe essere il sesto uomo dell'anno; se D'Antoni dovesse riuscire a dare ai suoi un minimo di continuità in difesa (104.5 punti subiti ogni 100 possessi), i Rockets - eccezion fatta per Golden State - possono giocarsela con tutti.
MEMPHIS GRIZZLIES (20-12). La franchigia del Tennessee è riuscita a gestire alla perfezione l'assenza di Mike Conley, il quale intanto è rientrato già da qualche gara. Con un Marc Gasol stellare e la piacevole scoperta di Troy Daniels, la squadra con la miglior difesa della NBA si gode un quinto posto meritatissimo. All'appello manca solamente Parsons, per il resto sembra difficile che coach Fizdale possa fare meglio di così.
OKLAHOMA CITY THUNDER (18-12). Quello che sta facendo Russell Westbrook non è realmente comprensibile per nessuno, ma di certo resterà impresso nella memoria di tutti gli appassionati. Oltre a lui, Adams e Kanter hanno ripreso da dove avevano finito lo scorso maggio. L'infortunio di Oladipo - problema al polso - non sta creando grattacapi all'attacco dei Thunder, che stanno iniziando a trovare anche un buon apporto da Abrines. Probabilmente nella post-season le grandi dovranno fare i conti anche con loro.
UTAH JAZZ (18-13). Mancano Favors, Hill e Hood: crisi di risultati e crollo in classifica? Macché. I ragazzi di Snyder stanno riuscendo ad andare oltre a tutte le difficoltà, con un'organizzazione di gioco incredibile (terza miglior difesa) e una voglia di aiutarsi propria solo delle squadre vincenti. Se dovessero tornare tutti a disposizione, anche chi gli è davanti in classifica dovrà stare molto attento.
SACRAMENTO KINGS (13-17). Dave Joerger sta incontrando notevoli difficoltà nel gestire un gruppo in cui ci sono uomini ingestibili come Cousins, Lawson e Gay. Tra una bagarre e l'altra, tuttavia, " Boogie" (29 punti e 10.7 rimbalzi ad allacciata di scarpe) ha fatto in tempo a metterne 55 contro Portland, ma i buchi in difesa sono ancora troppi - solamente sette squadre subiscono più punti di loro.
PORTLAND TRAIL BLAZERS (13-19). Lillard e McCollum stanno mettendo insieme 49.6 punti di media, ma i Blazers sono sempre più in difficoltà. Peggior difesa della Lega (defensive rating pari a 110.7), deboli nel pitturato, i ragazzi di Stotts non sono nemmeno lontanamente quelli ammirati la scorsa stagione. La strada è lunga, ma serve un'inversione di rotta immediata.
DENVER NUGGETS (12-18). La franchigia del Colorado ha iniziato ad ingranare. Con Wilson Chandler - 16.8 punti a serata - in quintetto e Faried che ha ricominciato a mettere la sua energia in campo, Denver adesso è in piena corsa per l'ottavo posto. Gallinari sta riacquisendo fiducia, con il front court sta dando un ottimo contributo (i Nuggets sono primi nella Association per rimbalzi catturati con 48 di media). Se dovessero salire di livello in fase difensiva, allora le possibilità di vederli in campo anche nella seconda metà di aprile sarebbero più che concrete.
NEW ORLEANS PELICANS (11-21). Il rientro di Holiday e Evans ha portato più soluzioni offensive al team di Gentry, che sta iniziando ad essere meno prevedibile in attacco e più efficace dal perimetro. La difesa rimane un problema - 18esima difesa della NBA - così come il rendimento nel pitturato. Davis continua ad avere numeri mostruosi, ma il piano per risalire è ancora in fase di studio.
LOS ANGELES LAKERS (11-22). Le ultime 13 partite hanno disilluso i tifosi giallo-viola dopo l'ottimo inizio. I tanti infortuni - Larry Nance Jr l'ultimo della lista - non hanno di certo aiutato a migliorare la situazione. In difesa non ci sono stati progressi, ma il lavoro di Walton è soltanto all'inizio.
MINNESOTA TIMBERWOLVES (9-20). Karl-Anthony Towns - 22.1 punti e 11.4 rimbalzi a partita - è già una stella, così come Wiggins, ma Thibodeau non ha ancora capito come far risplendere il talento di una squadra che non è ancora tale. Le prossime sfide contro diverse franchigie con un record negativo saranno una possibilità per crescere.
PHOENIX SUNS (9-21). I ragazzi di Earl Watson, dopo i Nets, sono quelli che corrono di più nella NBA (103.3 di pace), con il talento di Devin Booker che sta esplodendo in tutta la sua straordinarietà. A questi deve aggiungersi un Warren da 19.9 punti a gara e la prestanza fisica di Tyson Chandler sotto canestro, ma la difesa è inesistente (107.3 di defensive rating), così come qualsiasi ambizione nel breve termine.
DALLAS MAVERICKS (9-21). Nonostante l'assenza di Nowitzki, i Mavs stanno iniziando a mandare qualche timido segnale di risveglio. Deron Williams sembra essersi destato dal sonno (17.2. punti di media nelle ultime 10 uscite), così come Matthews. Barnes fa quel che può, ma l'impressione è che Rick Carlisle debba aspettare tempi, e soprattutto annate, migliori.
Articolo di Gabriele Ferrara