A poco più di una settimana di distanza dai sessanta punti in ventinove minuti segnati agli Indiana Pacers nella gara della Oracle Arena con i suoi Golden State Warriors, Klay Thompson si racconta a Marc Stein di Espn, ripercorrendo il film di quella serata e facendo il punto della situazione sulla prima parte di stagione della sua squadra. "I 60 punti? E' stato divertente - dice lo Splash Brother numero due - anche perchè ho visto che sui social media sono rimasti tutti molto sorpresi dai miei undici palleggi (numero di dribbles utilizzati per metterne a referto 60 in tre quarti, ndr), ma per me erano più che sufficienti. E' stato un momento speciale all'interno della mia carriera, ma d'altronde non avrei neanche potuto immaginare di segnare 37 punti in un quarto, come accaduto due stagioni fa. Ho sorpreso anche me stesso, e spero che non sia l'ultima volta".

"Ho rivisto la mia prestazione al video, proprio per capire cosa avevo fatto così bene. Sono stato efficace in ogni mio movimento. Ma la cosa più importante è rimanere concentrati e allenarsi per riuscire a dare il meglio di se stessi in una regular season da ottantadue partite. E' l'obiettivo di tutti i giocatori di questa lega, anche se non è facile esserci con la testa ogni sera: solo i migliori ci riescono, ecco perchè ho rivisto quella partita, per ricordare a me stesso cosa sono stato capace di fare". Alla stagione dei Golden State Warriors, Thompson darebbe un A- (secondo il metro di giudizio degli americani): "In questo momento stiamo giocando ad alti livelli, abbiamo il miglior record della lega, ma ce lo aspettavamo: nessuna sorpresa, questa squadra ha talento, un grande sistema di gioco, e un gruppo di grandi giocatori. Sapevamo anche che ci sarebbe voluto del tempo. Personalmente, all'inizio non stavo giocando così bene, ma eravamo a inizio stagione, quindi non c'era di che preoccuparsi: sapevo che, allenandomi duramente, sarei tornato in carreggiata. All'inizio siamo incappati in un paio di sconfitte, quella con gli Spurs nella gara inaugurale e con i Lakers allo Staples, ma siamo ripartiti bene da quel record di quattro vittorie e due sconfitte. Ora siamo in una buona posizione, con grandi margini di miglioramento".

Per quanto riguarda la sua mentalità competitiva, Klay la spiega così: "Non mi è mai piaciuto perdere, nemmeno da bambino contro i miei fratelli o i miei amici. Non sapevo perdere, poi con il tempo ho imparato che quando sei un professionista non tutto può andare come vuoi, e che devi rimbalzare dopo aver commesso degli errori. Nei primi due anni Nba mi sono messo molta pressione addosso, per diventare un All-Star o comunque un grande giocatore, non avevo capito che certe cose richiedono tempo. Sono ancora molto duro con me stesso, come tutti i grandi tiratori: nella storia di questa lega i migliori sono stati dei perfezionisti. Vale lo stesso per Steph o KD. Penso sia positivo prendersela con se stessi quando non si gioca bene, vuol dire che si è interessati a ciò che si fa. Allo stesso tempo si deve però evitare che una o due brutte prestazioni influiscano troppo sul tuo gioco. Credo di essere migliorato molto da questo punto di vista: reagisco meglio di prima alle serate storte".

Impossibile non trattare l'argomento trade, tirato in ballo da Brian Scalabrine (ex giocatore dei Boston Celtics), che lo aveva dato come partente in direzione TD Garden: "Steve Kerr e Bob Myers sono venuti da me per dirmi che era una cosa che non aveva alcun fondamento. Da parte mia, cerco di non fare troppa attenzione a queste cose, perchè so come funziona il circuito mediatico: bisogna pompare notizie per ventiquattro ore al giorno. Ogni volta che non si gioca bene vengono fuori questo tipo di speculazioni, è un gioco che conosco. Solo che stavolta è successo un po' in fretta: non avevamo giocato neanche dieci partite, ecco perchè quei rumors mi sono sembrati strani. Non me la sono presa, perchè sono indiscrezioni messe in giro da Scalabrine. Suvvia, quanto può essere attendibile? L'ho cercato a Boston, ma non l'ho trovato, ma comunque non ho alcun problema con lui, lo vedrò alla Oracle Arena. Ma ripeto, tutto ciò non mi ha dato così tanto fastidio".