Buone notizie dalla NBA e dalla NBPA, l’unione dei giocatori. Stando a quanto riportano i maggiori media americani, le due parti hanno trovato l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo, che sarebbe scaduto nel 2018.

Il nuovo contratto entrerà in vigore l’anno prossimo e avrà durata di sette anni, quindi fino al 2023-2024, con l’opzione, da parte di entrambe le parti, di uscirne entro il 2022. Ad oggi però, non è ancora stato formalizzato l’accordo per pure questioni burocratiche tanto che la Lega e l’Unione hanno deciso di posticipare la deadline per l’uscita dall’attuale accordo al 13 gennaio 2017 (attualmente era entro il 15 dicembre).

Col nuovo contratto, le squadre hanno cercato di invogliare i giocatori a rimanere nelle proprie squadre in diversi modi: il primo, potendo rinnovare il contratto fino ad un massimo di cinque anni, firmandolo l’estate dell’ultimo anno di contratto. Per capirci, OKC ed Indiana potrebbero ri-firmare Westbrook e George quest’estate per altri cinque anni, garantendoseli dunque per altri 6.

Il secondo modo, strettamente legato al primo, è che i giocatori che sono al secondo contratto con la squadra, possono ottenere più soldi rimanendo nella stessa squadra piuttosto che testare il mercato dei free-agent.

Un’altra importante novità riguarda i veterani. Il nuovo accordo prevede infatti che i giocatori sotto i 38 anni, o che li compiono entro l’ultimo anno di contratto, possono rinnovare per altri cinque anni al massimo salariale. Nel contratto attuale, l’età massima è di 36 anni. In questo modo, Carmelo Anthony, LeBron James e Chris Paul, giusto per fare tre esempi, possono rinnovare con le proprie squadre al massimo salariale nonostante supereranno i 36 anni.

Infine, la NBA ha deciso di non cambiare la “one-and-done” rule, ovvero la regola che obbliga i giocatori uscenti dal liceo a frequentare almeno un anno il college, o quanto meno a giocare in altri campionati che non siano la NBA. Sebbene dunque più volte sia stata espressa la volontà di modificare questa regola, sia da parte di Adam Silver sia da parte di Michele Roberts, direttore esecutivo della NBPA, per il momento la regola rimane.