Dopo diciannove partite di regular season disputate con la maglia dei New York Knicks (dieci vittorie e nove sconfitte, il record attuale della franchigia della Grande Mela), Derrick Rose ha mostrato segnali confortanti. L'MVP della stagione 2012 non solo ha giocato con continuità senza accusare alcun fastidio fisico, ma sta anche contribuendo al discreto momento di forma dei Knickerbockers, reduci da due vittorie consecutive contro i Minnesota Timberwolves (16.8 punti, 4.8 assist e 4.2 rimbalzi di media per D-Rose).
E l'ex idolo dei Chicago Bulls ora vorrebbe rimanere a New York "fino alla fine della mia carriera", come già dichiarato in estate, ma deve però convincere Phil Jackson, presidente delle operazioni cestistiche dei Knicks, a rinnovargli il contratto, in scadenza nel giugno 2017. "Stiamo costruendo una cultura adesso - le parole di Rose riportate da Ian Begley per Espn - siamo ripartiti dalle fondamenta. Io sono sotto contratto per un solo anno, ma vorrei giocare qui per il resto della mia carriera. Ma ci vuole pazienza: vediamo intanto se e come quest'avventura funzionerà, poi potremo parlarne. Adoro l'atmosfera, l'ambiente di New York, mi piacciono squadra e staff. Io devo solo allenarmi al massimo per essere pronto a scendere in campo e provare a vincere ogni partita. Ma per quanto riguarda il mio futuro, chissà. Non posso far altro che aspettare la fine dell'anno e vedere cosa accade: di certo mi trovo benissimo qui a New York". In realtà il rinnovo potrebbe arrivare anche prima della fine della stagione, perchè dal prossimo 22 dicembre, fino al 30 giugno 2017, i Knicks avranno la possibilità di esercitare un'opzione per offrire a Rose un'estensione triennale da 75 milioni di dollari. Quindi si potrebbe anche non aspettare la fine della stagione, ma con ogni probabilità Phil Jackson attenderà fino all'ultimo per prendere la sua decisione. Innanzitutto, i Knicks vogliono essere convinti che Rose sia tornato a pieno regime dal punto di vista dell'efficienza fisica (diciannove gare di regular season costituiscono un campione ancora poco significativo), e in secondo luogo sanno che nella prossima estate ci saranno diverse point guards sul mercato dei free agents, a partire da Chris Paul (che avrebbe già chiesto di ottenere il massimo salariale per rimanere ai Clippers), passando per Kyle Lowry, George Hill e Jeff Teague.
"La parola chiave è ritmo - spiega Rose in relazione al suo gioco - e io sto cominciando a trovare il mio. Sto ancora cercando di capire come funziona l'attacco del coach, di giocare alla mia maniera senza essere però un corpo estraneo rispetto al resto della squadra. Qui non devo prendermi tutti i tiri che invece servivano ai Bulls quando ero a Chicago". Ecco dunque la chiave di lettura dei numeri stagionali che riguardano il numero venticinque dei Knicks, non troppo diversi da quelli dello scorso anno con la maglia della franchigia della Windy City, con un'eccezione: la percentuale di tiri segnati al ferro (55%, quattro punti percentuali in più rispetto alla scorsa stagione, e quinto tra i giocatori che penetrano fino al canestro almeno dieci volte a partita). E quel che non raccontano i numeri è invece la percezione di un giocatore che sembra stare inserendosi sempre meglio nel contesto tecnico dei Knicks, gruppo che fino a questo momento ha fatto vedere cose molto positive in attacco (non solo con Carmelo Anthony e Kristaps Porzingis, ma anche con giocatori di seconda fascia come Justin Holiday e Mindaugas Kuzminskas), mentre la difesa continua a rappresentare un problema irrisolto. Anche al Madison Square Garden contro Minnesota, gli uomini di Hornacek hanno rischiato di farsi rimontare da Towns e compagni, con Zach LaVine che volava al ferro in continuazione, costretti poi a dover rivincere la partita nel quarto quarto. E' questo un altro passo in avanti che i Knicks dovranno per forza di cose fare, anche perchè la concorrenza per andare ai playoffs a Est è agguerrita: Charlotte, Chicago, Boston e Milwaukee (oltre a Cleveland e Toronto) hanno un record migliore di New York, e da dietro arrivano i Detroit Pistons, mentre sono attualmente in difficoltà gli Atlanta Hawks e gli Indiana Pacers.