La prima partita della regular season 2016/2017 coincide con una dura sconfitta per i Golden State Warriors di Steve Kerr, spazzati via sul loro campo - la Oracle Arena - dai San Antonio Spurs di Gregg Popovich. Dopo un primo quarto di assestamento, i texani prendono il comando delle operazioni con la loro second unit (prova clamorosa di Jonathon Simmons) e dominano in lungo e in largo, dai rimbalzi offensivi e difensivi alle palle recuperate, mentre i Warriors danno la sensazione di dover mettere a punto praticamente tutto, soprattutto in difesa. Nella vittoria degli Spurs spiccano le prestazioni di Kawhi Leonord (35 punti, massimo in carriera) e LaMarcus Aldridge (26), mentre è tutto da rivedere l'impatto di Pau Gasol. A Golden State non basta qualche lampo di Curry e Durant per giocare una pallacanestro razionale ed efficace.
Alla Oracle Arena di Oakland Gregg Popovich sceglie Kyle Anderson per l'infortunato Danny Green, con Pau Gasol a prendere il posto di Tim Duncan. Dall'altra parte esordio in maglia Golden State per Kevin Durant, attivissimo sin dalla palla due sui due lati del campo. KD segna da tre, in isolamento e si fa vedere anche sotto il proprio ferro, dove però gli Spurs sembrano poter avvicinarsi senza troppi problemi. Parker spinge sull'acceleratore, ma è il secondo quintetto di Popovich a scavare il primo solco importante nel punteggio: Patty Mills, Jonathon Simmons e Manu Ginobili danno uno scossone alla sfida, mentre Golden State scopre una panchina non attrezzata, con Livingston e Iguodala lontani parenti dei giocatori ammirati nei giorni migliori. Steve Kerr trova punti solo dal solito magico Curry e da Durant, laddove Klay Thompson e Draymond Green faticano a trovare ritmo, ma è tutto il collettivo californiano a non giocare con la consueta disinvoltura: anzi, sono tantissime le palle perse banali, persino da rimessa dal fondo. 20-31 il parziale del primo periodo, che rispecchia in pieno l'andamento della partita e secondo quarto che prosegue sulla stessa falsariga. Simmons è indiavolato (segnerà anche da tre sulla sirena), David Lee e Manu Ginobili inaugurano il quintetto dei passatori, un giusto mix di intensità e tecnica che fa sbandare i Warriors, aggrappati alle giocate da fenomeno di Curry. Non sembra esserci però fluidità nell'attacco di Kerr, tra frenesia e disordine, anche perchè San Antonio è su tutte le palle vaganti, con un Leonard in formato MVP e un Aldridge troneggiante tra i lunghi.
Il vantaggio ospite si dilata a dismisura anche nel terzo quarto, nonostante Draymond Green provi a scuotere i suoi con qualche giocata di pura energia. Thompson non entra mai in partita, e Golden State paga la fisicità di un Kawhi Leonard uomo ovunque. Per gli Spurs gara opaca di Gasol, lontanissimo dai suoi standard migliori e spesso mal posizionato in difesa, ma le percentuali al tiro avversarie mascherano i problemi del catalano. Intanto Popovich chiama time-out ogni volta che Curry prova a riaccendere la Oracle Arena, riuscendo nell'intento di spegnerla con Aldridge, devastante sotto canestro, e con il duo Mills-Simmons, due bombe di energia dalla panchina neroargento. Proprio Simmons si toglie la soddisfazione di inchiodare una stoppata alla LeBron all'MVP: segnale di resa per i campioni della Western Conference, che allentano man mano la presa e si arrendono di fronte alla maggiore organizzazione dei rivali, che ottengono buone risposte dai due veterani Parker e Ginobili e soprattutto danno il meglio di sè con il quintetto con LMA da unico lungo. Nel finale anche Kyle Anderson si unisce alla festa dei tiratori di San Antonio, con Kerr costretto a inaugurare in anticipo il primo garbage time stagionale, in cui però a farsi notare sono ancora Simmons (che chiude con una schiacciata spaventosa su McGee) e il lettone Davis Bertans.
Golden State Warriors (0-1). Punti: Durant 27, Curry 26, Green 18, Thompson 11. Rimbalzi: Green 12, Durant 10. Assist: Green 6.
San Antonio Spurs (1-0). Punti: Leonard 35, Aldridge 26, Simmons 20, Mills 11, Ginobili 10. Rimbalzi: Aldridge 14. Assist: Mills 5.