Devin Armani Booker, figlio d'arte di Melvin che ha militato sia in NBA che in Italia con le maglie di Pesaro e Milano, è uno dei giovani più promettenti dell'intera lega professionistica americana. I 34 punti messi a segno ieri notte (video in basso) sono solo l'ultima perla della sua carriera, che, ancorchè agli inizi, ha già fatto impazzire migliaia di tifosi.
La sua vita inizia il 30 ottobre del 1996, più precisamente nel Michigan. Figlio di Melvin, giocatore dei Grand Rapids Hoops e anche dei più celebri Golden State Warriors, con tanto di carriera chiusa in Italia. Fu la madre a crescere il giovane Devin, che riusciva a vedere il padre solamente nelle pause estive: da lui apprese che essere "giocatori intelligenti" era importante quanto avere un grande atletismo. Il basket era nel DNA del ragazzo, che andò ad abitare dal padre nello Stato del Mississippi, nel tentativo di crescere e migliorare. Nell'agosto 2011 si iscrisse alla Moss Point High School, proprio dove Melvin fu assunto poi come assistente dell'allenatore. Quell'anno fu speciale per lui, in quanto riuscì a dominare con 22.7 punti di media a partita. Da ricordare i 54 punti contro Northeast Jones High School, con i quali si avvicinò al record di punti (63) di Moss Point realizzato da Litterial Green nel 1988. L'unica delusione fu la sconfitta in finale contro la Wayne County, col giovane Devin che realizzò solo 8 punti, avendo una difesa concentrata tutta su di lui. Il suo anno fu comunque straordinario, e dopo aver partecipato ai camp estivi di Durant e James, si presentò molto migliorato per un'altra stagione, conclusa stavolta con 29.7 punti di media e 8 rimbalzi.
La sua estate fu caldissima, ma una volta che John Calipari (coach di Kentucky) lo vide giocare in una manifestazione speciale, non si fece attendere una borsa di studio per Booker. Il 31 ottobre dichiarò di aver scelto proprio Kentucky, la quale si accaparrò anche talenti come Towns e Lyles. Iniziò nel frattempo un'altra stagione, nella quale Devin riuscì a diventare il più grande marcatore di tutti i tempi per la Moss Point, oltrepassando la soglia dei 2.200 punti. Dopo aver sfondato il muro dei 30 punti di media a partita (30.9 per la precisione) finì la sua carriera alla Moss Point e iniziò quella prestigiosa del college a Kentucky. Con John Calipari come coach, giocò 21.5 minuti di media e riuscì a realizzare 10 punti a partita, aggiungendo 2 rimbalzi e 1.1 assist. Realizzò il suo season high contro Texas-Arlington, segnando 19 punti con un 7/8 dal campo. A fine stagione riuscì a conquistare il premio di sesto uomo dell'anno, e dopo un solo stagione al college, il 9 aprile 2015 si dichiarò eleggibile al draft NBA. Il 25 giugno Booker fu selezionato dai Phoenix Suns alla 13esima scelta del primo giro, facendo già intuire il suo ruolo nella squadra.
L'anno da rookie è stato molto prolifico per Booker, infatti è stato premiato da subito con la fiducia di coach Jeff Hornacek riuscendo ad ottenere diversi minuti in campo. Partecipò anche alla gara da tre punti dell'All Star Game, finendo terzo dietro a Curry e Thompson. Il suo talento è esploso definitivamente nel mese di marzo, nel quale realizzò in ben quattro partite almeno 30 punti. Proseguendo la sua stagione in modo spettacolare, nonostante i Suns fossero arrivati molto lontani dalla zona playoff, è giunto quarto nelle votazioni per il Rookie of The Year, dietro a Jokic, Porzingis e Towns: la sua stagione da rookie è finita così ufficialmente con 13.8 punti di media, 2.5 rimbalzi e 2.6 assist.
Col nuovo coach Earl Watson, ha già dimostrato di entrare perfettamente negli schemi con i 34 punti di stanotte, ma attenzione a definirlo solo uno "shooter". Infatti Devin Booker ha ottime qualità anche in penetrazione, che gli permettono di alternare il suo gioco e non dare mai punti di riferimento al difensore. Gioca bene anche dal post alto, ma l'unica cosa che probabilmente gli manca in fase offensiva è la ricerca dei compagni e il gioco per la squadra; mentre la difesa è un aspetto che può senz'altro migliorare per diventare uno dei migliori. Ricordiamoci però che ha solo 19 anni e questa potrebbe essere la stagione della consacrazione, che già è iniziata col piede giusto.