Manca meno di un mese all’inizio della stagione NBA, e mai come quest’anno, ad Est, ci si interroga su quale squadra potrà interrompere il dominio di LeBron James. Il Re arriva alle Finals da ben 6 anni di fila, 4 con Miami e 2 con Cleveland, e a parte un paio d’anni, in cui gli Indiana Pacers hanno provato a mettergli il bastone tra le ruote, mai nessuno è stato seriamente in grado di impensierire LeBron.
Basti pensare all’anno scorso, e a due anni fa, quando i Cavs hanno incrociato in finale di Conference prima Atlanta, fatta fuori 4-0, e poi Toronto, battuta sì 4-2, ma che non ha mai francamente dato l’idea di poter vincere la serie.
Se si guarda invece a questa stagione, ci si accorge facilmente dell’assenza di una squadra che convinca a pieno sul proprio ruolo di contender. Partendo proprio da Toronto, i Raptors hanno sì confermato DeRozan, ma hanno ceduto Biyombo, fondamentale l’anno scorso proprio contro i Cavs, e hanno preso Sullinger, un buon giocatore, ma nulla di più. Insomma, la squadra non si può certo dire rinforzata, anzi, si è quasi indebolita. E se infine si pensa alle prestazioni di Lowry e DeRozan agli scorsi playoffs, in Canada non viene proprio da sorridere.
Guardando alle altre, Indiana e Atlanta sono le altre due squadre da prendere in considerazione. La prima, nonostante Paul George si sia ripreso definitivamente, Monta Ellis e Jeff Teague formino un ottimo backcourt, così come Thaddeus Young e Myles Turner diano garanzie sotto canestro, è una squadra che non ha mai giocato insieme, che ha cambiato allenatore e praticamente tutto il quintetto. Difficile quindi pensare che possa fin da subito risultare vincente.
La seconda, Atlanta, ha scambiato Teague per mettere in cabina di regia Dennis Schroeder, il che è di per sé un bel rischio; ma soprattutto, ha rimpiazzato Horford con Dwight Howard, secondo rischio. Il centro ex Houston ha deciso di tornare a casa, e cercare di puntare ad un titolo che, tuttavia, difficilmente arriverà.
Guardando infine al resto della Conference, New York e Orlando si sono rafforzate parecchio, hanno entrambe due buoni, ma nuovi, allenatori, e potrebbero essere insidiose per tutti. Poi c’è Charlotte, che ha invece confermato in toto il roster dell’anno scorso, aggiungendo praticamente il solo Belinelli; ed infine Chicago, che non ha più Gasol ma ha preso Rondo e Wade, per uno dei trii più strani e curiosi della NBA.
Inssoma, quest’anno quindi si è alla ricerca di una vera contender ad Est. E con tutte queste incognite, se si guarda bene, una su tutte sembra poter ricoprire quel ruolo. I Boston Celtics di Brad Stevens sono diventati, anno dopo anno, una delle squadre più temibili dell’intero panorama NBA: hanno un All-Star come Isiah Thomas, 4 ottimi “role players” come Bradley, Crawder, Johnson e Smart, un rookie praticamente già pronto come Jaylen Brown ed infine un allenatore super competente. Cosa manca a questa squadra? Un altro All-Star, puntualmente arrivato durante questa estate, quando Danny Ainge ha convinto Al Horford a firmare per i bianco verdi.
Una mossa meravigliosa, e che permetterà non solo di “rimpiazzare” il partente Jared Sullinger, ma anche di avere un altro leader in squadra, uno capace di segnare, far segnare, prendere rimbalzi e difendere come si deve il canestro. Un centro quindi di primissimo livello, che possa effettivamente far fare il salto di qualità ai C’s.
Horford, negli ultimi anni, ha sempre preso parte ai playoffs con Atlanta e ha sempre dimostrato di essere un giocatore adatto a certi palcoscenici, tanto da voler puntare anche a qualcosa più in alto. E proprio come lui, vogliono fare lo stesso i Celtics. Che sia l’anno buono per riuscirci?