Alla fine Sam Presti ce l'ha fatta. Il general manager degli Oklahoma City Thunder è riuscito a convincere Russell Westbrook a rinnovare il suo contratto con la franchigia della Chesapeake Energy Arena, in scadenza nel 2017. In virtù dell'accordo trovato tra le parti - secondo quanto riportato da Chris Broussard e Ramuna Shelburne di Espn - la point guard da UCLA firmerà oggi un nuovo contratto, con adeguamento dello stipendio per la stagione in corso e prolungamento fino al 30 giugno 2019.
Westbrook, ventisette anni e da sempre giocatore dei Thunder, guadagnerà dunque 26.5 milioni (rispetto ai 17.6 che avrebbe incassato senza adeguamento) di dollari nell'annata sportiva 2016/2017, mentre per le successive due stagioni riceverà un compenso complessivo di 59.2 milioni (quasi 30 all'anno dunque), divenendo uno dei giocatori più pagati dell'intera Nba. Mossa indispensabile per i Thunder, che altrimenti avrebbero corso il rischio di trovarsi un'altra stella free agent e sul piede di partenza già dalla prossima estate. Perso Kevin Durant, finito ai Golden State Warriors per la delusione e la rabbia dei tifosi di Oklahoma City, Sam Presti ha avuto quantomeno a disposizione lo spazio salariale per garantire a Westbrook un contratto da superstar assoluta della lega. Cinque volte All-Star e due volte MVP dell'All-Star Game, il numero zero dei Thunder dimostra dunque di avere fiducia nelle possibilità della sua franchigia d'adozione di tornare ad altissimi livelli nelle prossime stagioni nonostante l'uragano estivo che si è abbattuto un mese fa su OKC. Non solo Kevin Durant ha salutato la compagnia, ma anche un altro membro della vecchia guardia come Serge Ibaka aveva chiuso la sua esperienza in blu a poche ore dalla notte del Draft, finendo per essere coinvolto in una trade con gli Orlando Magic (da cui sono arrivati alla corte di Donovan Ersan Ilyasova, Domantas Sabonis e Victor Oladipo).
Il nuovo contratto farà di Westbrook il terzo giocatore più pagato dell'Nba, alle spalle solo di Mike Conley (30.5 milioni di dollari a stagione) e di James Harden (29.5), e soprattutto renderà il prodotto da UCLA l'unico punto di riferimento tecnico della franchiga. Ora i Thunder saranno infatti in tutto e per tutto la sua squadra, con Billy Donovan chiamato ad assecondare le sue caratteristiche e a costruirgli intorno un gruppo vincente. Difficile pronosticare dove possano arrivare questi Thunder della prima stagione del post Kevin Durant, anche perchè i media americani assicurano che Sam Presti vorrebbe muoversi ancora per rinforzare la squadra. Impresa complicata, dato che i free agents più ambiti sul mercato hanno trovato da tempo una nuova destinazione. Rimane l'ipotesi di imbastire qualche trade per migliorare il roster di Oklahoma City, ma al momento l'unico altro giocatore di livello della franchigia è il centro neozelandese Steven Adams, salito enormemente di colpi durante gli ultimi playoffs. A meno di non trovare qualcuno in grado di accollarsi l'oneroso contratto dell'altro lungo, il turco Enes Kanter, a bilancio per oltre 17 milioni di dollari nella prossima stagione. Questi Thunder si affideranno dunque con ogni probabilità a ciò che è rimasto della squadra della scorsa stagione, con gli innesti di Sabonis, Ilyasova, Oladipo e dello spagnolo Alex Abrines, mentre sono ancora tutte da verificare le potenzialità di Mitch McGary, power forward praticamente mai in campo per via degli infortuni, di Josh Huestis e dell'ultimo arrivato dal Draft Daniel Hamilton, shooting guard da Connecticut (scelto alla numero cinquantasei via Denver Nuggets).