Anche gli ultimi fuochi del torrido luglio di free agency Nba si stanno spegnendo. Protagonisti ancora i San Antonio Spurs, che avevano bisogno di un altro lungo per completare la rivoluzione della prima estate senza Tim Duncan. Preso Pau Gasol in uscita dai Chicago Bulls, ma persi in un colpo solo i vari David West, finito ai Golden State Warriors, Boban Marjanovic, destinazione Detroit Pistons, e Boris Diaw, coinvolto in una trade con gli Utah Jazz, i texani si sono così ritrovati con un frontcourt poco affollato per una squadra che negli ultimi anni ha sempre fatto della profondità della sua panchina una delle sue caratteristiche. 

Ecco dunque arrivare all'ombra dell'Alamo David Lee, esperto giocatore Nba (33 anni), protagonista del titolo vinto nel 2015 dai Golden State Warriors ma poi passato senza lasciare traccia ai Boston Celtics e ai Dallas Mavericks. Ora l'ex ala grande anche dei New York Knicks firmerà un contratto biennale da 3.2 milioni di dollari, con player option prevista in suo favore al termine della prossima stagione, secondo quanto riportato da Marc Stein per Espn. "Abbiamo parlato con gli Spurs per un bel po' - le parole dell'agente di Lee Mark Bartelstein - c'erano tanti altre franchigie in cui David sarebbe potuto andare e che gli offrivano contratti economicamente più vantaggiosi, ma coach Popovich e il general manager R.C. Buford hanno lavorato sodo per spiegare al giocatore quanto lo ritenessero importante per la loro squadra". Ora Lee dovrebbe essere il primo cambio dalla panchina di Pau Gasol e LaMarcus Aldridge, anche se dovrà guardarsi dalla concorrenza di Dewayne Dedmon e del lettone Davis Bertans. Bisognerà poi verificare cosa gli Spurs vorranno fare di Livio Jean-Charles, ventiduenne giocatore francese in grado di ricoprire il ruolo di ala grande, scelto da San Antonio con la ventottesima moneta al Draft del 2013 e ora messo contratto dopo tre anni trascorsi nel campionato transalpino.

Chi è ancora free agent è Paul Pierce, altro grande vecchio dell'Nba che potrebbe decidere di ritirarsi quest'estate. Della sua situazione e di quella di Blake Griffin ha parlato ieri Doc Rivers, allenatore e presidente dei Los Angeles Clippers, intervistato da The Vertical: "Se Paul dovesse decidere di ritirarsi - ha detto Rivers - faremmo in modo che lui possa firmare per un giorno con i Boston Celtics, in modo tale da consentirgli di chiudere la sua carriera da membro dei Celtics. Ma in questo momento ancora non sappiamo cosa intende fare. Credo ci stia ancora pensando, vogliamo dargli tempo, lo merita. Certo, dal punto di vista della franchigia sarebbe stato meglio conoscere la sua decisione due mesi fa, ma ci sono certi giocatori a cui bisogna dare un po' di tempo, e Paul è uno di questi. Se dovesse lasciare, questa sarebbe l'estate dei ritiri più importanti nella storia dell'Nba". Rivers assicura poi che non sono in corso trade con altre squadre che coinvolgano Blake Griffin: "Si è parlato molto dei Celtics per Blake, ma io e Danny Ainge ci siamo sentiti solo due volte quest'estate. Una per parlare del British Open, e un'altra per commentare un altro torneo di golf. Questo è tutto, per certi versi è divertente, perchè non si può smentire con un comunicato stampa ogni indiscrezione sul futuro di Blake. La nostra speranza è che lui chiuda la sua carriera ai Clippers. Punto. Se dovessero chiamare altre squadre, diremmo che non siamo interessati, ma al momento non ci ha chiamato nessuno perchè tutti sanno che non vogliamo scambiarlo. Ormai le voci sono incontrollate, ci sono ottimi e attendibili giornalisti, ma anche ragazzi che fanno i bloggers e che non hanno nulla a che vedere con lo sport".