Ambizioso e con una personalità già spiccata. Brandon Ingram aveva già dimostrato nella notte del draft di non curarsi particolarmente dell'eccessiva pressione che lo lega alla scelta - la seconda assoluta - dei Los Angeles Lakers, e ieri, durante la classica presentazione ufficiale alla stampa di casa, il giovane prodotto dei Duke Blue Devils ha confermato di essere sfacciato quanto basta per imporsi fin da subito nel mondo giallo-viola.
Riguardo la pressione che lo circonderà nella città degli angeli, il classe 1997 di Kinston fa così il punto della situazione: "Mi piace avere la pressione addosso, mi motiva a fare le cose migliori in campo. E' tutta pressione positiva per quanto mi riguarda. Quando sono arrivato la prima cosa che ho guardato è dove fosse il mio armadietto e ho subito visto che era quello di Kobe. Mitch Kupchak mi aveva detto di prepararmi adeguatamente per quando sarei venuto qui, ma è una soddisfazione, mi è piaciuto molto".
Riguardo le sue potenzialità, Ingram si mostra sicuro dei suoi mezzi e molto ambizioso riguardo il paragone che lo accosta - per caratteristiche fisiche - a Kevin Durant: "Se credi e sei convinto di poter segnare, puoi giocare a qualsiasi livello. Non credo che passare dalla NCAA alla NBA sia un grosso cambiamento per me. Certo, giocherà contro giocatori molto più forti, e so che devo cambiare qualcosa rispetto a quanto facevo al college, ma non sono preoccupato. Durant? Fisicamente ci potremmo anche somigliare, ma credo che chiunque vorrebbe essere paragonato a Kevin Durant. E' sicuramente avanti con gli anni rispetto a me, ha molta esperienza, ma questo mi da molte motivazioni per provare a fare del mio meglio per migliorarmi".
Il potenziale di Brandon Ingram è ancora in parte sconosciuto, ma a partire dal weekend - e dall'inizio della Summer League a Las Vegas - potremmo iniziare a vedere sprazzi del suo talento ed il suo approccio con il resto della squadra e con il coaching staff. A tal proposito, il giovane talento dei Lakers non è preoccupato affatto dalla staffetta che si preannuncia nel ruolo con Luol Deng, e parla così di cosa si prefissa nei primi mesi di allenamento, denotando anche tratti di sincera umiltà che non guastano mai in fase di addestramento: "Non ho ancora parlato con Deng, ma vorrei prendere il massimo da questa esperienza. Ha giocato in questa lega per moltissimo tempo, ho sentito solo cose positive su di lui. In allenamento, proverò ad essere competitivo il più possibile contro di lui così come contro tutti gli altri. E' una decisione del coach quella che riguarda lo starting five. Se c'è bisogno di essere una riserva, sarò a disposizione del coach nel fare qualsiasi cosa lui mi chiederà di fare".
Infine, la chiosa riguardo l'eredità lasciatagli da Kobe Bryant: "Non ci sarà un altro Kobe. Io posso soltanto mettermi a disposizione e fare quel che so al meglio. In questo momento devo soltanto essere a disposizione del coach per allenarmi al meglio, farà tutto ciò che dice e se lui sarà felice lo sarò anche io".