Il dubbio teneva banco nei quartieri della National Basketball Association da quasi due mesi, ovvero dallo scorso 12 maggio, quando i San Antonio Spurs di Tim Duncan e Manu Ginobili sono stati eliminati per 4-2 dagli Oklahoma City Thunder nelle semifinali della Western Conference. Oltre alla (relativa, data la caratura dell'avversario) sorpresa per la caduta della testa di serie numero 2, autrice del secondo miglior record degli ultimi 20 anni in stagione regolare, i riflettori dei media e degli appassionati si sono orientati proprio verso Duncan e Ginobili. 40 anni lo statunitense, 38 l'argentino, per entrambi l'odore di ritiro era diventato piuttosto invasivo ed opprimente.
Così, mentre il primo ha annunciato di aver esercitato la sua player option da cinque milioni e mezzo abbondanti di dollari per l'annata 2016/17, mantenendo tuttavia il riserbo sulle questioni legate al ritiro (non vincolato in alcun modo dal contratto), il mancino da Bahìa Blanca ha lasciato al suo blog personale manuginobili.com la parola a riguardo.
"La notizia più importante è che ho deciso di giocare un'altro anno in NBA" si legge, rigorosamente in spagnolo; "non avevo molti dubbi, ma come per qualsiasi cosa ho preferito far passare del tempo prima di di comunicare la mia decisione". Dopodiché, nel breve comunicato, il numero 20 ha spiegato come l'ultima stagione, tutto sommato positiva e senza infortuni se si esclude il "piccolo incidente" - come lo definisce lo stesso Ginobili - con conseguente operazione alle parti intime in febbraio, abbia contribuito a rafforzare la sua volontà di proseguire la carriera, in maniera ancor più netta di dodici mesi fa. In conclusione, l'attenzione è stata spostata sulla preparazione atletica, definita dal diretto interessato "sofferenza per gambe e polmoni" al rientro dalle vacanze, ma allo stesso tempo incentivo a ritrovare le stesse sensazioni dello scorso anno nel momento in cui, la prossima settimana, ricominceranno gli allenamenti con la squadra.
Al di là dell'esborso economico, da valutare in base all'esito delle altre operazioni di mercato previste, ma comunque molto poco oneroso, la sensazione è che la cura Ginobili, se prolungata ancora di una stagione, possa avere solo effetti benefici sulla franchigia degli speroni. Inanzitutto il ruolo da chioccia per i giovani, su tutti la chiamata numero 29 del draft Dejonte Murray e la point guard campione NCAA Ryan Arcidiacono, che potranno trovare nell'argentino un punto di riferimento dentro e fuori dal parquet, nel bel mezzo del campo minato che è l'anno da rookie in NBA. In seconda battuta, inoltre, è da considerare la coesione dello spogliatoio, da sempre marchio di fabbrica degli Spurs, che ha in Ginobili un'amplificatore delle idee di Coach Gregg Popovich e, negli ultimi anni, anche di quelle di Ettore Messina, legato da un profondissimo rapporto al numero 20: Manu sa parlare quando serve e può vantare esperienza europea oltre a quella a stelle e strisce, garantendo un punto di vista lucido su tutte le situazioni di pallacanestro e non. Passando al parquet, invece, è evidente come da anni oramai il mancino di Bahìa Blanca non sia più un titolare inamovibile, ma piuttosto una preziosissima risorsa per spezzare le partite in uscita dalla panchina (nel 2015/16 48% da tre con una media di 19.6 minuti nelle 58 partite giocate) dando allo stesso tempo qualità ed esperienza al secondo quintetto, spesso arma letale di Popovich. Il coach serbo sa quanto sia difficile trovare un altro elemento che garantisca una simile disciplina ed intelligenza tecnico-tattica combinandola con quella qualità di pallacanestro, la visione sovrumana e l'aderenza alla totalità del progetto Spurs. Ginobili nella sua unicità è sempre stato un fido scudiero, una risorsa sicura da cui Pop ha attinto volentieri in qualsiasi momento, anche quando la carta d'identità lo sconsigliava, come nelle Finals 2014. Sarà curioso, quindi, vedere quale sarà l'uso della casacca 20 nella prossima stagione. Una cosa è sicura: non mancheranno momenti da ricordare per tutti gli appasionati di pallacanestro.