L'ago della bilancia dei Golden State Warriors è tornato. Lo si nota dalla conferenza stampa della vigilia, dove l'attenzione è tutta, inevitabilmente, rivolta su di lui. Draymond Green torna a disposizione di coach Steve Kerr per l'importantissima gara-6 delle NBA Finals, dopo l'espulsione provocata dal fallo antisportivo comminatagli dalla NBA dopo l'alterco con James in gara-4. Si torna sul luogo del misfatto, stavolta per il secondo match point a disposizione degli uomini della Baia, che stavolta potranno contare sul loro uomo barometro, sul quale hanno costruito il solidissimo sistema difensivo ed offensivo.
Ai microfoni dei giornalisti presenti, Green non si è sottratto alle domande, recitando il mea culpa come da copione e guardando, soprattutto, alla possibilità di redenzione dopo quanto accaduto: "Ho deluso i miei compagni, indipendentemente da quello che penso della squalifica. Ma ormai è successo: abbiamo perso gara-5, siamo a Cleveland per gara-6. Devo essere un compagno di squadra migliore e non mettermi più nella condizione di non essere in campo con la mia squadra. Penso che se avessi giocato gara-5 avremmo vinto, ma mi sono messo nella condizione di non poter essere in campo".
Tanti gli aspetti tecnici, ed altresì tattici, dove si è sentita la sua mancanza in gara-5 alla Oracle Arena: LeBron James è sembrato come libero dalle catene mentali che puntualmente il nativo del Michigan gli mette difensivamente - con Iguodala - ad ogni possesso, ma soprattutto la sua assenza si è sentita nella mancanza della sua presenza in area, nella sua energia sui due lati del campo e nella sua leadership. L'ammissione della colpa è in archivio, da imparare resta una lezione di vita e di sport, che Draymond riassume così: "Ho imparato tanto da questa situazione, sia come giocatore che come uomo. Sto imparando a controllare le mie emozioni, ad avere ben chiara la situazione in cui mi trovo e comportarmi di conseguenza, senza mettermi nei guai. Per me essere un buon compagno è fondamentale: non essere in campo a lottare con la mia squadra non mi rende tale. Quello che ho fatto è stato davvero terribile per questo. Il mio orgoglio, la mia determinazione, non devono mai venire prima della squadra. E se in gara-6 mi troverà ancora in una situazione al limite, e per fortuna in partita non ce ne sono tante, dovrò essere bravo a incanalare la mia energia in un modo che sia utile alla squadra, e non dannoso".
Un'assenza lancinante, per la squadra e per lui, che ha sofferto all'esterno della Oracle senza poter dare il suo apporto a bordo campo: "Il giorno di Gara 5 è stato uno dei peggiori della mia vita. È stato brutale. Le mie emozioni sono state altalenanti dal mattino fino alla gara. Ora devo concentrarmi solo su Gara 6; non sono il salvatore della Patria, devo solo essere un ottimo compagno di squadra, un leader". L'ex ala di Michigan State è pronta a tornare in campo, da protagonista, con i compagni ed il coach che lo hanno perdonato per quanto accaduto: "Si è scusato con tutti, si capiva che questa situazione l’ha ferito tanto - ha commentato Klay Thompson -. Ci ha detto che stare fuori è stata la cosa più difficile della sua carriera. Abbiamo capito e non abbiamo alcun risentimento nei suoi confronti. Draymond ha una possibilità di redimersi: avremo bisogno di lui per vincere. E una vittoria cura tutti i mali". Sereno, in vista della sfida, Steve Kerr, che ha parlato così, infine, della sua stella: "Green sa bene che un altro Flagrant Foul gli costerebbe l’eventuale gara-7. Sarei stupito se succedesse qualcosa su quel fronte: si sente già abbastanza in colpa per non esserci stato in gara-5 e non si metterà nella condizione di dover saltare un’altra partita".