32-0. E' questo il record che le Nba Finals hanno fatto registrare fino ad oggi quando una squadra è stata in vantaggio 3-1 sull'altra finalista. I Cleveland Cavaliers non vogliono inserire il loro nome come la trentatreesima squadra incapace di rimontare da una situazione simile. Alla Quicken Loans Arena, al termine di una sconfitta difficile da digerire, dopo aver condotto all'intervallo lungo ed essere stati anche sopra di otto lunghezze nel terzo quarto sui Golden State Warriors, i Cavs avvertono il peso del k.o., ma non vogliono nè possono darsi per vinti. La serie non è finita, questo il senso delle parole dei protagonisti tra i padroni di casa.
"Se c'è qualcuno che pensa che non abbiamo più possibilità di vincere, allora è meglio che non prenda l'aereo per Oakland - il monito di Tyronn Lue ai suoi giocatori - dobbiamo essere in grado di reagire in ogni situazione, quindi possiamo reagire solo giocando". Il capo allenatore di Cleveland risponde invece così alle domande di chi gli chieda i motivi del minutaggio (24 minuti su 24) da lui garantito a LeBron James e Kyrie Irving nel secondo tempo della partita: "Sì, averli tenuti tanto in campo può essere stato uno dei motivi della sconfitta. Ma entrando nel quarto quarto, ed essendo sotto 2-1 nella serie, dovevamo recuperare due punti. In quel momento loro hanno utilizzato la loro panchina, quindi ho pensato che con i nostri titolari in campo per alcuni minuti avremmo potuto piazzare un parziale e poi inserire lentamente le nostre riserve. Invece il parziale lo hanno fatto loro e ci ha fatto male, ci è costato la partita".
Costretto a giocare in difesa davanti a microfoni e taccuini anche LeBron James, vicino alla tripla doppia (25 punti, 13 rimbalzi e 9 assist), ma chiamato a rispondere delle sette palle perse durante i suoi 46 minuti di utilizzo: "Alcune delle mie palle perse sono state di aggressività, quindi le accetto - dice il Prescelto - ho trattato male la palla solo in due occasioni su sette. Le altre? Ripeto, palle perse di aggressività, per provare a far passare il pallone in spazi molto stretti, come farebbe un quarterback. Ora siamo sotto 3-1, e ovviamente se guardiamo le cose dal punto di vista delle statistiche, della storia delle Finals, ci mettiamo troppa pressione addosso. Dobbiamo solo giocarne una alla volta, cominciamo a vincere la prossima". Sul contatto e sul successivo alterco con Draymond Green, LeBron la pensa così: "Capisco e rispetto la sua grande voglia di competere a questi livelli, ma credo che alcune delle parole che ha pronunciato siano state un po' al di sopra delle righe".