Come sappiamo, gara2 doveva essere la gara del riscatto per i Cleveland Cavaliers e invece è andata malissimo, intaccando così anche il record di James che era 10-0 nei Playoffs dopo aver perso gara1. Come fatto per gara1, andiamo a vedere alcune situazioni che mi sono saltate all’occhio, partendo da quello che è stato senz’altro uno dei punti fermi del gameplan preparato da coach Lue: forzare il cambio difensivo su James in modo da permettergli di attaccare un difensore più piccolo e soprattutto che non si chiamasse Iguodala.

Il pick&roll tra LeBron e un piccolo...

Ne abbiamo già parlato dopo gara1, ed è una mossa che ha sia i suoi aspetti positivi che i negativi. Positivi perché metti James in condizione di attaccare il difensore forte della propria superiorità fisica e magari fai spendere anche qualche fallo a Curry e Thompson, il che non guasta mai. Proprio così infatti è arrivato il terzo fallo di Curry nel secondo quarto:

In quest’altro caso a commettere fallo è Livingston:

L’altra faccia della medaglia però è che Cleveland spesso impiega molto tempo per iniziare ad attaccare, e dopo aver forzato il cambio spesso rimangono meno di 10 secondi per trovare un tiro. Al di là del cronometro, però, la questione è che l’attacco è statico e la difesa di Golden State è la migliore in assoluto a leggere queste situazioni, e spesso raddoppia quando capisce che non c’è più il tempo per far girare la palla e costruire un buon tiro. Qui James attacca dalla lunetta Thompson, ma Bogut ha tutto il tempo di leggere il tutto e andare in aiuto stoppando il tiro:

Qui attacca invece dal post, ma quando inizia mancano appena 7 secondi sul cronometro dei 24:

Anche qui palla in post, e tutti i giocatori in maglia bianca possono guardare James senza preoccuparsi del loro uomo.

C’è bisogno di più movimento sul lato debole per impedire che tutta la difesa possa concentrarsi su James, e ciò è proprio ciò che di solito caratterizza un grande attacco.

... e la contromossa di Golden State

Dopo l’intervallo i Warriors hanno deciso di non voler più accettare il cambio difensivo che l’attacco voleva “imporre” loro e così hanno preso una decisione drastica: passare sotto nei pick&roll giocati da James, sfidandolo al tiro. Qui lo fa Barnes, che poi riesce a mettersi davanti a James sulla penetrazione.

In questi altri due possessi lo fa Iguodala.

LeBron deve cominciare a mettere il tiro che la difesa gli concede se vuole forzare la mano dei Warriors e far sì che tornino a cambiare sul blocco, anche se penso che Golden State preferisca convivere con questo tiro piuttosto che con le conseguenze di un cambio difensivo.

I Cavs e la scommessa su Green

Golden State spesso ti costringe a scegliere il male minore, e l’idea dei Cavs in gara2 è chiaramente stata quella di scommettere sul tiro da 3 di Green. Ma per la serie “quando piove, grandina”, Green ha segnato di tutto da 3 punendo la difesa. Un paio di triple nascono da situazioni identiche: Thompson riesce a battere il proprio uomo verso il centro e attira l’aiuto di James, che non ha fretta nel recuperare su Green proprio per quanto appena detto..

Qua gran parte della colpa è di Shumpert, che si posiziona male col corpo quasi invitando Thompson verso il centro, che è qualcosa che tutte le difese vogliono evitare. James aiuta come nell’esempio di prima e Green mette un’altra tripla.

Una cosa praticamente identica succede anche qua, con la differenza che stavolta James mentre aiuta fa segno a Love di uscire a contestare il tiro di Green: il risultato però non cambia.

La scelta in questo caso invece paga, perché il tiro di Green è corto.

Occhio a chi blocca Curry o Thompson!

Tre possessi in cui il blocco è portato per Curry o Thompson ma a beneficiarsi del tutto è il bloccante che va a segnare incontrastato proprio per l’effetto “calamita” di cui ho già scritto analizzando gara1. Iniziamo da queto posssesso: Iguodala blocca sotto canestro per Curry, ma come per magia si gira ed è improvvisamente tutto solo, pescato da un super passaggio di Livingston..

Infine due situazioni totalmente identiche: un giocatore fa come per portare un blocco verticale ma poi esegue il cosiddetto slip, tagliando verso canestro senza aver portato un vero e proprio blocco. Qua esegue Barnes in collaborazione con Curry:

Qui invece Green con Thompson.

I Warriors al loro meglio

In chiusura, tre possessi che esemplificano al meglio ciò che è Golden State.

Livington serve Green in post e taglia sulla linea di fondo. Sul lato debole Iguodala fa finta di bloccare per Barbosa in modo da tenere occupati i difensori del lato debole, e Thompson finalizza il tutto tagliando davanti a JR Smith:

Restiamo nella metà campo offensiva: non c’è molto da dire su quest’azione, semplicemente che, come detto anche da Jeff Van Gundy in telecronaca, “è divertente giocare a basket così”.

Chiudiamo con un possesso difensivo. Green aiuta in post su James e poi recupera su Jefferson, Iguodala nega la ricezione a Irving che lo batte in backdorr; ma è pronto ad aiutare Barnes, e Iguodala non si ferma nonostante sia stato battuto e ruota in angolo su Love (lasciato da Barnes per aiutare) contestandogli il tiro.

La domanda ora fondamentalmente è: hanno i Cavs le armi necessarie per giocare una pallacanestro di livello per 48 minuti e in entrambe le metà campo? Gara3 ci fornirà le risposte.