La notizia era nell'aria da tempo, ma è divenuta ufficiale solo nella serata di ieri, quando Stephen Curry ha diffuso un comunicato in cui annunciava che non parteciperà alla spedizione olimpica con Team USA. La motivazione addotta per una scelta così importante è stata quella relativa agli infortuni di questa fase finale di stagione, che hanno costretto in due occasioni il due volte MVP della regular season Nba a rimanere ai box senza poter scendere in campo con i suoi Golden State Warriors. Già in gara-1 del primo turno di playoffs contro gli Houston Rockets, Curry aveva accusato un problema alla caviglia sinistra, prima di subire una settimana dopo la lesione parziale del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. L'assenza di Steph nella spedizioni olimpica di Rio de Janeiro si aggiunge dunque a quella di Chris Paul, altro infortunato eccellente nel reparto delle point guards, e di LaMarcus Aldridge, che proprio in queste ore ha comunicato il suo forfait per i postumi della frattura di un dito della mano destra.
"Dopo averci pensato su a lungo e al termine di svariate discussioni con la mia famiglia, i Golden State Warriors e i miei agenti, ho deciso di cancellare il mio nome dalla lista dei giocatori eleggibili per il roster preliminare di Team USA in vista dei prossimi Giochi Olimpici 2016 in Brasile - le parole di Curry nella nota diffusa ieri - ho da poco informato Jerry Colangelo (chairman di USA basketball) della mia decisione. Le mie precedenti esperienze con la nazionale sono state incredibilmente gratificanti, educative e divertenti, il che ha reso questa decisione estremamente difficile da prendere per me e per la mia famiglia. Tuttavia, a causa di una serie di fattori, tra cui i recenti infortuni a caviglia e ginocchio, credo che questa sia la decisione migliore a questo punto della mia carriera. E' un onore incredibile rappresentare la propria nazione e vestire quella maglietta con la scritta "USA" sul petto, ma quest'estate il mio principale obiettivo legato alla pallacanestro sarà quello di concentrarmi sul mio corpo e di essere così pronto per la stagione Nba 2016-2017".
Il forfait di Curry riporta così in prima pagina le discussioni relative al calendario della regular season Nba, estremamente fitto da fine ottobre a inizio aprile, e secondo alcuni causa di molti degli infortuni cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Da Kevin Durant a Russell Westbrook, da Kyrie Irving e Kevin Love, passando ovviamente per Kobe Bryant, Chris Paul, Carmelo Anthony, Derrick Rose e Blake Griffin (senza dimenticare Anthony Davis, Jimmy Butler, Marc Gasol e gli acciacchi di LeBron James), infortuni di varia natura hanno colpito a rotazione praticamente tutte le superstar di questa lega, sempre più propense a gestirsi in estate in vista della lunga stagione con le rispettive franchigie. E' un tema che ritorna dunque prepotentemente anche all'attenzione di Jerry Colangelo, presidente delle operazioni cestistiche di Team USA, che ha così risposto al comunicato di Curry: "Dagli ultimi infortuni di Steph in poi, sono stato a lungo in contatto con lui - le parole di Colangelo in una nota - ed ero consapevole che questa decisione fosse una forte possibilità. Abbiamo apprezzato il comportamento di Steph e del suo agente Jeff Austin, per aver tenuto aggiornati i membri di USA basketball sull'evolversi della vicenda. Ovviamente siamo dispiaciuti che Curry non possa essere disponibile quest'estate ma ci rendiamo conto della situazione e daremo a Steph tutto il nostro supporto per questa scelta. Ha vinto due medaglie d'oro con la nazionale e ha dato il suo contributo sin dai Mondiali Under 19 del 2007. Steph ha sempre rappresentato il nostro paese in maniera esemplare, e ci dispiace non possa essere con noi quest'estate". Due compagni di squadra di Curry, Draymond Green e Harrison Barnes, secondo quanto riportato da Marc Spears di Espn, hanno dichiarato al contrario di essere disponibili per partecipare alle prossime Olimpiadi.